Un genitore, arrabbiato, punta un dito. Ha trovato i figli che si picchiavano come tamburi. ”Chi ha cominciato? Ditemi la verità!”
A scuola la professoressa, ad una somara patentata che ha preso 8 in aritmetica “Hai copiato? Dimmi la verità!”
L’adolescenza è puntellata di esigenza di VERITA’. I bambini, in suo nome, fanno terribili giuramenti sigillati da dita incrociate sulle labbra.
Terribili minacce di sprofondare agli inferi o di essere colpiti da precisissimo fulmine in caso di menzogna
Ma veramente, ora, cresciuti, adulti, la vogliamo la verità? La pretendiamo, ne facciamo una questione di onore?
Una persona a me cara mi raccontava che da piccolo accompagnando la madre a far visita ad una vecchia zia, suora al collegio di Trinità de Monti, lui piccolo, timido, non bellissimo, aggrappato alla mano materna aspettava con ansia che quella altissima donna velata dal fiero cipiglio gli rivolgesse la parola che, ahimè, arrivò: “ Ma quanto è brrrrutttto, ma è propprrrrrrio brrrrutto!”
Secondo un mio amico, al mondo nessuno è più cattivo di una suora cattiva: le suore, che spesso hanno scarpe grosse con suole di gomma “non scaricano a terra”. Mancano del filo marrone degli impianti elettrici e non hanno come le auto una volta, un codino che pende fino alla strada. La cattiveria rimane loro addosso
Era forse la verità. Ma che bisogno c’era??? Ad un bambino!
Non la vogliamo la verità. Sul nostro fisico Non quando usciamo da una notte ansiogena con una faccia che sembriamo scampate ad un cataclisma.
“Mamma mia! Che ti è successo????”
L’amica sbigottita non si trattiene.
Non sarebbe meglio un “Andiamo a prendere un po’ di sole, facciamo due passi hai l’aria un po’ stanca”.
Siamo tornati un po’ ingrassati da una vacanza fantastica.
Preferiamo un:
“Certo che per il tuo matrimonio rientrerai nella taglia 38!”
ad un: “Sei in forma……tonda , nemmeno se fai la fame per un anno!”
Tronfie e felici in un nuovo acquisto, e lui…: ”Mamma mia ma che ti sei messa?” invece di: “Originale questo tuo nuovo vestito.” Capiremmo, ma con minore brutalità.
La nostra nuova amica “Interessante, begli occhi!!” Sappiamo che è un po’ brutta ma ha mille altre doti, non occorre infierire.
In situazioni gravi chiediamo ai medici una verità che non vogliamo totale. E così un piccolo bugiardo angolo di speranza ce lo lasciano.
Il Signore che tutto governa ha fatto sì che con gli anni la nostra vista si offuschi. Vediamo la nostra immagine riflessa, sì ma come negli specchi antichi, un po’ offuscata, non precisa, in una nuvola benevola in cui ci fa piacere rimanere. Allontaniamo lenti e luci forti.
Non la vogliamo per quello che riguarda i sentimenti verso le persone care.
A colloquio con i professori preferiamo un: “Sì…se si applica…ce la fa!” ad un: “Forse cercare altre alternative….”
Come possiamo poi illuderci di essere sempre il primo, unico e per sempre amore per nostro marito, compagno o altro?
Non dovrebbero aver vissuto prima del nostro incontro, non dovrebbero mai avere avuto incontri travolgenti e pericolosi durante la nostra storia.
Per non parlare di “PER SEMPRE”.
I miracoli esistono ma….
Mi vuoi bene? Mi trovi carina? Mi vorrai bene sempre?
Le risposte vere sarebbero forse nell’ordine: “così, così, abbastanza, boh.
La verità non ci piacerebbe e NON LA VOGLIAMO e loro per fortuna lo sanno:.
Come ci possono dire che un incontro prima del nostro arrivo ancora turba le loro notti? Come ci possono dire che invece la nostra storia è tranquilla ma nulla di travolgente? Alle nostre pressanti domande rispondono divagando. Grazie al cielo.
La verità, forse, a volte la accetteremmo, ma velata, offuscata, impietosita, benevola e non brutale. Senza per questo cascare dalla parte opposta in apprezzamenti melensi e falsi.
Ma teniamoci forte quando incontriamo i bambini.
Loro non sono “innocenti”, sono veri, e la verità la dicono, anche e soprattutto quando non la vorremmo. Ne sono i paladini.
Non temono di ferire, perché di ferire non sono consapevoli nello spiattellarci in faccia la verità dei nostri difetti caratteriali e fisici.
Ma per fortuna dicono la verità anche quando, dopo averci analizzato senza pietà stringendoci forte ci dicono “Ti voglio tanto bene”.
Lalli Theodoli