PENSIERI E PAROLE – Il mio frigorifero

Il mio frigorifero, un Miele annata 2007, ottima annata peraltro, mi ha lasciato.
Dopo almeno tre anni di beep a qualsiasi ora del giorno e della notte, che suonavano come i monitor delle terapie intensive se si abbassava o si alzava la temperatura del freezer, ho deciso con dolore di lasciarlo andare.
Un tecnico impietoso (e forse frettoloso), tre anni fa gli aveva dato pochi mesi, ma Lui ha resistito tre anni. Tre anni difficili ma combattuti insieme, tra incomprensioni e riappacificazioni, con Lui che passava da un acciacco ad un altro, con ricadute e riprese miracolose ed imprevedibili.
Mi ha insegnato il valore del freddo, ho capito come si viveva quando Lui non c’era e ci si arrangiava con le ghiacciaie, in questo in effetti si era trasformato.
Poi, prima dell’estate, ho capito, ho ascoltato ciò che cercava di dirmi. Gli ho chiesto “Resisti fino a settembre!” e mercoledì scorso sono andata ad acquistare un suo simile che arriva oggi e Lui andrà finalmente in pensione, tranquillo e soddisfatto, senza avere più sulle spalle quell’enorme responsabilità di mantenere in salute un’intera famiglia famelica.
Mentre sceglievo il nuovo abitante della mia microcucina, dove solo Lui troneggiava “enorme”, mi proponevano apparecchi con app da scaricare sullo smartphone che possono:
1) avvertirmi di ciò che manca e in pratica inviarmi la lista della spesa da fare.
2) avvertirmi di qualche problema di funzionamento e mettersi in contatto direttamente con il servizio assistenza dialogando con l’AI di riferimento per risolvere il problema.
3) fornirmi altri servizi che non ho approfondito.
Bene, io che mi sono sempre divertita ad esplorare nuove tecnologie a supporto e servizio di desperate housewife come me, questa volta ho detto: “Grazie no!”
Per un paio di motivi probabilmente molto ovvii e scontati:
1) Non desidero affidare la cura della mia dieta all’AI. Voglio continuare a sentire mia figlia che si lamenta e protesta perché non c’è il latte di soia e mio figlio che apre la porta del frigorifero e dice ”Ma mamma, non c’è niente, quando fai la spesa?” oppure mio marito che spalancando la bianca porta e come Rutger Hauer in Blade Runner dice “Io ho visto cose che voi umani…”
Insomma voglio continuare a sbagliare, a dimenticare, ad allenare la memoria e scrivere la lista della spesa su foglietti sparsi qua e là o sulle note del cellulare.
2) Voglio saggiare la perizia e la professionalità in maglietta e pantaloni dei tecnici specializzati. Spesso hanno risolto, a volte gravemente sbagliato la diagnosi, io però ho avuto l’occasione di fare di testa mia, cogliere l’attimo a me più consono per prendere decisioni.
Ebbene sì, gli umani sbagliano anche, ma ci sono altri umani che rimettono la barra al centro. Non voglio interferenze. Non voglio dialogare con un AI. Io già ci parlo al mio frigorifero, il nostro è un rapporto affettivo creato solamente da uno della coppia: io. So bene che è una macchina e non desidero affatto sentire la sua voce. Come tutte le macchine è uno specchio di noi stessi. Non voglio un’altra me avatar, sotto forma di frigorifero, già sono abbastanza larga.
Stiamo bene così: Lui refrigera, io vivo.

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3 Commenti
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Lalli Theodoli
9 Ottobre 2023 18:47

Troppo vero!
Troppo carino!
Ora vado un pochino a chiacchierare con la mia lavatrice. Ultimamente si era letteralmente chiusa in se stessa rifiutando di ridarmi le lenzuola.
Aveva deciso che erano roba sua!
Lalli

Giovanna Ortu
8 Ottobre 2023 23:31

È’ vero e divertente! Troppe cose dicono di voler fare gli elettrodomestici e sempre meno a lungo e meno bene assolvono alla loro funzione!

Giuseppe
Reply to  Giovanna Ortu
9 Ottobre 2023 21:56

Brava Isa!!! Molto vero