Articolo di Luigi de Vecchi*, Autore ospite de La Lampadina
La Fondazione Sylva è nata a maggio del 2021. La sua gestazione ha coinciso con un periodo difficile, gli anni della pandemia, l’emergenza sanitaria più importante della nostra epoca che ci ha travolto come una grande onda, e nello stesso tempo ci ha reso più consapevoli. Abbiamo capito che l’impalcatura delle civiltà moderne può crollare da un momento all’altro come un castello di carte, che il mondo che abbiamo costruito poggia su fondamenta fragili, e che abbiamo abusato della Natura, considerandola un deposito di risorse da cui attingere in maniera avida e inarrestabile, impoverendola e danneggiandola, come se la Natura fosse altro da noi.
C’è qualcosa che si può fare per invertire questo processo di degrado? Come possiamo contribuire al cambiamento?
Fondazione Sylva nasce da queste domande; dunque dal bisogno di impegno, di tutela, di essere parte di un processo nuovo, dalla voglia di prenderci cura del paesaggio e delle risorse naturali. E nasce non a caso in Puglia, nel Salento, territorio di straordinaria bellezza che è stato martoriato dal disastro ecologico causato dalla Xylella Fastidiosa. Anche questa, una pandemia. La pandemia degli ulivi, ma cento volte più letale del Covid: in meno di dieci anni, ha portato all’essiccamento venti milioni di alberi. Un paesaggio, una ricchezza, un’economia, un patrimonio di storia e bellezza spazzati via come da uno tsunami.
Sono molto legato al Salento, significa famiglia, amicizie, momenti piacevoli. Percorrere in auto le strade che costeggiano le campagne e guardare fuori dal finestrino, oggi è come un brivido lungo la schiena. Chilometri di paesaggio spettrale. Gli ulivi un tempo maestosi, i tronchi intrecciati e possenti hanno lasciato il posto a carcasse vuote; le chiome floride e verdeggianti sono nuvole di cenere.
Si può restare inermi di fronte a un disastro di tale portata? È così che con gli amici della Fondazione Sylva abbiamo deciso di piantare alberi. È questa la nostra missione: piantare il più possibile, riforestare, portare linfa vitale dove la pandemia, la siccità, l’incuria e l’abbandono hanno fatto la loro parte. Noi facciamo la nostra. Proviamo a trasformare il vuoto lasciato dagli ulivi essiccati in un’opportunità.
Nel frattempo la Fondazione è cresciuta, lavoriamo in team, pensiamo e realizziamo progetti in tutte le regioni d’Italia. Stringiamo accordi con enti locali e aziende private, decise come noi a implementare cambiamenti locali che abbiano un impatto anche a livello globale. Perché per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, c’è bisogno di piantare ovunque; secondo gli scienziati, al pianeta servono mille miliardi di alberi in più.
Due sono le nostre sfide. La prima è il tempo: è il momento di accelerare tutti insieme verso la transizione, “Non c’è più ossigeno da perdere” è infatti il nostro motto. La seconda è sensibilizzare i più giovani, convincerli ad attribuire il giusto valore alla natura che ci circonda. È il modo più efficace che abbiamo per passare il testimone e investire nelle generazioni che verranno. Piantare alberi è un verbo coniugato al futuro: le foreste che cresceranno, salveranno chi verrà dopo di noi.
Qualunque altra cosa potessimo fare, non avrebbe potuto avere più urgenza e maggiore importanza di questa.
*Luigi de Vecchi, Presidente Fondazione Sylva