di Gianni Fazzini
Cento anni fa nasceva il geniale architetto inglese che a soli quattordici anni si era proposto di decifrare la misteriosa scrittura Lineare B: a trent’anni sarebbe riuscito in un’impresa in cui avevano fallito archeologi, filologi e linguisti di chiara fama!
Tutto nacque dalla domanda che uno studente appena quattordicenne rivolse a Sir Arthur Evans, il mitico scopritore di Cnosso: “Did you say the tablets haven’t been deciphered, Sir?”!
Era il 16 ottobre 1936 e durante una visita della Stowe School alla Burlington House di Londra – sede della Royal Academy of Arts – al termine della conferenza su “The Minoan World” tenuta da Sir Evans per celebrare i cinquanta anni di vita della British School di Atene, lo studente Michael Ventris che, pur se solo quattordicenne, già padroneggiava varie lingue, antiche e moderne, chiese conferma del fatto che le tavolette rinvenute a Cnosso – scritte in lingue sconosciute, che per talune loro caratteristiche erano state denominate da Evans Lineare A e Lineare B – fossero fino ad allora sfuggite a qualsiasi tentativo di decifrazione, messo in atto da filologi, paleografi, linguisti e archeologi, in primis dallo stesso Evans. Alla risposta affermativa, seguì un breve scambio di parole tra il famoso archeologo e il giovane studente, che non era affatto imbarazzato nel trovarsi a parlare con uno studioso di tale levatura, tanto che alla fine di questo breve ma curioso e interessante confronto il giovane Michael chiese rispettosamente a Sir Evans il permesso di potergli successivamente scrivere in merito a quei problemi linguistici antichi; il permesso fu accordato, Michael scrisse e Sir Evans, pur se preso da innumerevoli impegni, fu così garbato da rispondere: lo scopritore di Cnosso, che sarebbe morto cinque anni dopo, ormai novantenne, non poteva immaginare che quella giovane e dinamica mente avrebbe risolto di lì a poco meno di vent’anni il mistero della Lineare B; si può ipotizzare che solo un fato avverso avrebbe poi impedito la soluzione anche del mistero della Lineare A che “forse” – non possiamo tuttavia affermarlo con certezza… – il geniale architetto (perché in tale disciplina si sarebbe successivamente laureato Michael Ventris, non in filologia o paleografia) avrebbe potuto risolvere per il mondo intero!
Ma chi era questo curioso quattordicenne? Nato il 12 luglio 1922 a Weathampstead – nel Hertfordshire, contea situata una trentina di km a NO di Londra – in un’agiata famiglia inglese, Michael venne educato fin da piccolo in un clima cosmopolita ed intellettualmente stimolante: il padre era stato ufficiale superiore dell’esercito britannico ed aveva prestato servizio in India, mentre la madre, per metà di origine polacca, si sforzò di inculcargli una capacità analitica e una indipendenza di giudizio che gli sarebbero state di notevole aiuto nella realizzazione del suo sogno di studente quattordicenne di decifrare un’antica lingua, ostica e ignota, che da decenni costituiva un enigma impenetrabile per tutti gli studiosi dell’Antica Grecia, per l’appunto la Lineare B.
Già a sei anni Michael aveva imparato da solo la lingua polacca – con l’ovvia e oculata guida della madre – e poi, trovandosi a vivere in Svizzera. dove si era trasferita la famiglia affinché il padre potesse meglio curarsi dalla tubercolosi da cui era stato colpito, aveva compiuto i suoi primi studi a Gstaad, nel Cantone di Berna, divenendo così in breve tempo padrone delle lingue tedesca e francese. Rientrata la famiglia in Gran Bretagna, Michael poté concedersi frequenti visite al British Museum in compagnia della coltissima madre, sviluppando una profonda passione per la cultura classica: poi nella Stowe School da lui frequentata imparò molto bene anche il greco antico e il latino, pur senza eccellere come studente. Dopo il suo incontro con Sir Arthur Evans, Michael si procurò la copia fotografica delle misteriose tavolette rinvenute sia a Cnosso nel 1900 proprio da Evans, sia di quelle che successivamente (1939), sarebbero state rinvenute durante gli scavi della reggia di Nestore “nella sabbiosa Pilo” da Carl Blegen e studiandole arrivò a formulare l’ipotesi che questa lingua misteriosa chiamata Lineare B fosse in qualche modo imparentata con l’etrusco, altra lingua antica di cui si sapeva molto poco: a tale riguardo, nel 1940 Ventris pubblicò sull’American Journal of Archaeology un articolo dal titolo Introducing the Minoan Language, nel quale illustrava il proprio convincimento circa l’affinità tra le due misteriose lingue.
Nel frattempo il giovane Michael – colpito dalla morte del padre nel 1938 e due anni dopo dal suicidio dell’amatissima madre – dapprima intraprese gli studi universitari, seguendo tuttavia non un indirizzo di studi classici, bensì architettura, poi a vent’anni fu richiamato in guerra e servì il proprio Paese come navigatore nella Royal Air Force. Con la fine del conflitto mondiale riprese gli studi di architettura, completandoli brillantemente nel 1950 e realizzando importanti lavori in Svezia e in Gran Bretagna: tra gli altri, insieme con la moglie Lois Knox-Niven sposata nell’aprile 1942, anche lei architetto, progettò la casa di Hampstead in cui vivevano al momento della sua tragica morte avvenuta nel 1956.
Tuttavia, malgrado ampie soddisfazioni professionali come architetto, Michael non aveva mai abbandonato il suo interesse per gli studi filologici, con il sogno di giungere a decifrare la Lineare B e a tal fine nell’immediato dopoguerra si mise in contatto con una decina di studiosi (come lui coinvolti in quell’interessante sfida filologica) con i quali prese a scambiare periodicamente riflessioni, dubbi, scoperte, nuove teorie e parziali insuccessi. Furono in particolare alcuni studi pubblicati anch’essi sull’American Journal of Archaeology negli anni dal 1945 al 1948 dalla studiosa americana Alice Kober (morta nel 1950, a soli 43 anni, con la quale Michael, peraltro, non fu mai in contatto diretto) a metterlo sulla buona strada e a fargli capire – abbandonando la pista etrusca da lui accarezzata per tanti anni – che la scrittura sillabica Lineare B era una forma arcaica della lingua greca, primordiale quanto si voglia, ma indubbiamente greca! Una volta rinsaldatosi nelle proprie convinzioni, Michael riuscì a fare questo annuncio sensazionale nel giugno 1952 sul Terzo Programma della BBC, condensando il faticoso frutto delle sue decennali fatiche nella seguente celebre frase, riportata in tutti i testi di Filologia Micenea: “Anch’io, per un lungo periodo, ho pensato che dall’etrusco potesse venire la chiave per la decifrazione; in queste ultime settimane, però, sono giunto alla conclusione che le tavolette di Cnosso e di Pilo devono, malgrado tutto, essere scritte in greco: un greco arcaico e difficile, quale può essere un greco scritto cinquecento anni prima di Omero e in una forma alquanto abbreviata ma, cionondimeno greco!”. Al successivo riscontro da parte di numerosi studiosi le sue conclusioni apparvero giuste!
Era il pieno successo per un geniale architetto inglese – in definitiva un dilettante in campo archeologico e filologico – che era riuscito lì dove avevano fallito archeologi, filologi e linguisti: beninteso, Michael si avvalse anche delle riflessioni di chi l’aveva preceduto nelle indagini, in primis Alice Kober, i cui meriti furono ben riconosciuti dal filologo John Chadwick, che Michael aveva chiamato a collaborare con lui; dopo la morte prematura di Michael, Chadwick affermò che il contributo offerto da Alice Kober allo studio della Lineare B era stato “the most valuable before Ventri’s final solution”.
Michael Ventris morì il 6 settembre 1956, a soli trentaquattro anni, in un incidente stradale presso Hatfield, mentre a tarda notte stava rientrando verso casa. Per la sua decifrazione della Lineare B Michael ricevette vari riconoscimenti, in vita e postumi: gli fu conferita una laurea ad honorem in Lettere Classiche dall’Università di Uppsala nel 1954; ottenne una Medaglia d’Onore dall’Istituto Archeologico Germanico nel 1955; sempre nel 1955 fu insignito dell’onorificenza britannica dell’OBE (Officer of the Order of the British Empire) per i servigi resi alla Paleografia Micenea; dopo la sua morte, sul muro esterno della sua casa di Hampstead è stata apposta una prestigiosa English Heritage Blue Plaque, che ricorda il suo soggiorno in quella casa che era stata progettata da sua moglie e da lui; nel 1959 gli fu concessa dalla British Academy la Kenyon Medal per gli studi classici e l’archeologia; in Heraklion, capoluogo dell’isola di Creta gli è stata intitolata una strada. Tutto il mondo accademico ed intellettuale pianse la sua prematura scomparsa e il suo lavoro fu riordinato e pubblicato in varie riedizioni da Chadwick che tuttavia, pur essendo un valido filologo classico, senza l’opera di Michael non fu in grado di scoprire nulla di nuovo nel campo della Filologia Micenea!