La nostra Globe trotter Lucilla questa volta è andata in Piemonte e ci racconta…
Quattro giorni a Torino
Sono stata a Torino per Artissima, la fiera d’arte contemporanea che ha ormai surclassato quella di Bologna, e vorrei condividere alcune ottime scelte.
Per l’albergo siamo stati al “Genio” della catena BestWestern. Veramente comodo, attaccato alla stazione, bella stanza con bagno, ottimissimo prezzo! Da consigliare.
Per mangiare, a parte gli inviti nelle case che non vi posso consigliare, vi propongo due semplici e buone trattorie dove potete trovare la cucina torinese.
Porto di Savona. Da poco è entrato a far parte dei locali storici. Abbiamo assaggiato taglierini al Castelmagno, brasato al barolo e alici in salsa verde e ottima “brunette”, una sorta di crème caramel con amaretti e cioccolato… più tradizionale di così!
Piazza Vittorio 2 – Tel 011 81733500
http://www.foodandcompany.com/food&company.html
Scannabue. Locale accogliente e piacevole mangiare con la bella stagione anche fuori. Abbiamo assaggiato taglierini al ragù bianco, tartare di manzo, cappuccino di baccalà, tutto ottimo! Non andate senza aver prima prenotato, sono sempre pieni anzi…..troppo pieni!
Largo Saluzzo 25 – tel 011 6696693
http://www.scannabue.it/
Una delle tradizioni di Torino sono le paste ripiene e ne ho fatto una scorpacciata.
Vi consiglio:
“Sapori” in via San Tommaso 12 e in via Mazzini 36, ci sono dei tavoli e puoi mangiare sul posto: ottimi i tortelli alla fonduta.
Tel 011/530347
Lì vicino il pastificio “Virgilio”, preparano tanti tipi di paste ripiene e potete portarle a casa e surgelarle, sono ottime.
Ci sono tre sedi, controllate sul sito: http://www.pastificiovirgilio.com
Il più vecchio e classico pastificio è “De Filippis” in via Lagrange 39, la via condotti di Torino, anche lì da qualche anno hanno aperto il ristorate con tavoli anche fuori.
http://www.pastificiodefilippis.it/
E ora qualcosa di decisamente diverso dal solito…
Sant’Uberto – protettore dei cacciatori.
Il giorno prima: all’inaugurazione di Artissima si sprecavano signore con capelli viola, ragazze in hotpants e zeppe da 20 centimetri e signori in full black e mille anelli con teschi alle dita.
Bene il giorno dopo il panorama cambia completamente: andiamo alla Reggia di Venaria dove nella cappella di sant’Uberto si festeggia il 6 Novembre la festa del santo protettore dei cacciatori.
Cavalieri in perfetta tenuta da caccia in eleganti completi con jabo e spilloni e stivali lucidissimi, accompagnati da guardiacaccia con mantelle di loden e gran piume e code di animali vari con cani ancora più eleganti, anche il falco con il berrettino in pelle che gli impediva di vedere ma tranquillo al braccio del suo falconiere e ….
Ancora più belli e coreografici “I corni da caccia” il gruppo italiano in redingote rossa con alamari e guarnizioni in nero e oro e il gruppo francese in damasco verde e gilet a contrasto.
La messa è stata intervallata dai suoni maestosi dei corni e dall’organo e cosa che non avevo mai notato, loro suonano di spalle al pubblico dato che il suono del corno da caccia è al contrario!
Dopo, tutti al cortile delle carrozze dove ha sede l’Accademia di Sant’Uberto per festeggiare il riconoscimento del corno da caccia da parte dell’Unesco come patrimonio culturale immateriale.
Prendete nota e se siete in zona magari l’anno prossimo…