ABBIAMO OSPITI/PIANETA TERRA – Ancora nuvole

Articolo di Gian Carlo Ruggeri, Autore ospite de La Lampadina

Le nubi, «Veritable informations du ciel», sono state da tempi immemorabili oggetto di osservazione poetica e scientifica da parte dell’uomo.
Come dimenticare L’ora di Barga: «… cose ch’han molti secoli o un anno o un’ora, e quelle nubi che vanno.»;
oppure il bellissimo Dialoghi con Leuco: «Parlano la Nube ed Issione?»
L’indagine scientifica tuttora in corso, da parte sua, ha portato a considerare la nube non una “cosa” ma un “processo”, un assemblaggio di goccioline d’acqua e / o di cristalli di ghiaccio che fluttuano nell’aria (una nube “cade” in continuazione, ma la più debole corrente d’aria la sostiene) e in continuo sviluppo. Quest’ultimo avviene più lentamente nel tipo “Stratus”, nubi stabili rispetto alle loro colleghe instabili, a forte sviluppo verticale (Cumulus, Cumulus congestus, Cumulonimbus, Cumulus turritus). Ovviamente, in tutte le formazioni nuvolose esiste un’interazione continua fra le forze in gioco ed i processi di costruzione e di dissolvimento. Una nube non è un sistema chiuso; è presente un metabolismo costante con l’atmosfera circostante. In particolare, le nubi cumuliformi attirano dal basso verso l’alto grandi masse d’aria relativamente umida, di cui hanno bisogno per il loro mantenimento. Per questo motivo l’inseminazione delle nubi con un velivolo deve essere fatta al disotto della base di esse, mai al di sopra della loro sommità. Esse trascinano anche aria secca attraverso i loro fianchi, la quale può condurre ad una “diluizione” e ad una eventuale dissoluzione delle nubi stesse. Vi sono casi in cui una nube si sviluppa da un lato e si dissolve dall’altro, muovendosi apparentemente in una direzione differente da quella del vento. La sommità di una nube al di sopra di una montagna sembra immobile, come un ciuffo di cotone idrofilo, ma l’alpinista che si muove all’interno di essa e la percepisce come nebbia può “sentire” il moto dell’aria generalmente associato a tale nube. I metodi d’inseminazione non sono molti e sono i seguenti, esposti in breve:

Semina glaciogenica: Consiste nella semina delle nubi con appropriati nuclei di ghiaccio (e.g.: Ioduro d’argento – AgI) o un agente raffreddante (e.g.: ghiaccio secco, propano liquido), in modo da creare od incrementare la formazione di cristalli di ghiaccio, in modo particolare il cambiamento da acqua sopraffusa (particelle liquide che si trovano alla temperatura di 0°C o meno, ma restano allo stato liquido) in ghiaccio. Gli Approcci generali sono due:

  • Semina statica. Si esplica su processi microfisici: creazione di cristalli e particelle di ghiaccio. Questo processo stimola il raggruppamento di particelle liquide / solide e la produzione di neve incrementando il numero di particelle di ghiaccio ed innescando anticipatamente i processi di precipitazione nel ciclo di vita della nube.
  • Semina dinamica. Il metodo incrementa la galleggiabilità della nube convertendo le goccioline liquide sopraffuse in ghiaccio.

Semina igroscopica. La semina igroscopica è stata esplorata in varie regioni del mondo con l’obiettivo di migliorare le precipitazioni. Il modello concettuale di questo metodo si concentra sull’aumento dell’efficienza delle precipitazioni delle nubi a forte sviluppo verticale, fortemente instabili. L’approccio consiste nell’introdurre grandi particelle igroscopiche (sali), che agiscono come efficienti nuclei di condensazione delle nubi, o nuclei giganti, i quali creano grandi gocce che crescono molto rapidamente.

Non esiste alcuna evidenza scientifica convincente sull’efficacia delle attività di modifica intenzionale del tempo e, ugualmente, nessuna evidenza che tali attività influiscano sulle condizioni meteorologiche al di fuori delle zone di operazioni di semina delle nubi. Le domande relative alla possibilità che la semina delle nubi in un certo luogo possa ridurre la quantità di precipitazioni altrove possono essere affrontate solo attraverso ipotesi accuratamente elaborate ed esperimenti fisici e statistici dettagliatamente progettati. Dal momento che gli effetti diretti dell’inseminazione possono essere limitati e difficili da rilevare, le conseguenze al di fuori delle aree d’inseminazione, siano esse regionali o globali, risultano anch’esse complesse da individuare. Esiste, però, ampia evidenza che sia una realtà l’esistenza di involontarie modificazioni meteorologiche e del clima globale (e.g.: gas climalteranti che influenzano le temperature ed aerosols antropogenici che influenzano le proprietà delle nubi). È stato a lungo osservato e studiato il ruolo degli aerosols naturali ed antropogenici che influenzano la grandezza delle particelle, le precipitazioni e l’attività elettrica (fulminazioni) a scala regionale.

Il Board on Atmospheric Sciences an Climate, organismo del National Research Council (U.S.A.), uno degli Enti più avanzati nell’ambito in questione, raccomanda – fra l’altro – una serie di argomenti di studio e di ricerca nel settore. Se ne riportano alcuni fra i più significativi:

  • Concentrazione di fondo, grandezze e composizione chimica degli aerosols che partecipano al trattamento della nube;
  • Interazioni nube – nube ed a mesoscala (estensione orizzontale compresa fra una decina di chilometri a qualche centinaio di chilometri), in quanto correlate ai movimenti di salita di discesa dell’aria nella nube, evoluzione della stessa e suo ciclo di vita;
  • Individuazione degli obiettivi degli agenti di semina; diffusione e trasporto del materiale di semina; effetti della diffusione per tutto il volume della nube;
  • Combinazione dei migliori modelli matematici della nube con i sistemi avanzati di osservazioni negli schemi sperimentali.

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