Vi ricordate di come i grandi comunicatori della Apple avevano fatto rivivere il mito di Steve Jobs? Lui risuscitava in un filmato “the Steve Jobs resurrection” e dettava le sue direttive da un mondo superiore.
L’eternità, qualcosa che assilla molti di noi: siamo certi, infatti, che tra un paio di generazioni, si ricorderanno in pochi di chi eravamo e magari guardando delle foto sbiadite, qualcuno si chiederà, ma chi sono?
Per far ricordare qualcosa di noi, ci sta pensando il MIT di Boston con la sua start up eterni.me con la quale si vorrebbe in qualche modo aggirare il concetto di fine e rafforzare quello di eternità. La start-up si propone di raccogliere esperienze, messaggi a disposizione di parenti e amici di una persona che non c’è più. Qualche anno fa, ci aveva già pensato Facebook creando un luogo dove le persone potevano condividere i propri “ricordi” e questo aveva creato forti discussioni su chi e come le persone dovessero essere immesse nel sistema. All’Eterni.me, vorrebbero fare qualcosa di differente, non creare un file con le cose che riguardano il “fu” ma un data mining che possa ricreare l’identità virtuale del “utente”…. Come potrebbe funzionare?
L’iscrizione alla start up, avverrebbe da parte dell’utente stesso prima della sua dipartita o dei parenti; in quel momento dovrebbero essere forniti tutti i dati possibili da Lui stesso o da chi gli è stato vicino. La stessa start-up, autonomamente, con un data mining, inizia una ricerca con i dati ricavabili dai vari social network, foto pubblicate, messaggi email, capacità di spesa, prodotti di suo gusto e informazioni a lui relative nel periodo in cui era su questa terra. Il tutto, sarebbe poi filtrato e sistemato perché abbia un senso, infine immesso in un grande serbatoio a formare l’identità del “fu”.
A definizione e a compimento dell’intero percorso, Eterni.me sarebbe in grado di fornire la capacità di interloquire con la persona scomparsa come se l’avessi di fronte, fare domande e avere consigli che naturalmente sarebbero compatibili con il suo modo di vedere le cose di quando era in vita.
Un progetto grandioso per il quale ci vorrà qualche anno ma fattibile, come ci dicono due futurologi Anders Sandberg e Nick Bostrom con il loro scritto “Whole Brain Emulation, a road map.” Il saggio parla dell’emulazione del cervello umano e la ricreazione delle capacità intellettive.
Un programma che ci lasci perplessi e anche diciamo impauriti per gli sviluppi che potrebbero derivarne per ogni aspetto della nostra vita (vedi “trasferimento della mente” wikipedia).
Per fortuna serviranno decine di anni affinché il percorso sia completato… quindi attendiamo, pazienti.