In questa primavera hanno aperto e stanno aprendo varie mostre in luoghi che valgono la pena osservare. Fatevi un giro per Roma indagando su cosa propongono le gallerie e le fondazioni romane! Ci sono sicuramente sorprese e cose nuove. Io ne ho scoperte tante!
Per ora vi dò un assaggio in varie parti della città.
Ada – Lulù Nuti – STABAT
Una personale dell’artista Lulù Nuti che indaga i sentimenti di responsabilità e di impotenza che la nostra epoca provoca sull’uomo.
L’artista concepisce masse scultoree ed installazioni attraverso la sperimentazione di materiali da costruzione e metalli, accostati ad elementi naturali. (L. Buratti)
Fondazione Giuliani: Rä di Martino – Kant Can’t Can-can
«L’esposizione approfondisce il dialogo tra animazione, scultura e suono che caratterizza il lavoro più recente dell’artista. Kant Can’t Can-can è infatti una mostra multidisciplinare che mette in dialogo video d’animazione, realizzato con un software di gaming in 3D, e opere in ceramica pensate appositamente per gli spazi della Fondazione. Questo rapporto crea una dimensione di atemporalità, dove il virtuale e il fisico si uniscono anche attraverso la composizione musicale.» (dal sito della Fondazione Giuliani).
Fino al 28 giugno
Matèria: Francisca Valador – A partir daqui só há dragões
Prima personale dell’artista a Roma e negli spazi di questa galleria che spesso presenta artisti molto interessanti.
La mostra offre una panoramica della ricerca in continua evoluzione di Francisca Valador, in cui i confini tra pittura, scultura e installazione si dissolvono, dando vita a un insieme organico.
29 aprile – 26 giugno 2025
Spostiamoci a Venezia
Cà Pesaro: Giulio Aristide Sartorio. Il poema della vita umana.
A cura di Matteo Piccolo ed Elisabetta Barisoni.
Giulio Aristide Sartorio, riferimento del nascente Simbolismo italiano presente già alla prima edizione della Biennale di Venezia, su proposta di Antonio Fradeletto nel 1906 accetta di realizzare un grande ciclo decorativo da collocare nel Salone centrale dell’Esposizione internazionale del 1907: dovrà illustrare, sulla base della mitologia antica, il Poema della vita umana. Saranno quattro le scene principali – La Luce, Le Tenebre, L’Amore, La Morte – alternate a dieci teleri verticali (dove sono rappresentate la Grazia e l’Arte sorrette dall’energia virile). Porta a termine i circa 230 metri quadrati dell’opera in soli nove mesi e le quattordici scene, installate per l’inaugurazione della mostra del 1907, rimasero in situ anche per l’edizione successiva e quindi presero la via di Ca’ Pesaro grazie al dono che Vittorio Emanuele III fece, nel 1909, alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia.
Le Stanze della Fotografia: Maurizio Galimberti tra Polaroid/Ready Made e le lezioni americane di Italo Calvino. A cura di curata da Denis Curti.
Galimberti presenta a Venezia alcuni tra i più iconici mosaici di polaroid in un percorso che si articola in sei sezioni: Cenacolo, Storia, Sport, Ritratti, Taylor Swift e Luoghi. Le sue creazioni, caratterizzate da una visione sfaccettata e frammentata della realtà, sono scomposte e ricomposte come in un mosaico, offrendo una riflessione profonda sulla percezione e sulla molteplicità dei punti di vista.
Dal 10 Aprile 2025 al 10 Agosto 2025