«Mio nonno cavalcava un cammello, mio padre cavalcava un cammello, io guido una Mercedes, mio figlio guida una Land Rover, suo figlio cavalcherà un cammello.»
Frase attribuita a Sheikh Rashid bin Saeed Al Maktoum che è stato il primo vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti dopo la sua fondazione, è stato il secondo primo ministro e ha governato Dubai per 32 anni.
Nel 2023 è stata organizzata a Dubai la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici conosciuta anche come COP28, l’argomento, la possibile riduzione del consumo dei combustibili solidi. La conferenza è stata organizzata da uno dei maggiori produttori di Petrolio.
Mi chiedo se la scelta della sede di Dubai sia stata una scelta opportuna considerato che Dubai ha un aeroporto tra i più inquinanti del mondo e gli Emirati Arabi sono il settimo produttore mondiale di petrolio e il sesto “produttore” di Co2.
Il presidente di Cop 28 Ahmed Al Jaber è l’amministratore delegato della Abu Dhabi National Company ha stanziato 150 miliardi di dollari per finanziare la produzione di petrolio per gli anni a venire.
Tanti i partecipanti alla conferenza, iscritti quasi 2500 società enti o altro che in qualche modo avevano a che fare con i combustibili fossili. Il ceo di uno dei maggiori produttori e raffinatori di petrolio asserisce che l’uso dei combustibili solidi va in qualche modo protetto per promuovere le nuove tecnologie che aiutino al disinquinamento e alla cattura del carbonio.
Tutto questo servirà a qualcosa? Dovremo aspettarci, tra qualche anno, la situazione prospettata da a Sheikh Rashid? Certo se ci guardiamo intorno incendi, alluvioni, clima impazzito ci dà da pensare…, guardando indietro, si sono avute sul nostro pianeta, tante situazioni simili o anche peggiori, forse non così frequenti come oggi. Dobbiamo quindi trovare delle soluzioni efficienti, valide e a lungo termine.
Tanti, comunque, gli argomenti discussi per la produzione e conservazione dell’energia.
Le batterie per l’accumulo: se ne parla talmente tanto che sta diventando un argomento quasi noioso… Giga fabbriche, rigeneratori di batterie esauste, riciclo, nuovi tipo a idrogeno, il litio, il rame, i produttori, non se ne può più, vediamo cosa ci racconteranno i prossimi anni. Nel frattempo, tante le novità ed ecco alcune tra le più ingegnose:
1- la batteria a sabbia. Si tratta di un innovativo impianto in grado di immagazzinare l’energia sovraprodotta da fonti rinnovabili sotto forma di calore e di distribuirlo grazie a una rete di teleriscaldamento.
Parliamo di grandi silos di acciaio isolati termicamente pieni di sabbia o materiale edile di scarto. Al suo interno contengono una serie di tubi d’aria per il trasferimento del calore.
Quando vi è una sovra-produzione energetica da fonti intermittenti, l’energia elettrica in eccesso viene convertita in energia termica che scaldano l’aria, la quale viene poi fatta circolare all’interno delle tubazioni presenti nei silos. La sabbia o detriti hanno una grande capacità termica, trattengono il calore e lo rilasciano lentamente.
La sabbia può essere riscaldata a temperature fino a circa 600°C –, accumulando così molta energia. Solitamente questa tipologia di impianto viene caricata e scaricata termicamente nel giro di due settimane.
In Finlandia a Vatajankosky nel 2022 è stata installata la prima batteria a sabbia del mondo e sono attualmente in corso altri progetti in diversi Paesi.
Il primo impianto italiano entrerà in funzione nella seconda parte del 2024 a Buccino e alimenterà un’industria alimentare… Il progetto completo consiste nella costruzione di un impianto fotovoltaico da 5 MW e nella realizzazione di una batteria contenente 125 tonnellate di sabbia, per un accumulo termico di 13 MWh giornalieri. Guarda un video esemplificativo.
2- Un altro sistema interessante è la batteria Newton e che nella previsione degli ideatori potrebbe coprire una buona parte degli stoccaggi nel prossimo decennio. Parliamo di una batteria che si basa sulla forza di gravità per immagazzinare (accumulare) e rilasciare grandi quantità di energia necessarie per alimentare costantemente la rete… ma come funziona? Si parla di accumulo gravitazionale (leggi qui.)
L’alta torre della batteria in acciaio viene collegata alla rete elettrica. Da questa sono appesi dei grandi blocchi di cemento, che vengono sollevati quando nella rete elettrica viene immessa più energia rinnovabile di quanta ne possa gestire, il che succede in una giornata molto soleggiata o ventosa. La batteria Newton immagazzina quell’energia in eccesso utilizzando motori elettrici per sollevare i blocchi di cemento fino alla cima della torre. La notte o nelle giornate di quiete, i blocchi di cemento vengono rilasciati e la loro discesa, con la sola forza di gravità, permette ai grandi motori che generano elettricità di girare e immetterla nella rete di distribuzione.
Tanti altri sistemi sono allo studio o in una fase avanzata di ricerca per migliorare l’aria e il clima di questo nostro mondo. Siamo pertanto veramente curiosi di capire cosa ci riserva il mercato per gli anni futuri …
Un articolo molto interessante. Argomenti da approfondire seguire e sviluppare! Speriamo che chi ha tanti mezzi si attivi per realizzare qualunque cosa possa favorire l’inversione del cambiamento climatico che fa tanta paura!