La Lampadina/Libri – Dell’anima non m’importa

Recensione di Elvira Amabile Coppola, Autore Ospite de La Lampadina

Dell’anima non mi importa
di Giorgio Montefoschi
Edito da La nave di Teseo, 2022
pagine: 320

Segreti di vite celati dalla normalità del quotidiano. I raffinati libri di Giorgio si muovono in questo quadro. Questa volta più colloqui alternati a minuziose descrizioni. Un sottile cambio di stile.
I protagonisti, attori della vita, si trasformano, gioiscono, soffrono invecchiano, muoiono.
Riaffiorano argomenti religiosi, la fede, i misteri della reincarnazione. Culture orientali che sfumano nel cattolicesimo, più carnale ed esplicito, tuttavia indecifrabile. Si scivola tra colloqui suggestivi dei personaggi sempre ammaliati dai giganti della letteratura. Stendhal, Musil, Balzac… si accendono come luci nei romanzi di Giorgio. E si spengono lasciando scie, come le stelle cadenti.
Tra un tavolo, un divano, un giardino fiorito. Sorseggiare un drink confidando un sentimento ad un amico. Scrutare una figlia cercando di comprenderne i progetti. Glissare le richieste di una moglie impaurita da un tradimento che offende. Le toglie la sicurezza di una protezione sempre agognata. Il tradimento rappresenta una privazione che sgomenta. Le rivalse illudono. Sono inutili.
Una Roma un pò fané sempre uguale sempre mutante é la cornice degli accadimenti. Anche le Dolomiti raggiunte come un’oasi che dovrebbe dare ristoro definiscono passioni sofferte.
Enrico s’illude di superare un momento di crisi ricominciando una vita nuova. Il tradimento dà una spinta al cambiamento. L’attrazione erotica rianima l’energia.
La fascinazione per la cultura del padre dell’amante. Tutto si consuma inesorabilmente lasciando strie di dolore. E gli stessi percorsi gli stessi gesti nascondono passioni e drammi. Così le cose inanimate si colorano del patos di chi sta vivendo un dolore o una gioia. Anche il cibo che si consuma normalmente diventa un rituale che circonda il divenire sofferto. Carla si strugge perchè patisce la stessa crisi abbandonica dell’infanzia. Un marito con 20 anni di più per colmare una figura paterna dileguata. Un marito stanco che ritorna. La paura della malattia che si affaccia. Un ritorno.
Ma non è abbastanza. Carla spera di riavere ancora Enrico avvolgente e protettivo come un tempo. Enrico si strugge di un’infinita tenerezza che non sa comunicare.
Ne soffre mentre sente affievolire la forza vitale. La quotidianità che sembra banale è lo scrigno prezioso nel quale i romanzi di Giorgio Montefoschi si svolgono senza mai raccontare esplicitamente. Leggere é come spiare ipnotizzati dalla trasparenza sotto la quale si agita il dramma ineluttabile della vita.
Parole, quiete, gesti, riti, apparizioni travolgenti dell’affettività di figli traboccanti energia e salutare indifferenza.
Dell’anima non importa a nessuno. E la vita va.

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