Come ogni anno c’è stata la presentazione del Festival di Spoleto. Abbiamo aspettato il ministro Giuli e ascoltato il suo discorsetto, letto con cura: «il festival è la più importante manifestazione del suo genere in Italia e il Ministero sarà quindi più generoso», ha ceduto subito la parola a Monique Veaute che ha fatto una panoramica di tutti gli spettacoli della 68esima edizione. Per lei sarà l’ultima, il Giuli non l’ha detto ma ha già nominato per l’anno prossimo Daniele Cipriani.
Lei farà un’edizione veramente fantastica così da farsi molto rimpiangere.
Inaugura il 27 giugno con l’opera Hadrian del contemporaneo Rufus Wainwright che si è ispirato al mitico Le memorie di Adriano della Yourcenar, un libro tra i più belli del mondo e poi recitato anche da Albertazzi al teatro romano di Ostia, e chi lo dimentica!
Il Festival prosegue fino a domenica 13 luglio, conclude il concerto in piazza con la quinta sinfonia di Gustav Mahler, diretta da Ivan Fischer e la Budapest Festival Orchestra.
Nelle due settimane belle proposte da Alessandro baricco che racconta Novecento accompagnato dal piano di Stefano Bollani, Umberto Orsini e Massimo Popolizio in Prima del temporale, poi Luca Marinelli Le cosmicomiche di Italo Calvino, poi la regia di Piero Maccarinelli L‘amore non lo vede nessuno e tanta tanta musica, imperdibile!
Quest’anno il manifesto è di William Kentridge che farà anche una mostra a Palazzo Collicola, il museo quest’anno festeggia i 25 anni dalla nascita e merita sicuramente una visita.