La città è tutta coperta di ghiaccio.
Come sotto un vetro, alberi, muri, neve.
Procedo sul cristallo timorosa,
così incerta è la corsa della slitta arabescata.
Sopra il San Pietro di Voronež corvi,
pioppi e volta di un cielo verdechiaro,
erosa ed appannata nel polline solare;
sui pendii di una terra possente,
vincitrice aleggia la battaglia di Kulikovo.
E, come coppe che si levino, i pioppi
risuonano d’un tratto più sonori,
quasi bevessero alla nostra gioia
mille ospiti, in un banchetto nuziale.
Ma nella stanza del poeta in disgrazia
vegliano a turno la paura e la Musa.
Ed una notte avanza
che non conosce aurora.
(1936, da “Il Giunco”)