MUSICA – Due giorni interi di fila per ascoltare un artista: il Don Giovanni dei pianisti

Accadde per il concerto di un artista ucraino naturalizzato in Stati Uniti assolutamente eccezionale, una cometa: Vladimir Horowitz.
Nel 1965 per il concerto di Horowitz alla Carnegie Hall di New York la gente fece ben due giorni di fila per avere i biglietti. Parteciparono più di tremila persone. Horowitz era chiamato il “re della tastiera” ed era il pianista meglio retribuito al mondo.
Horowitz non fu un “enfant prodige” ma ebbe una carriera folgorante.
Nato vicino a Kiev nel 1904, Horowitz studiò a Charkiv con il pianista e compositore Blumenfeld, che ne colse subito le immense potenzialità. La consacrazione di Horowitz avvenne nel 1928 a New York dove eseguì il terzo concerto per piano e orchestra di Rachmaninov in una versione a due pianoforti in duo con l’autore stesso!
Esercitava sul pubblico un fascino particolare, era indomabile e fuori dagli schemi. In ogni concerto rischiava il tutto per tutto e questo suo essere così estremo era qualcosa che il pubblico adorava. È stato il primo pianista a catturare realmente l’ammirazione delle grandi masse. La sua tecnica poderosa ed il suono personale lo fregiarono dell’etichetta “il più grande virtuoso mai visto”. Insomma Horowitz era una vera star. Dal 1932 iniziò una collaborazione con il Maestro Toscanini di cui in seguito sposò la figlia Wanda. Fino al 1936 svolse una intensa attività concertistica poi a causa di un intervento chirurgico prese due anni di riposo. Riprese i concerti nel 1939 con particolare attenzione ai suoi contemporanei, in particolare Prokofiev.
Nella sua carriera Horowitz ebbe per diversi anni problemi depressivi, che riuscì a superare. Si dedicò con accanimento alle incisioni in disco della sua musica come fosse la scoperta di un nuovo mezzo di immensa crescita della sua personalità di musicista. Nel 1965, ricompare trionfalmente alla Carnegie Hall e proseguirà la sua attività concertistica in giro per il mondo fino al 1985. Nel 1986 il Presidente Ronald Regan gli conferirà la “Presidential Medal of Freedom” la più alta onorificenza ai civili. Muore il 5 novembre 1989. Sarà ricordato anche come il più grande interprete di Schuman.
Carlo Zecchi diceva che Horowitz era il Don Giovanni dei pianisti e il Maestro Franco Mannino , compositore e direttore d’orchestra, dopo averlo ascoltato lo ricorda così: ”Raramente avevo ascoltato un pianista che riuscisse a unire tutte le doti che avevo ascoltato in quel momento: bellezza del tocco, intuizione musicale, tecnica trascendentale”.
Tutto ciò per dire che gli artisti così singolari e visionari come Horowitz sono indispensabili nel panorama musicale e che questi spiriti liberi ci spalancano delle finestre sul mondo e ci lasciano accedere al loro universo personale.
I veri geni forse non sono molti ma Horowitz era certamente tra questi.

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2 Commenti
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Carlotta Staderini
10 Dicembre 2022 15:52

Grazie per il gentile commento.

Gustavo delli Paoli Carini
10 Dicembre 2022 9:11

Di Horowicz conoscevo il nome, non la straordinaria popolarità di cui godette! Grazie