Articolo di Beppe Zezza
La prima telefonata in pubblico via cellulare è stata fatta nell’aprile del 1973, dal suo inventore Martin Cooper. Il telefono che ha usato pesava 1. 3kg, aveva una batteria che durava 30 minuti, e impiegava 10 ore a ricaricarsi.
Dieci anni dopo è stato disponibile il primo cellulare ad uso commerciale. Molto costoso. Disporne era considerato uno status symbol. Questo fino alla seconda metà degli anni 90.
Il primo Sms è stato inviato da un cellulare nei primi mesi del 1993.
Nel 1999 compare il primo cellulare con tastiera incorporata: il BlackBerry.
La prima macchina fotografica digitale è stata realizzata nel 1975. Nel 2000 è per la prima volta incorporata in un telefonino.
Il primo lettore MP3 per l’ascolto della musica è del 1998: già nel 2001 lo si trova incorporato in un telefonino.
Lo smartphone è lo strumento indispensabile per “restare connessi”, esigenza la cui importanza cresce in modo inversamente proporzionale all’età anagrafica.
Nel 2005 c’è il primo connubio tra internet e telefoni cellulari con il Blackberry 7270: indispensabile per l’uomo d’affari.
Nel 2008 Steve Jobs rivoluzione il settore con l’invenzione dello iPhone: nasce lo “smartphone”, un vero e proprio “comunicatore” miniaturizzato nel quale sussiste ancora, ma in posizione direi quasi “accessoria”, anche la funzione “telefonia”.
Oggi sulla terra ci sono più cellulari/smartphone che esseri umani!
Quali sono le “nuove frontiere”? Lo sviluppo è stato così veloce e l’integrazione così completa che a stento si riescono a ipotizzare futuri sviluppi della tecnologia per uso personale.
Ma… E’ di questi giorni una notizia che ha trovato poco spazio nei giornali e che invece potrebbe rappresentare la grande novità futura: Pepper, il robot umanoide “emotivo”!
E’ alto un metro e venti, pesa 28 chili. Ha diciassette articolazioni e un potente computer nella testa, ed è stato programmato per “volere bene all’uomo”.
Pepper è un social robot che capisce le emozioni, comprende lo stato d’animo e le espressioni del viso degli esseri umani, dialoga e vive con loro. Li può abbracciare.
Pepper si muove su ruote e al momento mantiene l’aspetto esteriore di una macchina; ma è prevedibile che la sua “evoluzione” sarà verso forme che meno lo distinguano dall’essere umano: con movimenti sempre meno distinguibili da quello di “esseri viventi”, rivestiti con una guaina di silicone similpelle e magari – in futuro – grazie anche alla ricerca sulle staminali con vera e propria pelle. E cosa impedirà dal dar loro un volto che abbia qualche rassomiglianza con noi, in modo da farlo apparire come “uno di famiglia”?
Nato e sviluppato in Francia è attualmente in vendita solo in Giappone, ma sarà presto disponibile anche in Europa. Il costo è accessibile a molte tasche: costa solo 1500 euro e un abbonamento mensile di 200 euro per i “servizi”.
Qualche inquietudine questa notizia la lascia nel fondo del cuore.
Non è che l’umanità si stia avviando verso una commistione inestricabile: da una parte gli umani si robotizzano sempre più (arti artificiali, esoscheletri, impianti di microprocessori neuronali ecc), dall’altra i robot si umanizzano (aspetto esteriore, capacità visive e uditive super-umane, capacità mnemoniche, manifestazioni affettive – o pseudo tali ecc)?
E’ da escludere che in un futuro si possa dare la patente di “persona” a un “androide” – visto che sarà in grado di svolgere funzioni “intellettive” meglio di noi – e che la preferenza si potrà indirizzare verso gli “androidi” invece che verso “persone biologiche”, visto che questi ci daranno sempre ragione, non ci tradiranno mai, avranno sempre il sorriso sulle labbra e, se si guastano, sarà sempre possibile “ripararli” sostituendo le parti difettose?
Dunque il primo telefonino nel 1973 – meno di cinquant’anni dopo ci sono più telefonini che esseri umani.
Nel 2016 il primo “robot affettivo”… per quando ci dobbiamo aspettare che ci siano più “androidi” che esseri umani?
Guarda un’intervista a Pepper, e il suo abbraccio all’intevistatore.
E questo invece è un uomo che si finge un robot