STORIA MODERNA/LIBRI – Le ultime ore di Ludwig Pollak

Le ultime ore di Ludwig Pollak
di Hans von Trotha
pp. 200
Editore Sellerio, 2022

Uscito da poco per la casa editrice Sellerio questo libro narra le ultime ore di Ludwig Pollak.
Pochi conoscono Pollak, personaggio che è invece famoso tra gli storici dell’arte specialmente per il ritrovamento del “braccio di Laocoonte”.
Questo magnifico gruppo scultoreo era stato ritrovato a Roma verso il 1500 nei pressi del colle Oppio e precisamente nelle Terme di Tito. Grande scalpore fece questo ritrovamento, forse il più importante gruppo scultoreo dell’antichità  e papa Giulio II si affrettò ad acquistarlo.
Narra la vicenda del vecchio sacerdote di Apollo che aveva intuito l’inganno del cavallo a Troia ma nessuno voleva credergli e gli dei che favorivano l’inganno, inviarono due serpenti marini che divorarono lui e i suoi due figli. Tutto questo scritto anche da Virgilio nel secondo libro dell’Eneide.
Quel gruppo marmoreo aveva alcune parti mancanti tra cui la più importante era il braccio destro del sacerdote. Molte le interpretazioni e le versioni della statua che dal Vaticano finì requisita a Parigi e molti gli artisti che videro l’opera, Michelangelo tra i numerosi altri: fu un’opera che influenzò tutta l’arte del Rinascimento.
Ma arriviamo al 1903 quando Ludwig, che aveva l’abitudine di girare tra i rigattieri di Roma, riconosce il braccio, (ripiegato come diceva Michelangelo, e non disteso come i critici del tempo ritenevano), lo acquista e lo dona al Vaticano che lo custodisce nei suoi magazzini per cinquanta anni e solo nel 1957  aggiunge il braccio mancante al complesso scultoreo, che così riacquista le sue fattezze originali.
Ludwig Pollak nasce a Praga nel 1868, studia a Vienna, e nella sua vita non fa che girare per le capitali d’Europa dove conosce e frequenta i più importanti collezionisti e direttori dei musei. Ma la città che ama è Roma e qui nel 1893 si trasferisce per tutta la vita con la moglie e i figli. E dove trova la casa dei suoi sogni? …A Palazzo Bachetoni in via del Tritone e il suo studio è proprio la sala del Pannini (ne abbiamo già parlato sulla Lampadina) dove incontra e diventa amico di tanti altri appassionati come lui. Ne conta ben 183. Tra questi il barone Giovanni Barracco, fine collezionista che crea un museo e una biblioteca in corso Vittorio Emanuele e chiede a Pollak di esserne il direttore. Siamo al 15 ottobre 1943 e si diffonde la notizia che ci sarebbe stata una retata tra gli ebrei a Roma. Nella lista compilata dal capitano delle SS Theodor Dannecker, spedito a Roma dal Fuhrer per compiere il programma di genocidio ideato da Adolf Eichmann, c’è  anche il nome di Ludwig Pollak.
Il Vaticano mando un suo emissario, nel libro viene chiamato Professor K, un professore tedesco residente in vaticano, che deve convincerlo a rifugiarsi in Vaticano con la sua famiglia. ma il Professor K, si troverà di fronte una persona che invece narra la sua storia, racconta, non vuole scappare, che si rende conto della distruzione del mondo nel quale era vissuto e rende il Professor K testimone della sua vita: «Bisogna lasciare testimonianza proprio quando tutto finisce»: queste le parole di Pollak al Professore, che lascerà Palazzo Odescalchi senza essere riuscito a trarre in salvo Pollak e la sua famiglia.
Pollak e la sua famiglia vengono prelevati dalle SS il 16 ottobre del 1943 e il 18 ottobre con un treno di 18 vagoni dove sono stivate 1022 persone, vengono inviati ad Auschwitz e da lì a Birkenau alle camere a gas.
Nel 2019, a 150 anni dalla morte, il Museo Barracco e il Museo Ebraico di Roma hanno realizzato una mostra molto accurata per ricordare questa particolare figura di uomo, collezionista, mercante d’arte e amante della bellezza.
Inoltre, su iniziativa della biblioteca Hertziana, così tanto frequentata da Pollak fino al 1935, a gennaio di quest’anno, a Roma, davanti alla chiesa dei XII apostoli, sono state poste quattro pietre d’inciampo in memoria di Pollak, di sua moglie Julia e dei figli Wolfgang e Susanna, per non dimenticare.

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3 Commenti
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Filippo Gammarelli
3 Agosto 2022 12:51

Bello l’articolo, pur con qualche errore, molto bella e commovente la fine eroica di Pollak,

Elisabetta Vitalini Sacconi
3 Agosto 2022 6:34

Bellissimo articolo, brava Lucilla!

Federica Ricci del Riccio
2 Agosto 2022 16:39

Il gruppo marmoreo non mi è mai veramente piaciuto. É tutto un “po’ troppo”. La storia di Pollak invece è fascinosa e corro a comprare il libro!