“C’è tanta solitudine in quell’oro. La luna delle notti non è la luna che vide il primo Adamo. I lunghi secoli della veglia umana l’hanno colmata di antico pianto. Guardala. È il tuo specchio”.
Jorge Luis Borges
Dall’alba del mondo civile, l’uso dello specchio evoca il bene o il male, spesso caricandolo di significati oscuri oppure visto come veicolo di luce e di bellezza.
Al di là della definizione semplificata che lo vede come una lastra la cui superficie liscia è stata resa lucida per permetterle di riflettere in modo regolare i raggi luminosi, lo specchio ci trasporta in un mondo pieno di misteri. Esplorando la sua superficie riflettente ed avventurandocisi troviamo un oggetto che tanto vuole assomigliare all’acqua, all’anima umana e si risolve in un gioco di riflessi, le cui regole sono quelle del doppio fino all’infinito. Così lo specchio diviene strumento di conoscenza, oggetto-ponte fra realtà e fantasia, mezzo magico d’indagine nell’oltre e metafora della nostra vita.
È un oggetto che, per le sue caratteristiche, colpisce e stimola da sempre l’immaginario umano, entrando nel folklore e nella mitologia di vari popoli. Spesso legato, come dicevo, al tema del doppio, dell’universo alternativo, della bellezza e della divinazione.
Pochi oggetti racchiudono una così grande moltitudine di significati simbolici come lo specchio. Nel corso della storia è stato rappresentato come allegoria della vanità e della superbia; come simbolo di prudenza per evitare di farsi ingannare dal Male e di conoscenza oppure di inganno; come il luogo in cui si forma l’io e la coscienza di sé e contemporaneamente avviene lo sdoppiamento tra il soggetto reale e la sua immagine ideale o il suo doppio diabolico; come una porta di passaggio tra il mondo della realtà e un mondo immaginario.
Specchio deriva da speculum, dal latino specere/spicere (guardare, osservare), e dal greco spektomai (io vedo). Partiamo alla ricerca di un senso? L’etimologia consentirebbe varie ipotesi. La letteratura, l’arte, la tradizione, l’esoterismo, le religioni, i miti, le civiltà hanno interpretato ognuno in modo individuale la funzione dello specchio.
Per lo più, gli specchi, nella credenza popolare, sarebbero in grado di imprigionare l’anima nell’immagine riflessa, da cui l’usanza di coprirli alla morte di qualcuno per dargli accesso all’aldilà. Questo confronto specchio/anima è all’origine di alcune caratteristiche tipiche delle creature demoniache: i vampiri che non vi riflettono la propria immagine poiché privi d’anima e il basilisco* che muore appena vede il suo riflesso sulla superficie lucida. Siate attenti a romperlo, perché potrebbe portare, per chi lo ha rotto, a vari anni di infelicità. In passato si credeva che distruggere uno specchio significasse far scomparire anche l’oggetto (o la persona) in esso riflesso.
Nell’Europa medievale, lo specchio, da un lato, è percepito in modo negativo quale bene di lusso, un’esaltazione della vanità, del narcisismo, ma al tempo stesso, è visto come il simbolo della contemplazione, della conoscenza di sé e della verità, e in tal senso paragonato all’occhio umano. I maghi e gli stregoni, durante il Rinascimento, spesso utilizzavano come specchi divinatori, ciotole d’acqua, pietre levigate e cristalli, attraverso i quali scrutavano il passato, il presente e il futuro.
Gli specchi replicano il mondo invertendo però la destra con la sinistra, oppure rovesciando il dentro e guardando oltre l’oggetto riflettente diventando uno dei temi favoriti della letteratura e della cinematografia fantastica. I personaggi si trovano in una realtà dove le leggi fisiche sono spesso sovvertite, invertite o deformate. Lo specchio diventa una porta tra due mondi verso un universo parallelo legato al regno dei sogni, dei morti o degli inferi.
Per fare solo uno di tantissimi esempi, in “Alice nel paese delle meraviglie, attraverso lo specchio” la scrittrice Carroll immagina che alla protagonista venga in mente di oltrepassare il limite dello specchio, per esplorare ciò che succede al di là, in un mondo in cui il lato destro di oggetti e persone diventa il sinistro e tutto è come girato su sé stesso.
Infine, possiamo dire che questo oggetto così presente nella nostra vita quotidiana, complesso e misterioso diventa anche testimone di cambiamenti evidenti del nostro essere, quasi osservatore di una metamorfosi. In quel senso si può affermare che lo specchio è un po’ il nostro nemico, in quanto attraverso di esso emerge ogni lieve difetto fisico che svela con indifferenza, direi quasi con una certa crudeltà.
Abbiamo visto che l’universo degli specchi presenta infinite sfaccettature che non si finirebbero mai di esplorare.
Il mese prossimo vi porterò con me alla scoperta della storia di questa tecnica sopraffina partendo dalla creatività degli artigiani lagunari per seguitare ad indagare nell’Europa intera.
*Rettile che, secondo le credenze medievali, dava la morte con lo sguardo