In questo numero, Carlotta Staderini Chiatante ci commenta un libro di Amos Oz, scritto più di 40 anni fa e pubblicato in Italia solo quest’anno.
Tocca l’acqua, tocca il vento
di Amos Oz
Ed. Feltrinelli – 2017
Pagine: 197
Tradotto da Elena Loewenthal
Dopo le bellissime recensioni di Alessandro Piperno (Corriere della Sera del 1/4/2017) e di Susanna Nirenstein (La Repubblica del 30/4/2017), che consiglio di leggere a tutti coloro che amano la letteratura israeliana, penso di non poter aggiungere nulla alla descrizione di questo meraviglioso romanzo scritto da Amos Oz nel 1972 ed inedito fino a febbraio scorso in Italia. “Tocca l’acqua, tocca il vento” è il terzo romanzo scritto da Amos Oz all’età di 34 anni ed anticipa tutte le tematiche del capolavoro che scriverà trenta anni dopo: “Una storia di amore e tenebra”. Dunque questo romanzo ha un significato storico per chi vuole comprendere l’evoluzione dello scrittore e dei suoi temi. In tutti i suoi romanzi l’autore riflette sulle relazioni di coppia e relazioni generazionali, analizza i conflitti della società israeliana e la difficile convivenza di due culture, europea ed araba, parla della costituzione dello Stato di Israele e della guerra del sei giorni. La storia di questo romanzo non può dirsi originale, ma lo stile dell’autore è unico, raffinato e leggero, un po’ fiabesco. Una coppia di ebrei polacchi si separerà a causa dell’occupazione tedesca in Polonia del 1939. Lui, Elisha Pomeranz, insegnate di fisica e matematica al liceo, figlio di orologiaio, appassionato di musica, matematica e lei, Stefa, bella ed intellettualmente vivace, professoressa di filosofia, abituata a corrispondere con Martin Heidegger. Stefa nonostante la sua intelligenza, resterà incredula, come moltissimi intellettuali ebrei dell’epoca, della pericolosa direzione che la storia prenderà.
Stefa sceglierà dunque di restare nel suo paese mentre Elisha Pomeranz fuggirà e dopo mille peregrinazioni raggiungerà la Palestina dove troverà rifugio in un kibbutz; secondo lui un’oasi da dove non dovrà più fuggire. La bella Stefa verrà travolta dagli eventi e diventerà un importante personaggio dello spionaggio sovietico ricevendo persino l’ammirazione di Stalin. In seguito gli avvenimenti la porteranno proprio nel kibbutz dove vive e lavora Elisha.
E’ un romanzo ricco di simboli, di speculazioni filosofiche di grande poesia e delicatezza e mentre lo leggi non si riesce a non immaginare il “set”: scritto e diretto da Chagall; un racconto poetico e fiabesco attraversato dal mistero e dalla magia di cui mi sento di consigliare la lettura. Attraverso il ricongiungimento dei coniugi nella Terra Promessa l’autore ci porta dalla Polonia alla Palestina. Mondi diversi come paesaggio, clima, tradizioni, cultura e tuttavia come l’acqua e come il vento tutto si confonde con equilibrio e leggerezza, come in una fiaba.
Buona lettura, Carlotta Staderini Chiatante
P.S. Quest’anno ricorrono i 50 anni della guerra dei sei giorni (estate 1967) e penso che l’autore, pur avendovi partecipato, oggi difficilmente parteciperà ai festeggiamenti previsti.