CULTURA – Cleopatra “Irresistibile la sua dolcezza e l’armonia della sua voce”

Il 12 agosto del 30 a.C., all’età di 39 anni, moriva Cleopatra Tea Filopatore, la sovrana egizia meglio conosciuta con il semplice nome di Cleopatra anche se fu la settima regina a portare questo nome. Ultima regnante del periodo tolemaico, con la sua morte l’Egitto vedrà definitivamente la fine del periodo ellenistico e diverrà una provincia romana. Amante di due dei più potenti uomini del suo tempo, seduttrice e dotata di grande carisma e abilità diplomatiche, Cleopatra VII fu una dei nemici più temuti di Roma. Amata dal suo popolo preferì il suicidio alla fine ingloriosa che Roma le avrebbe preservato. È proprio la morte della famosa regina che ha reso ancora più affascinante e suggestiva la sua vita già ricca di colpi di scena: piuttosto che sfilare per le strade di Roma come un trofeo di guerra, e vedere il suo regno sottomesso, si tolse la vita inscenando una morte a dir poco teatrale.

Rileggendo un libro con la sua storia, mi ha colpito la Sua astuzia fascinosa con cui ha conquistato i due grandi uomini dell’epoca.
Il primo, Giulio Cesare, è ad Alessandria per un colloquio con i reali in dissidio tra loro. Cleopatra al momento è emarginata dalla famiglia e vuole l’appoggio dell’imperatore romano. Una scena immortalata dai grandi film, si fa trasportare da un suo servo, avvolta in un tappeto alla dimora occasionale del sommo, srotolato il tappeto, voilà Cleopatra con tutto il suo fascino, il colpo di fulmine e il supporto incondizionato sono immediati.
La seconda con Marco Antonio, una vicenda particolare e studiata da Cleopatra stessa nei minimi particolari e che per come si è svolta, va ricordata per la sua scaltrezza.

L’antefatto: Cleopatra su invito di Cesare è a Roma in una splendida villa, la Horti di Cesare, lungo Trastevere alle pendici del Gianicolo. Con l’assassinio di Cesare, i tumulti e le morti che si succedono, fugge precipitosamente e a mezzo delle sue navi, torna ad Alessandria. Lì riesce a mantenere il suo regno lottando con i propri familiari, sorella e fratello/marito, che successivamente farà eliminare brutalmente.
A Roma, nel frattempo, dopo la fine ingloriosa di Cesare tra delitti, fughe, cospiratori e una serie di nefandezze, ecco assurgere a salvatori di quel mondo Antonio e Ottaviano che dopo lunghe trattative si accordarono per una soluzione che non li esponga ad una guerra fratricida. L‘accordo prevede l’Italia e parte della Europa sotto il “governatorato” di Ottaviano mentre l’Egitto e parte dell’Asia sotto quello di Antonio.
Antonio deve preoccuparsi dell’Egitto, timoroso di perdere quel mondo ricco e importante, che dopo la morte di Cesare, dà segni di incertezza nei confronti di Roma; Convoca pertanto Cleopatra a Tarso, quasi una minaccia per la regina di un grande Paese. Cleopatra non risponde all’invito, Antonio è pronto a costringerla ad un accordo con le buone o con le cattive; finalmente la regina, annuncia la sua disponibilità per il mese a seguire, tempo evidentemente necessario per modificare la più grande delle sue navi, che la porterà a destinazione. La farà addobbare con rifiniture sontuose, con legni pregiati, oro e argento.
Giunto il giorno stabilito, l’arrivo al porto è annunciato dall’equipaggio femminile della nave, con un suono incantevole di strumenti e canti, una leggera brezza porta a terra un dolcissimo profumo di essenze varie. Cleopatra è sulla coperta adagiata su un triclinio, indossa solo una tunica trasparente, praticamente nuda. Lo stupore della folla assiepata lungo le ali del porto è al massimo. La nave attracca alla banchina dove, a dovuta distanza, sono schierati Antonio e i suoi generali. Lanciate le passarelle, la regina si alza dal suo giaciglio, un rapido sguardo verso i generali e scompare all’interno della nave.
Minuti passano ma della regina nessun altro segno di vita, tanto che dopo un certo tempo, Antonio invia un suo generale alla nave per intimarle di scendere. Il Generale viene accolto dalle tante ancelle che premurose gli offrono vino, cibo e quanto altro ma gli comunicano che Cleopatra non sarebbe scesa per il suo stato di regina di un paese straniero e che, doveva essere Antonio a venire al suo cospetto per renderle omaggio. Un momento di incertezza da parte del generale che viene pregato di comunicare ad Antonio che comunque l’intera nave è a sua disposizione e che Cleopatra sarebbe lietissima di un incontro e invitava tutti per la colazione a bordo.
Al ritorno del messaggero Antonio viene colto da una collera fredda e distaccata, avrebbe voluto assalire la nave, Lui sommo generale romano trattato così… ma opportunamente, dopo un necessario conciliabolo e sebbene titubante, decide assieme ai suoi generali, di accettare l’invito. Una volta a bordo sono accolti in modo magnifico viene offerta loro la più sontuosa delle colazioni difficile da immaginare, ogni sorta di cibo e vino e prelibatezze uniche che rese il gruppo ebbro di tanta magnificenza. Solo a metà della colazione appare Cleopatra che con estrema leggerezza e semplicità si unisce al gruppo ed invita poi Antonio nei suoi appartamenti per la giusta trattativa e accordi. Il resto lo immaginiamo e lo conosciamo, dopo quella colazione, ce ne furono numerose altre ma fu quella l’occasione che fece perdere la testa al grande Marco Antonio.
La storia come sapete durò una decina di anni, un amore folle, poi il crescere delle dispute con Ottaviano, la sconfitta di Azio, il ritirarsi ad Alessandria, la prospettiva della sconfitta definitiva, hanno portato al suicidio di Antonio e poco dopo quello di Cleopatra. La storia, le credenze popolari ci raccontano che Cleopatra si suicidò con il morso fatale di un aspide, evento certo intrigante per la fine di una grande regina. Non sembra però sia andata così, ma avvenuta per mezzo di una pozione di veleno, cicuta oppio e altro, preparato dalla stessa Cleopatra, maestra nel maneggiare droghe e veleni, e con la quale perirono anche le sue ancelle.
La sepoltura avvenne, con una richiesta particolare ad Ottaviano, nello stesso luogo di Antonio, ma è rimasto sconosciuto.

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