COSTUME – Saggezza popolare 2

In un precedente nostro numero, qualche tempo fa, avevo parlato del mio disaccordo, o incomprensione nei riguardi di alcuni detti della nostra saggezza popolare.
Ne avevo citato alcuni che ritenevo  incomprensibili, ma la nostra tradizione ce ne offre tanti altri, di ogni genere e per ogni occasione.
Fra gli altri:
“Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. Come dire “Non osare troppo o ci rimetti le penne”.
Una opposta perla di saggezza popolare, recita però “Chi non risica non rosica”. Cioè chi non osa…resta al palo.
Ed ancora, in disaccordo a quest’ultima, si recita invece “Chi si accontenta gode”. Per chi non ha fatto carriera, per chi non ha migliorato il suo stato economico o sociale, per tutti quelli che non hanno “risicato” si palesa la serena felicità dell’immobilismo.
Il “chi si accontenta” si applica ad ogni campo del nostro vivere. Ci si accontenta della propria casa, del proprio stipendio, del poco tempo libero, della disattenzione dei parenti o della troppa attenzione della suocera. Se ne può parlare anche riguardo all’estetica.
Le Belle. Bastava si lavassero la faccia la mattina e si dessero un colpo di spazzola veloce, ed erano splendenti. Un veloce sguardo allo specchio. “Bene così” ne era la risposta. Dall’altra parte le Bruttine. Dormivano, anzi vegliavano, con la testa piena di bigodini che si infilavano nel cranio. La mattina si liberavano, speranzose, della tortura. Capelli malamente ondulati, finalmente liberati, piovevano intorno alla faccia. Interrogavano lo specchio a lungo. ”Ahimè” ne era la risposta. Le madri premurose suggerivano nuovi modi di pettinarsi, molta attenzione al vestito che nascondesse qualche grossa magagna.
Insomma, da una parte, facile naturalezza, dall’altra faticosa costruzione. Gli anni passano. Le Belle continuano non occuparsi del loro aspetto. Continuano a dare veloci occhiate allo specchio e si limitano ad essere in ordine. Le Bruttine di una volta hanno proseguito invece con tenacia e determinazione a lottare per migliorare il loro aspetto. Mai si sono accontentate. Il fine era la conquista di qualcosa il più possibile vicino alla bellezza. Hanno studiato a fondo la loro faccia per ottenere la pettinatura più adatta al loro viso che fosse a triangolo, tondo o ovale. Hanno studiato un trucco che nascondesse gli occhi sporgenti e la bocca stretta. Non hanno badato a spese per dei vestiti che  attenuassero i difetti della loro corporatura. Ed ora, finalmente la rivincita.
La Bella, che poco o nessun tempo ha dedicato al suo aspetto che “andava bene così” non ha più che poco dell’antico splendore. I capelli, per le poche cure, un po’ rovinati, la faccia segnata, i vestiti decorosi ma non ricercati: si era accontentata per tutta la vita senza cercare di migliorare.
La ex bruttina pettinatura a la page, vestito di sartoria, capelli lucidi e meravigliosi, trucco invisibile ma perfetto. Ora la bella è lei. Ha faticato tanto da sempre, mai si è allontanata dalla lotta, ed ora…vincente! il suo aspetto odierno ha conferito anche al suo passo una sicurezza nuova. Ci si volta a guardarla…ha qualcosa, quel non so che…
Passa trionfante, lancia uno sguardo di commiserazione alla ex bella. ”Mamma mia ,come si è ridotta”. Raddrizza la schiena e procede radiosa.
Allora vogliamo ripensare un attimo alla cosiddetta saggezza popolare?
“Chi si accontenta gode” o “Chi non risica non rosica”?

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