Cari Lettori,
giugno ci ha accolti nelle sue calorose braccia, si preannuncia una lunga estate calda.
Di questo numero il fil rouge è forse l’oscurità, nelle sue varie accezioni: intesa come il celarsi al mondo, diventare perciò invisibile, come fa un hikikomori, per sfuggire a una realtà che ritiene non gli appartenga; oppure l’ambiguità o l’ignota provenienza, che sembra avvolgere la figura di Shakespeare. Ancora, di oscurità non si ha forse bisogno per lo sviluppo delle fotografie, e Carlotta di Francia, non era chiamata la contessa oscura, in senso di celata, nascosta?
E nel buio dell’oblio per secoli era caduta Giulia Lama, prima che su di lei e sulla sua arte si facesse luce.
E non brancoliamo forse nel buio dell’incertezza e della confusione quando dobbiamo fare le valigie?
Ecco allora che un lampo di luce ci scuote, il lampo dell’arte e dell’architettura visionaria del Louvre di Abu Dhabi, il sole accecante che ci accoglie quando ne usciamo dopo una visita approfondita e onirica.
In fondo al tunnel, c’è sempre la luce.
Buona lettura!
ICH
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