ABBIAMO OSPITI/RACCONTI – La vera storia di Beautiful Jim Key

Racconto di Gustavo delli Paoli Carini, Autore Ospite de La Lampadina

Ho praticato vari sport, sempre con grande entusiasmo ma scarso impegno, quindi tutti maluccio. Quello tuttavia che mi ha lasciato i migliori ricordi è l’equitazione. Dopo molta pratica in maneggio arrivarono le passeggiate, anche da soli o in due amici appena adolescenti, nelle foreste lussemburghesi, degne di uno scenario di Disney, dove, appunto, non era raro incontrare Bambi, caprioli, cinghiali, volpi, una fauna varia per nulla turbata dalla presenza dei cavalli nel loro habitat. Feci anche qualche concorsetto ippico campagnolo. Conservo il ricordo da quindicenne di un’intera estate in una magica fattoria inglese nel Suffolk, dove passai più tempo a cavallo che a tavola…un po’ anche per scelta visto che non ero abituato al porridge e alle mosche nel latte appena munto. Poi meravigliose scampagnate in Maremma, fra buoi bianchi e maremmani, cavalli morelli di origine germanica e in Camargue dove puoi incrociare mandrie di cavalli bianchi allo stato brado, di probabile discendenza araba …e tori neri.

Da adulto e ormai padre di due figli, grazie ad un’amica canadese, ottima cavallerizza, andavamo, praticamente all’alba, a cavalcare purosangue da corsa nella maestosa Foret de Soignes alle porte di Bruxelles. Quando li portavamo sulle piste, deserte, degli ippodromi dove avrebbero gareggiato il weekend provai cosa significasse avere “tanti cavalli nel motore”, una sensazione di potenza, di possenza straordinaria mai sperimentata prima con altri pur rispettabili destrieri. L’ultima volta che sono montato in sella è stato nei pressi dell’Argentario, avevo superato i 65 anni e seppure, come la bicicletta, l’equitazione non si scorda, mi sono reso conto che avrei fatto molto meglio a non cadere. Ma il piacere non era cambiato.

Tutti ricordano Incitatus di Caligola, Bucefalo di Alessandro Magno, Marengo di Napoleone, Tornado di Zorro, ma pochi conoscono Beautiful Jim Key, “il cavallo più intelligente del mondo”.

Nel 1889, nello Stato del Tennessee, nacque un puledro discendente di Hambletonian, il purosangue da corsa anglo-arabo più vincente di fine ‘700, che era talmente malato e debole che malgrado la nobile stirpe lo chiamarono semplicemente Jim.

Fu acquistato da un ex-schiavo e veterinario autodidatta, Doctor William Key. Questi lo allevò e curò con tanto amore e col passar degli anni divenne talmente bello che la stampa lo ribattezzò Beautiful Jim Key. Ma non è la bellezza che lo rese famoso, bensì la sua intelligenza…Agli inizi del XX° secolo era noto come il cavallo più intelligente del mondo.

Dal 1897 al 1906 fu una vera leggenda, generò incassi record (di botteghino –box office) attraverso le principali città degli Stati Uniti e si stima che oltre 10 milioni di americani abbiano assistito alle sue prestazioni, molti di più hanno collezionato le sue memorabilia, cartoline, foto, coccarde e altro ed era addirittura diventato di moda danzare imitando il suo passo “two step”.

Ecco la sua storia.

Doctor William Key aveva inventato un unguento miracoloso che promuoveva attraverso dei cosiddetti Patent Medicine Shows, praticamente delle fiere ambulanti di medicina dove venivano proposti cure e prodotti “miracolosi”, elisir vari insomma, mediante spettacoli di intrattenimento di ogni tipo, musica, magìa, umani dalle sembianze mostruose, mangiatori di fuoco, per citarne alcuni che i miei coetanei probabilmente ricordano aver visto anche nelle periferie delle nostre città..

Costretto dunque a viaggiare, William Key non voleva assolutamente separarsi da Beautiful Jim, con cui si era creato un forte legame e lo portava sempre con sé. Un po’ per sfizio, un po’ perché aveva osservato la sua predisposizione ad imparare, nell’arco di sette anni gli insegnò non soltanto a riconoscere tutte le lettere dell’alfabeto, ma anche a pronunciarle(!) ed a collegarle alle parole. Incominciò dunque ad esibire Beautiful Jim alle fiere di paese e durante i Medicine Shows.

Per esempio, William Key metteva una monetina in fondo ad un barile pieno di acqua. BJK tratteneva il respiro e immergeva la testa sott’acqua, riportava la moneta e poi andava ad aprire un baule dal quale estraeva un panno, che poi porgeva a William Key per farsi asciugare il muso!

Ma il punto di svolta che lo fece diventare “il cavallo più intelligente del mondo”, avvenne nel 1897. La moglie (non un caso, N.d.A) di William Key gli suggerì di portare Beautiful Jim alla Tennessee Centennial World’s Fair, Esposizione Internazionale che si teneva a Nashville per festeggiare i 100 anni di appartenenza dello Stato all’Unione. “Portaci Jim e fai vedere al mondo chi è”, gli disse.

All’evento partecipava anche il 25° Presidente degli Stati Uniti, il Repubblicano William McKinley. Questi vide BJim non solo pronunciare il suo nome, ma anche fare calcoli e recitare la Bibbia e si rivolse ad un giornalista cui disse di aver assistito alla migliore lezione sul potere della gentilezza.

Quando un promotore, certo Albert R. Rogers lesse sulla stampa il commento del Presidente, si precipitò dal Dr Key e gli propose di diventare il suo impresario e di fare di Beautiful Jim una vera Star.

E così fu. Dovettero sormontare ovviamente cinismo, sospetti e invidie, ma diventarono la Top Office Box Star (traduco in “la regina degli incassi!”) e la maggiore attrazione in America. Per esempio a Kansas City lo spettacolo riunì 22,000 spettatori, numero mai visto prima ad un evento!

All’epoca c’era la concorrenza di un cavallo tedesco “Clever Hans”, proprietà di un insegnante di matematica in pensione, Wilhelm van Osten; anche a Clever Hans venivano attribuite capacità quasi umane. Ma nel tempo ciò venne confutato; in realtà gli era stato insegnato a riconoscere alcuni gesti del pubblico, senza i quali non riusciva a dare risposte.

Beautiful Jim era diverso. Per fugare i dubbi su eventuali trucchi, Albert Rogers e Dr Key offrirono, a chiunque volesse, la possibilità di incontrare BJK a tu per tu, senza la loro presenza. Un giornalista del Post Standard si presentò e fu lasciato solo con BJK mettendogli a disposizione lavagna, pallottoliere e altri oggetti usati dallo stesso. Ma, gli raccomandarono di portare un regalino, un frutto, di cui BJK era ghiotto. Quella volta però, il cavallo più intelligente del mondo si rifiutò di collaborare. Quando il Doctor Key gli chiese “che succede”, pare che BJK pronunciò una ad una le lettere N O F R U I T…nessun frutto! Il giornalista stesso che aveva assistito alla scena, successivamente scrisse sul Post Standard che quel tipo di reazione, intelligente e di umoristica, non poteva essere stata preparata e, aggiunse nell’articolo, “se è un trucco, complimenti è stato fatto talmente bene che io continuo a credere che non ci fosse”.

Con la collaborazione di George Angell, Direttore della MSPCA (Massachusetts Society for Protection and Care of Animals), la cui missione è (tuttora) prevenire la crudeltà sugli animali attraverso educazione, patrocinio e altre attività, Albert Rogers convocò l’intero consiglio di amministrazione, presidente incluso, di Harvard (!) per studiare Jim e farsi spiegare “come è possibile tutto ciò.” aggiungendo “noi pensiamo che ad elevare l’intelligenza di questo cavallo sia il risultato della gentilezza e della pazienza usate da Dr William Key”.

I professori chiesero di restare soli con BJK, lo misero lungamente alla prova, ne misurarono ogni dato fisico (la distanza tra gli occhi pare fosse un elemento importante per stabilire l’intelligenza*) e dissero che avrebbero pubblicato le loro conclusioni sul Boston Globe. Il responso fu sintetico; tutto ciò che BJK faceva era il risultato unicamente dell’educazione (simply education), intesa probabilmente come “apprendimento”, “assimilazione di dati”.

Parliamo di un cavallo protagonista di innumerevoli shows, persino a Broadway, che per ben 9 anni ha risposto alle domande dirette di un vasto e variegato pubblico in molteplici località…qualcosa di particolare, qualche qualità speciale doveva evidentemente averle.

All’epoca c’era negli Stati Uniti una forma di candore, di entusiasmo e di innocenza, per cui la gente voleva credere che con la gentilezza e la pazienza si potessero ottenere miracoli, persino un cavallo pensante, parlante e capace di fare calcoli matematici, oltre ad essere il più valutato in $….Forse è proprio questa “ingenuità” la forza che ha fatto di quel paese il più ricco e potente del mondo (N.d.A.)*. La storia, ricordiamolo è anche quella di un ex-schiavo autodidatta diventato ricchissimo e famoso grazie al suo spirito imprenditoriale

Col passare degli anni, la fama diminuì e forse si tornò a credere che vi fosse un trucco, come per il cavallo tedesco.
a alla Storia Beautiful Jim Key lasciò la creazione di una Band of Mercy nel nome suo e del Dr William Key (organizzazioni che riunivano giovani ragazzi e ragazze con l’impegno formale di “essere gentili con le tutte creature viventi e di provare a proteggerle da qualsiasi utilizzo crudele”).
Due milioni di giovani hanno firmato la “Beautiful Jim Key Pledge”, I PROMISE TO BE KIND TO ANIMALS” , l’impegno in nome di BJK di essere sempre gentili con gli animali…
A me basta per farne una storia meravigliosa.

*Non so se a Trevignano raggiungeranno mai lo stesso livello (N.d.A.).

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Federica Ricci del Riccio
3 Agosto 2024 23:22

Graziosa storia