Correva l’anno 1994.
Con mia sorella Giulia abbiamo allora avviato un’attività innovativa per quei giorni: affitti brevi.
Shortletsassistance. Lavoravamo dallo studio di casa mia con un gigantesco vecchissimo computer e il FAX.
Quest’ultimo entrava in funzione a tarda notte. Balzavo dal letto correndo incuriosita a ricevere notizie.
Internet? non c’era. I primi proprietari si sono affidati a noi totalmente incerti e terrorizzati. Chi sono? Li conoscete? Faranno danni? Se ne andranno? Davamo risposte rassicuranti, poche. L’unica certezza era che avevano già pagato ma se fossero maleducati, gentili, chiassosi, disordinati, non ci era dato di sapere.
Il nostro primo cliente arrivò dall’Australia alle 4 e mezzo del mattino. Pregammo l’amico autista che lo prelevava all’aeroporto di prendere tempo e portarlo in giro per Roma, almeno fino alle 6. Ci chiamò disperato. «Lo sto scarrozzando da un’ora, non ne può piu. Ve lo porto.» Arrivò esausto e noi più di lui.
Nella scheda informativa dell’ospite non si poteva ovviamente chiedere «bianco o nero?».
Appuntamento a Piazza Barberini con un’americana.
Come riconoscerla? «Ho una frezza di capelli rossi.»
Nessuna ragazza dai capelli fiammati in vista. La frezza si rivelava poi un ciuffetto di capelli rossi su una capigliatura corvina ed una faccia nerissima.
Case allora arredate sommariamente, nessun Wifi, richiesto. Tutto diverso ora. Occorre essere assolutamente perfetti per non calare nelle valutazioni e di conseguenza nelle richieste o, addirittura, venire cancellati brutalmente dalle piattaforme. E così, alcuni disonesti hanno capito che basta denunciare la casa sporca per avere un totale rimborso e fare cosi le vacanze gratis. Ma anche i proprietari o gestori si sono svegliati e fanno foto datate all’ingresso. Quante abitazioni, sottoscala, ex guardiole, umidi sottotetti, si sono trasformati in B&B? La citazione dell’Adelchi del Manzoni è impropria, ma mi è tornata in mente «Dagli atri muscosi, dai fori cadenti…»
La città è trasformata. E purtroppo non in meglio. Orde di turisti si affollano ai semafori, si affacciano in file lunghissime per il Vaticano il Colosseo e il Pantheon. Lasciano scie di bottiglie di plastica. Le strade hanno un vero senso di marcia per i pedoni. Guai a cercare di sorpassare. Poco spazio residuo anche per le macchine che sfiorano i tavolini all’aperto. Piccoli bar e ristoranti sprovvisti di posti all’interno hanno preso possesso di strade e di marciapiedi.
Durante la notte, all’arrivo dei low cost, i sanpietrini rimbombano sotto le ruote dei trolley.
Nel silenzio ancora più rumorosi. Abitanti di appartamenti condominiali, una volta tranquilli, vengono svegliati a notte fonda da insistenti scampanellate. Arrivi rumorosi e partenze chiassose con ascensori lasciati spesso aperti con disperazione dei proprietari dell’ultimo piano. Impossibile vietare affitti brevi. Nei vecchi regolamenti condominiali l’unico divieto era per scuole di ballo e studi medici.
Le vecchie golf car sono riempite di turisti che a volte, semplicemente esausti, nemmeno ascoltano le indicazioni della guida che a volte non si capisce che lingua stia parlando. Quanti sono gli alloggi turistici? Quanti giovani ora li gestiscono dopo aver cercato invano offerte di lavoro consone alla loro laurea? Potevamo pensare 30 anni fa che questo sarebbe accaduto?
D’altra parte: i ristoranti fanno turni pazzeschi cominciando a fornire pizza e spaghetti dalle 11 di mattina senza smettere fino a notte in molteplici turni. I bar hanno code chilometriche. Gli alberghi sono al completo. La metropolitana scoppia e i Musei anche.
E…si sa… PECUNIA NON OLET …O…forse….sì?