Viaggiando in treno… comincio a scorrere delle notizie sui giornali, poi qualche giochino con l’iPad, le telefonate necessarie o di lavoro di giornata e …mi distraggo guardando i paesaggi che velocemente arrivano e scompaiono. Poi mi fisso a guardare lo scorrere delle rotaie parallele alle nostre, perfette, un dubbio: ma in tanta perfezione chi ha stabilito quella strana misura di distanza tra i binari (scartamento) di 4 piedi ed 8 pollici e mezzo (pari a 1435mm). L’argomento è curioso anche perché è uno degli standard più longevi e adottato dal 60% degli operatori mondiali.
Ho fatto qualche ricerca e ne ho trovato due versioni, una storica, incerta, l’altra più tecnica.
La voglia di un sistema di trasporto su rotaie era nata in Inghilterra all’inizio del 1800. Tanti gli studi per trovare una soluzione ai molti problemi che si prospettavano. Uno anche le dimensioni. La cosa più immediata era quella di considerare una giusta misura tra quelle rilevate dei tanti solchi lasciati lungo le strade di Londra dai passaggi di carri merce e carrozze. Molti solchi risalivano addirittura all’epoca romana, I nostri, infatti, con i loro mezzi, avevano lasciato segni indelebili anche sulle strade inglesi sia sterrate che in pietra.
Una parentesi curiosa, i romani, come avevano impostato le dimensioni dei loro carri? Ogni tipo di carro doveva avere uno “scartamento abbastanza preciso” e considerato che in particolare per i carichi pesanti, erano i cavalli affiancati ad effettuare il traino, fu studiata e adottata una dimensione parametrata sulla larghezza, o poco più, del posteriore di due cavalli…
Una leggenda, chissà? Piu plausibile, che l’origine dello scartamento sia dovuto ad una serie di casualità eventi storici etc. che poco hanno a che vedere con i carri romani.
Il vero inventore dello scartamento fu George Stephenson, il quale iniziò con lo studio su carri con ruote di legno utilizzati nelle miniere di carbone, poi il rivestimento delle stesse con il ferro per arrivare alle standard di ferro e il tipo di binari su cui potessero scorrere. Questo tipo di sistema permetteva il transito senza problemi del carro su qualsiasi tipo di strada ed anche su quelle dove esistevano già un tipo di rotaie generate dai solchi prodotti nella pietra o altro materiale.
Quando i progettisti furono incaricati di costruire la prima ferrovia, presero in considerazione proprio le tracce delle carrozze e l’esperienza dei carrelli delle miniere, e ipotizzarono lo scartamento a 5 piedi, considerata questa, una misura accettabile per consentire un carico e una giusta movimentazione.
L’ipotesi così formulata, innescò grandi discussioni tra gli ingeneri e i tecnici che con varie argomentazioni, ne proponevano alternative in considerazione della velocità, l’attrito in curva e quant’altro…
Si arrivò finalmente ad un compromesso grazie anche alle novità per le ruote dei treni, quali l’aggiunta di bordini e frange per migliorarne la stabilità, l’attrito etc. Questo costrinse i tecnici a piccoli ma diversi ritocchi delle misure alterando, così, quelle iniziali. Ed ecco perché si arrivò, a quel valore di 4 piedi ed 8 pollici e mezzo che è lo standard del più delle ferrovie del mondo che, oltretutto, sono di concezione e tecnici Inglesi.
Il problema naturalmente non finì solo con l’individuazione di questo standard, ma discussioni ancora maggiori per imporre uno scartamento unificato sia nel regno Unito che in altri paesi.
Purtroppo, non si arrivò ad una soluzione e molti sono i paesi che hanno adottato altri sistemi (vedi Russia). Oggi sarebbe impensabile una conversione allo standard europeo considerati i costi altissimi a cui si andrebbe incontro solo per sostituire il materiale rotabile dell’intera rete.
Certo i costi per la gestione dei trasporti, se consideriamo le differenti soluzioni, è notevole, di fatto la merce arrivata alla frontiera su carri ferroviari, deve essere per forza trasbordata su un carro idoneo a seconda del paese dove poi è diretto.
Uno dei motivi per cui la Germania ebbe così tante perdite nella campagna di Russia, e difficoltà nelle azioni, fu proprio l’oggettiva difficoltà di rifornimento di viveri e munizioni per le proprie truppe in territorio russo. Lo scartamento diverso delle ferrovie sovietiche costringeva al trasbordo dei carichi. Anche l’utilizzo di mezzi di trazione a standard russo sul loro territorio era poco raccomandabile, quando danneggiati o sabotati, non erano facilmente sostituibili.
Toh, sono arrivato alla stazione di Milano … è ora di scendere.
Tante curiosità sui mezzi di trasporto. Problemi adattamenti opportunismi opportunità.
Ora? Sono in attesa del TELETRASPORTO.
Quello sì che mi piacerebbe!
Che ne pensi Carlo?