Un motorino luccicante, sembra nuovo, o, se non nuovo, trattato con molta cura. Sulla doppia sella due ragazzi. Due caschi identici, nuovi, luccicanti, sui toni del grigio argento. Li hanno comprati felici, insieme, come anche, insieme, hanno comprato la giacchetta impermeabile che copre ambedue con lo stesso identico modello.
Lei lo abbraccia e sorride felice con un ciuffetto di capelli biondi che, sfuggito al casco, svolazza sulla sua schiena. Lui guida con una faccia attenta e con un’espressione di emozione radiosa.
Si vogliono bene.
Un motorino un po’ malandato, sulla sella una coppia, non più giovanissima.
Lui ha un vecchio casco quasi fuori legge: della visiera sono rimasti solo i bottoni.
Lei ha un casco più nuovo, una giacchetta che la strizza, implacabile, sui fianchi da tempo un po’ arrotondati. Scarpe con tacchetti poco adatti. Lui glielo avrà fatto notare inutilmente più e più volte ma lei, che non era mai salita su un motorino in vita sua, persiste.
E’ a disagio. Gli occhi hanno un’espressione non serena, non rilassata, anzi forse ha veramente paura. Forse maledice il giorno in cui gli ha detto con gli occhi pieni di stelle “Ti seguirei in capo al mondo e con ogni mezzo”. Ma mai avrebbe pensato nel suo futuro di essere issata su quel catorcio.
Sogna comodi sedili imbottiti di auto riscaldate a dovere.
Non so se durerà.
Due vecchi caschi in motorino. Coppia collaudata. Lei serena e tranquilla nonostante che ai semafori verdi lui letteralmente affoghi l’acceleratore creando una nuvola di olio bruciato. Ignari degli occhi che li guardano stupefatti, dei sorrisi ironici, delle ghignate.
Quando vanno a trovare i loro amici e abbandonano i caschi nell’ingresso, insieme ai copri pantaloni e alle giacche a vento per difendersi dalla pioggia scrosciante, la domanda non è più ”Ancora in motorino?”
Ma un silenzio agghiacciato. Fra loro delle alzatine di spalle come a dire “Pazzi irriducibili, ma non c’è nulla da fare”.
Infatti, da secoli è il loro mezzo di locomozione. Un impermeabile in più, se piove, un giaccone ancora più ingombrante, se fa un freddo cane. Dai vecchissimi caschi di ognuno due ciuffetti bianchi. Le guance segnate dalle intemperie, ma ambedue sorridenti. Lei si appoggia, ma poco, a lui. Non vuole pesare. Lui ogni tanto si volta indietro per chiederle premuroso “Tutto bene?”
Lei risponde “Tutto bene”, mentre la pioggia gelata le entra nel collo, la giacca sollevata non protegge le gambe e un crampo terribile le attanaglia la coscia.
E’ così da una vita.
E’ da una vita che ognuno rassicura l’altro: “Va tutto bene”.
Così per sempre.
Un casco in testa a un ragazzo. Il secondo pende desolato appeso alla sella. Lui ha l’aria triste. Si sono lasciati. Ancora non ci può credere di non averla nel sellino abbracciata forte, fiduciosa, affettuosa. Il motorino è leggero. Un buco alle sue spalle.
Il casco vuoto rimane però appeso. La speranza di riaverla vicina è tenace. Ricorda le parole amare dell’ultimo incontro, ma anche quelle fantastiche di tante volte precedenti e allora… il casco rimane lì.
Certo che tornerà. E’ solo una nuvola passeggera.
Un ragazzo con un casco rosso guida il suo motorino: composto, lento, rispettoso di tutti i dettami della circolazione stradale. Non sfreccia, come faceva fino a tempi relativamente recenti quando lo si vedeva passare velocissimo, contro mano, non seduto, sbracato sul sellino. Il casco slacciato, tenuto tutto indietro sulla testa, l’aria strafottente, balzi sui marciapiedi che mettevano in fuga i passanti, sensi vietati presi a rovescio a pazza velocità.
Che cambiamento! Perche?
Dietro di lui, abbracciato, sotto un casco rosso più piccolo, il faccino felice di un bambino. Del suo bambino. Le gambette pendono senza appigli dai lati. Non sono abbastanza lunghe le gambe per raggiungere le pedaline. La faccia con due guance rosse di freddo. Nell’orecchio ancora le raccomandazioni della giovanissima mamma preoccupata. Non voleva assolutamente che fosse portato in motorino. Dopo molte discussioni si è arresa. Il padre, felice, lo accompagna a scuola. Lui racconterà orgoglioso ai suoi compagni di scuola la novità: finalmente una cosa “da grandi” insieme al suo papà. Una cosa insieme “da uomini”.
Così i caschi raccontano.
Lalli Theodoli
Lalli mi piace molto l’articolo pieno di real feeling. Così vero.
Marina P.
Bello ! Vero !! Grandissimo spirito di osservazione !!!!Grande narrazione !
Delizioso articolo, Lalli!! La comunità dei “motorinati” ti applaude!