SCIENZE: i nostri due cervelli

In un precedente articolo abbiamo parlato della presenza di recettori olfattivi e gustativi in zone del nostro corpo ben diverse da quelle deputate al riconoscimento degli odori e dei sapori.
Andiamo oltre nello svelamento delle meraviglie del corpo umano.
Una scoperta recente, ma neanche tanto, è che ognuno di noi dispone di DUE CERVELLI: roba da non credere! Eppure l’informazione proviene da fonte sicura e non è una bufala. La ricerca iniziata alla Columbia University di New York dal dott Michael Gershon coinvolge anche importanti istituzioni francesi.

Dove è situato, o meglio qual è, il nostro secondo cervello? L’intestino!
Nell’intestino ci sono circa 200 milioni di neuroni (più o meno quanti nella corteccia cerebrale di un cane. E se diciamo che un cane è intelligente, ebbene dobbiamo dire che anche l’intestino è intelligente!)
Gli scienziati hanno scoperto – o meglio “riscoperto” – quello che la saggezza popolare ci ha trasmesso: i codardi non hanno fegato, le persone nervose hanno le farfalle nello stomaco, la paura ci attanaglia lo stomaco, a volte agiamo “di pancia”.
I nostro due cervelli si assomigliano come fratelli: il cervello superiore è la sede del sistema nervoso centrale, il cervello inferiore del sistema nervoso enterico.
Un’ipotesi avanzata dallo scienziato francese Michael Neunlist nell’ambito della teoria dell’evoluzione afferma che all’origine gli esseri viventi erano costituiti da praticamente solo un tubo digerente, all’interno del quale si è sviluppato il sistema nervoso enterico mentre il sistema nervoso centrale si è evoluto successivamente per permettere alle creature viventi di migliorare il modo di alimentarsi e non destinare tutte le energie nervose alla sola digestione. Nell’essere umano questa evoluzione è stata implementata dalla scoperta del controllo del fuoco che ha radicalmente mutato il modo degli umani di nutrirsi riducendo drasticamente l’energia richiesta per la digestione e rendendola disponibile per lo sviluppo del cervello “superiore”. Questa evoluzione motiverebbe il passaggio dallo ‘Homo ergaster’ (2 milioni-1 milione di anni fa) all’‘Homo sapiens”.
Cervello superiore e cervello inferiore svolgono funzioni primarie differenziate: il superiore si ‘occupa’ del pensiero, quello inferiore della ‘digestione’. Tuttavia …
Tuttavia i due cervelli sono strettamente interconnessi dal nervo vago attraverso il quale ‘dialogano’ costantemente. Dispongono infatti degli stessi “neurotrasmettitori”, le “parole” con le quali avviene lo scambio dei messaggi.
Una delle “parole” più importanti è la “serotonina”: nel cervello superiore presiede alla “sensazione di benessere”, nel cervello inferiore regola il sistema immunitario e la velocità del transito intestinale. Sorprendentemente però ben il 95% della serotonina del nostro corpo è prodotta nell’intestino, e non solo agisce sul tubo digerente ma è anche rilasciata nel flusso sanguigno e attraverso di esso, opera sul cervello superiore, in particolare nell’ipotalamo, l’area che controlla e contribuisce a regolare le emozioni.
Si sapeva già che le emozioni influenzano l’intestino, quello che si è scoperto è che ciò avviene anche nella direzione opposta e che cioè l’intestino opera sulle emozioni!
Il sistema nervoso enterico invia al cervello segnali che non raggiungono la coscienza ma possono cambiare il modo nel quale il cervello – cioè noi percepiamo il mondo!
Di norma questo scambio di informazioni tra cervello superiore e cervello inferiore avviene senza che noi ce ne rendiamo conto e perciò è difficile da analizzare. E’ quando qualcosa non funzione che, studiando, si riesce a saperne di più.
La sindrome dell’intestino irritabile (in inglese IBS) non si può ricondurre ad alcuna malattia organica e la risposta che si dà ai numerosi pazienti che ne sono affetti è: c’è un malfunzionamento nella comunicazione tra cervello (superiore) e tubo digerente.
Ebbene la ricerca ha individuato che nei pazienti affetti da questa malattia c’è una iperattività dei neuroni della mucosa intestinale (una specie di neurosi intestinale)! Questa scoperta apre le porte alla ricerca di un nuovo modo di cura.
La somiglianza strutturale tra i nostri due cervelli è talmente impressionante che gli scienziati hanno cominciato a porsi seriamente la domanda se i due cervelli non potessero condividere anche le malattie!
Per molto tempo si è ipotizzato che il Parkinson distruggesse progressivamente i neuroni situati nella area detta “substantia nigra”; partendo dall’osservazione che questa malattia è accompagnata spesso da notevoli disturbi digestivi, studiosi dell’Ospedale di Nantes hanno ipotizzato che essa colpisse anche i neuroni dell’intestino. Poiché i sintomi digestivi si possono rilevare assai prima che si manifestino i primi sintomi motori si è addirittura fatta la ipotesi che la malattia abbia origine nell’intestino e di là poi si diffonda al cervello lungo il sistema nervoso. Da dove la malattia abbia inizio non è stato ancora definito ma si è arrivati a verificare che i neuroni del sistema enterico di un paziente affetto da Parkinson presentano le stesse anomalie di quelli del sistema cerebrale e pertanto la diagnosi del Parkinson può essere effettuata attraverso una biopsia del tessuto nervoso intestinale.
La biopsia del cervello è una operazione difficile e pericolosa quella dell’intestino è invece una procedura routinaria, e i sintomi digestivi possono apparire anche 20 anni prima dei sintomi motori si può comprendere allora l’importanza di questa scoperta.
L’idea di esaminare l’intestino per conoscere il cervello si è dimostrata valida per il morbo di Parkinson. Potrebbe essere lo stesso anche per l’Alzheimer o altre patologie neuro vegetative? O per patologie psichiatriche o comportamentali (come l’autismo)? La ricerca si sta muovendo in questa direzione.
Conclusione? Del funzionamento del nostro organismo ci pare di sapere tanto – ed è vero rispetto al recente passato – ma è ancora poco, pochissimo. Dobbiamo diventare tutti un po’ più “socratici”: sapere una cosa sola: non sappiamo!

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