Articolo di Lalli Theodoli
Tempo fa, in campagna, approfitto delle molteplici amicizie di mio figlio per mandarlo dal suo amico meccanico a far un check della mia oramai molto anziana auto. Ha compiuto ben 16 anni. Ma ..perfetta.
«Ciao Pierloré, che mi porti?»
«La macchina di mia madre. Guarda per favore se tutto è a posto così sono più tranquillo quando viaggia.»
«Tua madre? ANCOORA GUIDAAAAAAA??????»
Mio figlio mi riferisce. Non mi ero mai vista così precaria. Ho sempre guidato tranquilla. Non mi sentivo un fenomeno da baraccone.
Altra situazione.
Sto in giardino.Taglio il prato. La falciatrice va da se ma alle curve il rigirarla è pesante.
Toso la siepe arrampicata precariamente su una scala a pioli e quando scendo afferro i pennelli per dare una mano ad un vecchio scaffale.
Un nostro vecchio collaboratore che, passando ha notato le mie varie attività si rivolge a mio figlio:
«E questa quando la ammazzi?»
Il tono è stupefatto/ammirativo.
Ne sono ringalluzzita.
Ma quale delle due visioni è quella giusta?
Ho una crisi di identità.
In realtà chi siamo? Tante le versioni.
Ci sarà capitato tante volte di non volere mettere il naso fuori. Ci sentiamo un po’ bruttine ed ineleganti, ma, a forza costrette ad uscire, è invece la sera in cui piovono complimenti. «Ma come fai? Ti mantieni sottovuoto? Stai benissimo!»
Al contrario, le rare volte in cui ci sentiamo A POSTO, amiche premurose ci affiancano preoccupate. «Stai bene? Ti vedo stanca. Hai bisogno di una pausa. Pensa un po’ anche a te.»
Per cui ognuna di noi è almeno 3 persone.
Quella che, ahimè, vediamo ogni mattina al risveglio.
Quella che vedono gli altri positiva. WOW
Quella che osservano gli altri negativa. SOB
E allora? Va bene così.
Appoggiamoci a quella positiva quando siamo giù di tono.
Se dovessimo invece divenire troppo tronfi ricorriamo al negativo.
Procediamo bilanciandoci un po di quà e un po di là.
In medio stat virtus…… o meglio…veritas.