Articolo di Massimo Cestelli Guidi, Autore Ospite de La Lampadina
Mio genero che lavora a Milano a Mediobanca si reca spesso per impegni di lavoro negli Stati Uniti. Nell’ultimo soggiorno dei primi di ottobre a San Francisco, chiedendo al telefono un taxi gli hanno precisato che sarebbe arrivata una vettura senza conducente, a guida automatica. Al riguardo gli hanno chiesto gli indirizzi di dove si trovava e della destinazione, e chiarimenti per il pagamento della corsa, da effettuare con la carta di credito, prima di aprire lo sportello per entrare nella vettura. Un nuovo traguardo dell’Intelligenza Artificiale (IA)!
A Parigi già da alcuni anni ho trovato linee di metropolitana a guida automatica, e ritengo che ne esistano anche in altre metropoli. A Roma la nuova linea C, peraltro ferma a S. Giovanni, non ancora terminata, è stata progettata a guida automatica. Però per i treni che corrono sui binari, il problema della guida senza conducente risulta meno impegnativo di quello per le autovetture inserite nel traffico stradale. L’evoluzione dell’IA prosegue ad un ritmo serrato, come d’altra parte nel mondo tutta la tecnologia. Quale potrebbe essere un traguardo futuro dell’Intelligenza Artificiale? Un paragone dell’IA con gli Umani viene spontaneo, ossia il Computer (hardware) negli Umani è il Cervello, e l’IA (software) negli Umani è la Mente. La differenza fondamentale fra l’attività della Mente umana e quella dell’Intelligenza Artificiale è che l’IA è un algoritmo che non ha sentimenti come un Essere Umano. L’IA non prova dolore né ansia, ad esempio, per problemi che dovessero presentarsi in un processo in atto, né prova gioia o piacere per traguardi idoneamente raggiunti nei processi dove è stato impegnato. Ci si chiede se in un prossimo futuro l’evoluzione dell’IA potrebbe raggiungere questa meta, ossia dotare l’IA con sentimenti propri attualmente solo degli umani?
Nel passato abbiamo visto il film di Stanley Kubrick 2001 Odissea nello Spazio dove si immaginava che il computer di bordo HAL 9000, una IA super intelligente, si ribellava ai suoi creatori umani. La ribellione di HAL, che comportava il non rispetto delle direttive imposte, era dovuta a risentimenti che HAL nutriva riguardo alcuni comportamenti degli astronauti, ossia HAL possedeva dei sentimenti che erano propri degli stessi astronauti. È possibile immaginare che in futuro l’IA possa acquisire un algoritmo particolare che doti l’IA di sentimenti che attualmente posseggono solo gli Umani? Questa eventualità potrebbe in futuro restare soltanto al livello fantascientifico. Tornando però alla realtà, si deve tenere presente che l’invenzione della IA è la prima tecnologia in grado di prendere decisioni e generare idee da sola. Così, ad esempio non è avvenuto con l’invenzione della stampa, l’altra grande invenzione per la conoscenza avvenuta qualche secolo prima di Internet. Le macchine da stampa potevano con il loro prodotto mettere in contatto le persone ma non elaborare dati come può fare l’IA. Però è proprio questa elaborazione dei dati che in futuro potrebbe sfuggire ad ogni controllo e prendere decisioni aliene, in modo diverso dagli esseri umani.
Ci sono stati recenti esempi di come i social hanno influenzato, a volte in modo dannoso, i mercati le religioni e perfino la politica. Il pericolo per il futuro è proprio la possibilità che l’acquisizione di nuovi membri dell’IA, possano prendere decisioni aliene che potrebbero far crollare sistemi politici, economici e sociali. Questioni relative all’IA ed al suo sviluppo futuro, sono dibattute nel recente volume “Nexus” (uscito a settembre) di Yuval Noah Harari, storico e filosofo, uno degli intellettuali più influenti dei nostri giorni. In fondo alla Breve storia delle reti d’informazione dall’età della pietra all’IA, l’Autore ritiene che a causa dell’eventualità di possibili pericoli per l’IA di generare, fuori controllo, decisioni aliene, sia necessario attualmente ritenere l’IA una questione urgente, ossia porre maggiore attenzione per prevedere gli sviluppi futuri di questa rivoluzione.