ABBIAMO OSPITI/ARTE – La cena della beffa e Antonio Canova che si finge Giorgione

Articolo di Francesca Antonacci e Damiano Lapiccirella, Autori Ospiti de La Lampadina

Il 2 dicembre il Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto ha inaugurato una interessante mostra dal titolo “La beffa. Canova e Giorgione, storia di un autoritratto. Titolo enigmatico che rivela tutta la particolarità del progetto e soprattutto dell’opera che ne è la protagonista assoluta, il cosiddetto Autoritratto di Giorgione eseguito dal grande scultore neoclassico Antonio Canova.
Il dipinto, davvero unico nel suo genere, racconta la storia di una beffa…

È il 1792. Antonio Canova e il proprio protettore e mecenate, il principe Abbondio Rezzonico – senatore di Roma -, mettono in piedi una vera e propria burla nei confronti dei maggiori artisti e intellettuali allora presenti a Roma. L’obiettivo era quello di dimostrare che oltre ad essere un incredibile scultore, Canova era anche un bravo pittore.
Così, in occasione di una cena a casa del principe Rezzonico, i due complici presentarono, questo dipinto realizzato dal Canova, spacciandolo appunto per l’Autoritratto eseguito da Giorgione di cui tanto si favoleggiava ma che si conosceva solo tramite alcune incisioni. Per rendere il tutto credibile, il dipinto fu realizzato abilmente da Canova su di un’antica tavola cinquecentesca dove era già dipinta una Sacra famiglia, basandosi sull’incisione di Carlo Ridolfi ne Le meraviglie dell’arte pubblicate a Venezia nel 1648. Per l’abilità con cui era stato eseguito, l’inganno ebbe buon esito, l’auto-ritratto fu da tutti giudicato autentico come realizzato per mano di Giorgione.

“[…] tutti s’appressarono a vedere il quadro, ed unanimemente giudicarono essere originale, esclamando, questo è Giorgione; come è dipinto! come è disegnato! che bell’effetto di colore!”.
A. D’Este, Memorie di Antonio Canova

Dopo aver fatto parte della prestigiosa collezione del principe Rezzonico e poi del Cavalier de Rossi, l’opera passa di mano ad un merciaio romano. Da allora, il dipinto si inabissa nell’immenso mare delle opere anonime fino ad arrivare nella nostra galleria. Quando ne siamo entrati in possesso alcuni anni fa, fin da subito abbiamo capito l’importanza dell’‘anonima’ e misteriosa opera su tavola che avevamo tra le mani di cui nel tempo, se ne erano perse le tracce, la sua paternità, la sua avvincente storia.

Avendo presto intuito che poteva trattarsi del cosiddetto Autoritratto di Giorgione, di cui parlavano le più autorevoli fonti sulla vita di Canova, abbiamo fatto eseguire la riflettografia dell’opera su tavola cinquecentesca che ha evidenziato l’immagine della Sacra famiglia sulla quale Canova dipinge. Questo ha dato inizio all’avvincente percorso di ricerca e indagine che ha portato a far riemergere dall’oblio il misterioso dipinto.

L’accurato esame delle fonti ha consentito allo studioso Fernando Mazzocca, di confermare questa importante scoperta e di ricostruire tutti i risvolti di una storia appassionante, a conferma dell’amore di Canova per l’antica e gloriosa pittura veneziana, da cui trasse ispirazione anche per la sua scultura (per approfondire potete leggere qui il testo dello studio svolto sull’opera).

La mostra “La beffa. Canova e Giorgione, storia di un autoritratto” – che rimarrà aperta fino al 10 aprile 2023 – si concentra proprio su questo punto, svelando il dialogo sui generis poco noto ma tutt’altro che poco significativo, intrattenuto da Antonio Canova con il pittore Giorgione, del quale anch’egli avvertì l’irresistibile, benché sfuggente, fascinazione. Questo progetto si conferma per essere un significativo punto di incontro tra il percorso di ricerca e studio proprio del Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto e le celebrazioni che, nel 2022, vedono impegnato il Museo Gypsoteca Antonio Canova di Possagno nella ricorrenza dei 200 anni dalla morte dello scultore neoclassico.

Il dipinto sarà quindi in mostra al Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto fino al 10 aprile 2023 e poi tornerà a Roma nella Galleria Antonacci Lapiccirella di Via Margutta.

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