Articolo di Marco Patriarca, Autore ospite de La Lampadina
Possiamo pensare a tutto ciò a cui ci dedichiamo nella nostra vita come se questa fosse un romanzo di cui siamo gli autori, gli editori, i protagonisti esclusivi; il problema di cui siamo quasi candidamente inconsapevoli è che non ne siamo anche i registi.
Le circostanze, il caso o la fortuna, senza che noi facciamo nulla, sono i co-registi delle nostre vite che giocano capricciosamente con il nostro futuro in barba alle nostre aspettative, ai sogni di nostra madre, agli antichi aruspici e a tutte le fattucchiere.
Un signore inglese amico di famiglia, a causa di uno stupido malore, dovette rinunciare a partire sul Titanic il 12 Aprile 1912; così evitò il rischio di fare parte dei 1.500 affogati in quello storico naufragio.
Mio padre il 9 Aprile 1934 a Montepulciano aiutò una giovane straniera che si era persa per le strade della cittadina nel ritrovare la casa che la ospitava, che lui conosceva. È poi divenuta mia madre.
Se Helen (Gwyneth Paltrow) nel film Sliding Doors, per puro caso, non avesse perso il treno delle 15.00 da New York, sarebbe arrivata a casa in tempo per scoprire cose che avrebbero distrutto la sua famiglia.
Il giovane Mario Narcisi, delle mie parti, appena laureato in Storia dell’Arte, dopo aver inviato inutilmente il suo CV a un centinaio di possibili datori di lavoro, ormai disperato, aveva desistito. Dopo due mesi, a causa di un disguido postale, uno di quegli invii finì per errore in mano a un funzionario di Polizia in servizio al Viminale: il quale lo mostrò a un collega impegnato recupero delle opere dì arte italiane rubate o illegalmente trafugate all’estero. Miracolo: Narcisi fu contattato e poi felicemente assunto dal Ministero e ancora oggi gira il mondo a caccia di tesori italiani e a visitare scavi archeologici a cui partecipa l’Italia.
Vi è poi un altro co-regista d’eccezione di cui spesso non siamo consapevoli di cui i filosofi e gli psicologi sanno poco, ma di cui è piena la letteratura del mondo. Secondo un’antica favola persiana scritta in sanscrito, i tre principi di Serendippo, mentre cercavano affannosamente una cosa, ne trovavano poi un’altra totalmente diversa e di grande valore; è il fenomeno della Serendipidy, territorio di caccia per letterati, artisti, utopisti, disoccupati, intellettuali delusi e ricercatori.
Il termine Serendipidy fu introdotto nella letteratura, e poi nell’uso comune, dall’ottocentesco geniale scrittore inglese Horace Walpole, il quale spiegava come le scoperte dei tre prìncipi non fossero dovute semplicemente al caso ma al loro istinto di ricercatori anche quando sbagliavano, e alla loro inesauribile capacità di osservazione. Mentre cercavano qualcosa poi trovavano qualcos’altro e talvolta facevano scoperte inaudite.
Cristoforo Colombo, per esempio, cercava le Indie e si imbatté nell’America; l’archeologo Heinrich Schliemann, mentre cercava le armi di Agamennone scavando nell’area che gli sembrava quella descritta da Omero, scoprì prima delle mura e poi tutto ciò che era restato della città di Troia.
Alexander Fleming, mentre stava cercando un agente chimico che distruggesse una colonia di stafilococchi posti su un piatto, notò che alcuni di loro, nascosti in un angolo, erano già stati distrutti solo in quell’angolo del piatto dove era rimasta una piccola macchia di muffa. Ci ragionò su e a seguito di altri esperimenti scoprì gli effetti antisettici di micidiali funghi che crescono nella e con la muffa. Inventò così, la penicillina che diede luogo a una vera rivoluzione nella farmacologia mondiale che ha salvato milioni di vite. Gli studiosi poi, sono restati sbalorditi quando l’antropologo-archeologo svizzero Jean Vuilleumier, dall’esame eseguito sulle salme di due antichi guerrieri egizi, da ciò che restava delle ferite visibili nel loro corpo, scoprì i resti di mollica di pane accuratamente ricoperto da uno strato di muffa, ancora inserito nel residuo cavo delle ferite proprio come cura antisettica. Era una pratica medica che, dopo millenni veniva confermata da uno scienziato moderno. Cercate gente, cercate e cercate ancora! alla fine potreste scoprire qualcosa di nuovo ed inatteso.
L’interesse per la serendipità è anche che è il regno di coloro che hanno un temperamento ubiquo, che si perdono, sbagliano strada, cambiano idea per poi trovarne un’altra che li conducono chissà dove, forse in luoghi inattesi.
È anche il regno dei distratti e degli artisti visionari; per questo molti pittori e musicisti, si nutrono anche di ciò che esonda dal fiume inesauribile che scorre nella loro immaginazione. È forse per questo che, Johannes Brahms diceva che, mentre chiudeva una terzina che non lo soddisfaceva, teneva la testa nell’aria che sentiva continuamente attraversata da mille melodie; e diceva di soffrire dannatamente per non riuscire ad acchiapparle tutte.
Interessante.