Al momento il timore è di ricadere nei filoni fantascientifici dei tanti libri e film che ogni giorno da anni ci hanno “anticipato” il nostro futuro preannunciandoci difficolta, traumi, catastrofi. Forse, esisterà un antidoto per quel senso di angoscia che ci prende quando parliamo dei grandi temi così come per la pandemia?
L’ultima che leggo a proposito dell’I.A., è il risultato delle tante ricerche sulla lettura del pensiero. Se si arrivasse ad una lettura completa e alla portata di tutti, ahimè dove nasconderemo i nostri segreti?
Gli scienziati della University of Texas, ad Austin, dopo attenti studi, hanno pubblicato il risultato delle loro ricerche sulla rivista “Nature Neuroscience” dal titolo «Ricostruzione semantica di linguaggio continuo da registrazioni cerebrali non invasive».
Il tradurre questa frase già mi sembra arduo, in altre parole i ricercatori hanno dimostrato che la I.A. riesce a tradurre i pensieri privati degli esseri umani analizzando risonanze magnetiche funzionali (fMRI), che misurano l’afflusso di sangue in differenti regioni del cervello.
Ma come l’hanno ottenuto? Scelto un gruppo di volontari, li hanno messi di fronte ad una proiezione di un film e sottoposti a test registrandone le reazioni celebrali causate dalla serie di stimoli visivi e narrativi che sollecitavano nel cervello di ciascun individuo, nel corso del filmato.
Gli studiosi sono quindi riusciti a decodificare i pensieri controllando l’ossigenazione del sangue nelle varie aree del cervello, riuscendo così a seguire, ancora per sommi capi, quale fosse la trama della visione.
L’attività celebrale sembrerebbe un segnale in qualche modo criptato e l’intelligenza artificiale, potrebbe essere la sua chiave…in definitiva l’intelligenza artificiale è vicina a leggere il pensiero. Lo fa già, in qualche modo, ma ancora in maniera, approssimativa.
La nostra vita ne subirà le conseguenze, I vantaggi probabilmente tanti ma ancora non riusciamo a convincerci se minori o maggiore degli svantaggi, dovremmo però renderci conto che questa rivoluzione va gestita senza inutili drammi.
Tra le varie combinazioni positive di questo mondo pensiamo, ad esempio, che la lettura dei pensieri può ridursi in parole comprensibili. Obiettivo? Fornire uno strumento di comunicazione a tutti quei pazienti vittime di gravi traumi o problemi di parola, così che potranno utilizzare la scrittura o il linguaggio dei segni. Di questi esempi ne avremo a miglia e in ogni campo.
D’altra parte come non mostrarsi preoccupati per i rischi di un uso improprio di I.A.? Un esempio per tutti, il cosiddetto «exploit della nonna»: che, se richiesto e nonostante i filtri, può dare istruzioni per costruire una bomba non chiedendole direttamente all’AI, ma, mascherandole da favola raccontata dalla nonna ai propri nipoti!
I timori quindi tanti, anche per chi ha pensato e fatto nascere un progetto di tale portata, con l’obiettivo positivo di principio, di creare un sistema senza segreti. Il problema è che sembra invece palesarsi come possibile potente, pericoloso, facilmente manipolabile.
Come quindi contrastare l’uso improprio di questo sistema? Si è deciso di dare in mano, ad un numero veramente consistente di hackers, i codici di accesso così da testare i sistemi sotto ogni punto di vista e trovarne falle, incompatibilità e/o facili manipolazioni.
Non facile convincere i giganti del web a mostrare i propri codici segreti, ad un popolo così a rischio, ma nel corso di un recente vertice di qualche giorno fa alla Casa Bianca, i capi delle aziende più avanzate nel campo dell’AI, hanno dato il loro assenso, essendo ben preoccupati proprio per un possibile uso malevolo di questo nuovo mondo.
In conclusione, la comprensione delle rivoluzioni tecnologiche e delle grandi invenzioni non è mai stata immediata. La storia è piena di esempi di ogni tipo di incomprensioni, timori ai quali sono poi successi amore e piena accettazione/necessità. Pensate al miracolo dell’elettricità, la trasmissione suoni e musica della radio, l’utilizzo del vapore. Internet, Il cellulare quanti di noi all’inizio lo credevamo inutile e lo abbiamo perfino rifiutato, oggi non ne possiamo fare a meno, e il mappale sul telefonino poi…?
L’impressione è che stia succedendo la stessa cosa con l’intelligenza artificiale che però è un fenomeno ben più pervasivo e di una portata tale che la nostra comprensione al momento divaga fra le tante fantasie. Quindi è bene parlarne e anche confrontarci con le cose le più positive e non solo negative, che ne potranno derivare.
Il punto è che dietro alla Intelligenza Artificiale c’è un programmatore che non sempre è al corrente della destinazione dei suoi algoritmi. Vengono adottati sistemi che non risultano funzionali allo scopo o, come nelle nostre automobili, farraginosi e scarsamente utilizzabili. Negli uffici, nelle banche, per non parlare del cosiddetto “home banking”, ci si imbatte continuamente con sistemi e programmi a dir poco scarsamente funzionali e difficilmente “penetrabili”. Non vorrei che dietro tutta questa Intelligenza Artificiale si nasconda l’imbecillità naturale di chi elabora programmi utili soltanto alle sue tasche…