È sempre molto emozionante poter scrivere di un viaggio compiuto da poco. Di nuovo, La Lampadina ci ha fatto divertire, ci ha emozionato, fatto sognare e organizzato un viaggio che ha rasentato, senza esagerare, la totale perfezione.
In primis, usando un linguaggio tecnico, parliamo della “location” del nostro albergo. Una scelta ideale:
– centrale per raggiungere facilmente le numerose attività organizzate per noi
– discreto: visto che era situato alla fine di un vicoletto, con uno slargo dove sedere all’aperto ed incontrarsi.
– Incredibilmente economico, visto che, dopo lunghe trattative, gli organizzatori avevano ottenuto per noi partecipanti un prezzo veramente conveniente. Specialmente considerando che eravamo a Venezia durante la Biennale d’arte contemporanea e con la solita invasione di turismo!
– Le camere, piccole e ‘shabby chic’, ma alle quali non mancava niente.
Chi sono i protagonisti di questa incredibile avventura?
– Come sempre Carlo e Isabella hanno fatto miracoli nell’elaborare già dal mese di marzo di quest’anno, un programma perfetto. Isabella, poi, preso in carico il gruppo, non ci ha perso di vista un attimo. Compito non facile visto il numero dei partecipanti!
– Ludovico Pratesi era, come sempre quando si tratta di arte contemporanea, perfetto nelle sue chiare e eloquenti spiegazioni. Indispensabile avere la sua guida visto la complicata chiave di lettura dell’arte di oggi.
– Francesca (Vattani)! Grazie a lei, il Palazzo Rocca Contarini ci ha aperto porte e finestre con vista sul Canal Grande. Un vero privilegio. Non contenta di questo, ci ha regalato una serata unica con l’aiuto dei sorridenti nipoti in veste di camerieri.
– ‘Last but not least’, i soci della Lampadina. I partecipanti al viaggio a Venezia pronti a macinare chilometri tra calli, ponti ed altri luoghi meravigliosi senza lamentarsi ed in ordine perfetto.
Ricordo con delizia le nostre giornate piene, fin dal primo giorno, di tappe a cui non rinunciare.
La sera del nostro arrivo nel pomeriggio di giovedì era stata organizzata una puntata alla Fenice con una visita dei luoghi magnificamente restaurati dopo l’incendio del 29 gennaio 1996. Seguita poi da un concerto del Duo David, con le sonate per violoncello e piano di Debussy e Rachmaninov e la Sonata in re del compositore napoletano Mario Pilati. Il tutto finito in una cena eccellente alla Taverna Fenice.
Anche il giorno dopo, venerdì, non ci ha privato di niente. La Mostra ‘Vedova/Rainer’ della Fondazione Vedova, per cominciare, ai Magazzini del Sale. Lì Vicino, a Palazzo Contarini Polignac, vediamo una sorprendente mostra dell’artista coreano Chun Kwang Young, ‘Times Reimagined’. Una tinta di ecologia nelle sue gigante opere realizzate con pagine di vecchi libri di una carta ricavata dagli alberi di gelso.
Non ci siamo fatti mancare le opere di Anish Kapoor. Prima alle Gallerie dell’Accademia, per poi rintracciarlo ancora a Palazzo Manfrin. Un palazzo acquistato dall’artista per esporre una rassegna del suo lavoro non sempre accettabile. Per concludere la densa giornata di visite, ci voleva la raffinata mostra di ‘Afro: 1950-1970. Dall’Italia all’America e ritorno’ a Ca’ Pesaro. Un vero regalo.
Inutile dire che ogni tanto sono previsti i fondamentali ‘cicchetti’ per interrompere le nostre giornate di intenso impegno. Per quanto mi riguarda, tanto baccalà mantecato è un profumato bicchiere di Chardonnay ghiacciato.
Sabato è tutto dedicato alla Biennale. Il motivo per cui ci siamo tutti ritrovati a Venezia con Ludovico. Prima ai giardini con una selezione di padiglioni e la mostra. Per continuare poi nel pomeriggio all’Arsenale. Il titolo dell’evento quest’anno è ‘The milk of dreams’ curata da Cecilia Alemani. ma, sinceramente, a nessuno di noi ha fatto tanto sognare questa volta. Nella giornata di visita erano stati selezionati però certi padiglioni decisamente graditi: quello tedesco, l’americano, il belga, il giapponese, il maltese e, per concludere, l’interessante padiglione italiano preso in mano da un artista solo: Gian Maria Tosati. Per concludere la nostra impegnativa giornata, Carlo ci ha organizzato una piacevole serata al Circolo dell’Unione a Palazzo Mocenico.
Per fortuna il nostro viaggio non finisce qui! La giornata di domenica, prima di ripartire in treno nel pomeriggio, è stata sicuramente la più memorabile. Credo che nessuno di noi si aspettava l’emozione provata al Palazzo Ducale immerso nell’opera di Anselm Kiefer ‘Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo)’. L’opera evoca con forza e maestria l’oscurità dei nostri tempi. I muri sono stati ricoperti di grandi veli neri per accogliere le sue immense tele. Che dire? Una Capella Sistina del XXIsecolo? Chi l’ha vista sicuramente non si scorderà della potenza delle immagine di cui eravamo circondate.
La conclusione del nostro giro a Venezia ci porta a Palazzo Grassi per scoprire la difficile mostra dell’artista sud africana, Marlene Dumas: “Open-end”. Tante emozioni da ricordare grazie al denso programma di cui tutti noi ci portiamo a casa un bellissimo ricordo, e alcuni di noi anche un certo virus che purtroppo va ancora di moda questi giorni. Era da temere e così è stato.
Grazie alla Lampadina per questi momenti unici e per la complessa e perfetta organizzazione.
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