Articolo di Enrico Ricci – Autore Ospite de La Lampadina
Verso la fine del XVII secolo iniziò quel lento ed inesorabile avanzamento della popolazione americana di origine francese ed inglese in tutto il Nord America verso l’Ovest.
Consolidate le prime città costruite nel versante atlantico, che già potevano competere, per abitanti almeno, con quelle europee, si cercò di conoscere, valorizzare e sfruttare l’enorme territorio che le divideva dall’Oceano Pacifico.
La nazione canadese, così ricca di acque interne, con i suoi numerosi e sterminati laghi, con i suoi grandi fiumi, fu esplorata inizialmente percorrendo appunto queste vie d’acqua, alcune delle quali partivano dalla Baia di Hudson, altre dai Grandi laghi e da questi, attraverso il fiume San Lorenzo, fino all’Oceano Atlantico.
I finanziamenti necessari per intraprendere queste esplorazioni in luoghi così remoti ed abitati da gente di lingua e costumi diversi, venivano assicurati inizialmente dalla potente Compagnia della Baia di Hudson che, sotto la bandiera inglese, aveva costituito con gli anni una serie di collegamenti veloci, risalendo i fiumi canadesi ed attraversando il laghi che si incontravano verso occidente.
Il territorio così esplorato andava difeso ed organizzato, e pertanto venivano di volta in volta costituiti dei caposaldi, piccoli fortini, abitati anche da poche persone sempre a ridosso di corsi d’acqua o di laghi.
Questi centri così disseminati, che oggi sono diventati le grandi città canadesi venivano costruiti con il materiale di cui il territorio era ed è abbondante: il legno.
Il “Forte” era costituito da un perimetro di forma rettangolare formato da enormi tronchi d’albero, appena sagomati, conficcati verticalmente nel terreno e uniti tra loro, posizionando agli angoli delle torri più elevate, per il controllo e l’avvistamento di eventuali pericoli. All’interno venivano realizzate delle piccole case sempre in legno per la piccola guarnigione mandata dalla Compagnia della B.H. o per la popolazione del forte.
I collegamenti tra forte e forte avvenivano unicamente attraverso le vie d’acqua con semplici canoe indiane o con delle imbarcazioni più grandi che la Compagnia della Baia di Hudson metteva a disposizione provenienti dalla cittadina chiamata York Factory situata al centro della baia stessa.
Il commercio principale dalla fine del XVII secolo sino alla metà del XVIII era quello delle pelli di castoro. La ricchezza del Canada era misurata appunto dall’enorme quantità di pelli di castoro che poteva commerciare ed esportare verso il mercato europeo.
Oltre ai “trappers”, gli stessi indiani catturavano questi animali per poi portare le loro pelli al più vicino Forte per un controvalore in tabacco, pistole, coperte e alcol.
Gli indiani per facilitare lo scambio incominciarono a piantare le loro tende poco fuori il forte dando vita a piccoli villaggi.
Il “Forte” si trasforma pian piano in un vero centro sociale, il primo ed unico nucleo abitativo dove coesistevano contemporaneamente funzionari della Compagnia della Baia di Hudson, cacciatori bianchi di pelli di origine francese o inglese e differenti tribù di indiani, un vero centro sociale e di scambi. Si confrontavano pacificamente coloni inglesi, cacciatori francesi e nativi americani, quest’ultimi suddivisi in varie tribù, irochesi, moicani etc. Il forte rappresentava l’unico luogo in un territorio sconosciuto ed esteso dove era possibile socializzare e conoscersi.
Tra i tanti fortini costruiti nel nord America merita una segnalazione il Forte Edmonton lungo il ramo nord del fiume Saskatchewan, tuttora ben conservato e situato a poca distanza dal centro di Edmonton, l’attuale capitale dell’Alberta, che divenne il principale mercato di libero scambio per la Hudson’s Bay Company.
Visitandolo si ha una precisa ricognizione di tutte le componenti del forte stesso. Vi sono le abitazioni per la guarnigione militare, i capanni per il ricovero dei cavalli, ma anche per le coltivazioni ortofrutticole, per la macellazione delle carni, bisonti soprattutto, nonché per lo stoccaggio dei pesci.
Ma all’interno del forte vi è anche una chiesa, un centro di incontro o di ritrovo e abitazioni per scapoli, per le famiglie e per gli indiani.
Il pane veniva cotto nei forni e le vivande venivano conservate in appositi ambienti chiamati case del ghiaccio con doppia parete per un giusto isolamento termico.
Fra le tante abitazioni presenti troneggia per la sua dimensione e per lo stile architettonico la residenza del capo della guarnigione, ossia il rappresentante della Compagnia della Baia di Hudson che amministrava allora un vastissimo territorio corrispondente alle attuali province canadesi dell’Alberta, del Saskatchewan e del Manitoba.
Si chiama Casa Rowand dal nome di John Rowand che fu il capo assoluto di quella regione fino alla sua morte avvenuta nel 1854, conoscitore sia del francese che dell’inglese e che, avendo sposato una donna indiana, poteva parlare anche diverse lingue di tribù indiane della zona.
L’edificio il cui stile architettonico richiama il tipico palazzo inglese con i suoi due piani principali, un grande ballatoio, la copertura del tetto a quattro falde inclinate che consentono la realizzazione di un ulteriore piano abitato, è stato per molti anni il più grande edificio costruito ad ovest di Winnipeg.
Anche l’arredo ed il mobilio è stata costruito usando esclusivamente il legno, ma con pregevoli finiture tali da sottolineare come tale edificio sia stato realizzato come una vera residenza governativa da valorosi artigiani e sotto l’attenta visione di un architetto che ha saputo infondere al fabbricato un certo valore architettonico di stile europeo.