COSTUME – Magia delle vecchie case di villeggiatura

Fin da piccolissimi era LEI il nostro lungo rifugio estivo.

Anni or sono per un periodo lunghissimo: dal primo giorno di chiusura della scuola fino al primo di apertura. Da una vita lievemente più formale si passava ad una totale libertà. Costume da bagno e zoccoli. Gli amici erano i ragazzini del paese e le “figlie dell’alimentari“ Rosalba e Carmelina, invidiatissime perché potevano mangiare pane e salame del negozio a volontà… La madre contava le golia, incartate tonde, ad una ad una. Sapeva contare solo fino a dieci. Noi ne volevamo cento per uno. Faceva mucchietti da dieci. Attentissima a non sparpagliarle sul banco.

Uscivamo dalla lunghissima vacanza, magre, biondissime, inselvatichite. La casa, mano a mano cresceva con noi. Le tapparelle di cannucce, che svolazzavano quando dovevano riparare dalla luce, sostituite dalle persiane. Arrivarono poi bellissimi pavimenti di Vietri fatti a mano, si erano moltiplicati i bagni. L’acqua piovana che dal tetto riempiva la cisterna, non andava più pompata a mano per farla salire ai bagni superiori. Quando Papà, dal piano di sopra, diceva “POMPA!”, due di noi, a turno, andavamo in ingresso al lavoro. Una tirava di qua l’altra di là e sentivamo lo scroscio dell’acqua che riempiva i cassoni al primo piano. Nel pozzo invece venivano calati cocomeri per tenerli al fresco. Legati male. Se ne perdevano tanti.

La ghiacciaia sostituita dal frigo. Scomparsi  I bambinetti che portavano a piedi nel sacco di iuta le colonne di ghiaccio. Il viottolo buio da fare a piedi  per arrivare a casa.. sempre nero, senza illuminazione. Le pile sempre scordate o scariche. Ma negli anni potevamo salire con la 500 strusciando un pò i muretti laterali.

Il prato dietro casa attrezzato per il croquet. Dopo un periodo di assoluta regolarità nel gioco ottocentesco dell’infanzia di mia madre, avevamo inventato un “nostro” croquet ad ostacoli: volavano in cielo pericolosissime palle di legno. Difficile invece  fare divenire cruento il vecchio gioco del volano. Poi grandi tornei di ping pong. Ma quello “a giro”. Spintoni e risate. Quando non giocavamo a terra eravamo arrampicati sulle nostre case sui mandorli. Nei giorni di vento mattoni e palanche piombavano a terra. il nostro arredamento. Vietatissimo arrampicarsi sul lastrico solare cui si accedeva attraverso la finestra del bagno.

Poi un po’ più grandi. La nostra grande casa piena di ospiti dei genitori e nostri. A nessuno si diceva “non c’è posto”. sedici letti sempre tutti pieni. A volte anche “testa piedi” noi ragazzine. Facevamo grandi feste, si ballava, si mangiavano la pizza ed il cocomero. I primi flirt. Ogni stanza, ogni mobile ogni albero un ricordo. Vecchi mobili portati da altrove che da lontano riportavano altre memorie. Mia madre, tenace e decisa, piantava pinoli in barattolini. Presa in giro da noi tutti. Ci vorrà una vita, non li vedremo mai. Moriranno.
Ora cinque pini svettano maestosi sulla vecchia casa.
Poi, cresciuti. Vacanze all’estero. Soggiorni  più brevi nella vecchia casa. Sposati con figli piccoli: casa un po’ scomoda.
Nel tempo ognuno ha trovato altri nidi cui appoggiarsi l’estate. Periodi brevissimi. Per anni la vecchia casa ignorata e ricordata solo per lavori urgenti, costosi e di nessuna soddisfazione. Io non ci vado mai…non pago. Io non ho soldi. Io ho tante altre case… diversi proprietari e diverse esigenze. Una fatica mantenerla. E lei un po’ parecchio scrostata, ma sempre bellissima,.. resisteva. Un anno fa.. Vendiamola. Alcuni, più distaccati, per altri una decisione dolorosa, un dolore immenso ma…per fortuna è scomoda. Non la vuole nessuno. E da quando è in vendita i nipoti l’hanno riscoperta. Se la litigano. Fanno già progetti per il prossimo anno. Come sono i turni? A chi tocca agosto? La vecchia casa torna a vivere. Torna in funzione il forno per le pizze. Il dondolo è tutto dipinto di fresco, le sedie hanno nuove coperture. Sì, le ferite di anni di abbandono sono visibili. Sì non è certo un modello di buona manutenzione.
Ma, ogni volta che ci vado, comincio a sorridere da lontano nel ricordo di tanti felicissimi anni. Le case hanno un’anima e questa ha un animo felice.
Se siete in possesso di una vecchia amata e mal ridotta casa di villeggiatura, non la abbandonate, credetemi tornerà il suo periodo felice. Resistete!

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7 Commenti
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18 Settembre 2023 9:43

Cara Lalli,
abbiamo tutti questi magnifici e tenarissimi ricordi, è stato un piacere leggere il tuo articolo
Maria Luisa Pediconi

Angela
10 Settembre 2023 21:16

Ho rivissuto tanti momenti della mia gioventù leggendo quest’articolo quando passavo le vacanza con numerosi cugini nella casa di sasso di mia nonna nell’appennino parmense

Mirella Becucci
10 Settembre 2023 15:04

Splendido racconto, quante verità nascoste e poi svelate! E ora i giovani impareranno a custodirle.

Antonio Armellini
9 Settembre 2023 12:20

Molto bello Lalli! Tony

Alessandro Masetti
9 Settembre 2023 9:42

Quanta verità Lalli

Manù
8 Settembre 2023 23:53

Grazie Lalli, come sempre tinteggi le nostre nostalgiche debolezze, i nostri dolci ricordi ed i tristi rimpianti.
Ti avessi letto prima… forse non avremmo venduto
Abbracci a tutti i Lampadini e Buon Settembre
Manù

Simonetta Ponzone
8 Settembre 2023 16:50

Adoro ! Grazie Lalli !