CORRESPONDANCE (1944 – 1959) d’Albert Camus et Maria Casarès
Ed. Gallimard
“Ci siamo conosciuti, ci siamo riconosciuti, ci siamo abbandonati uno all’altra, abbiamo cesellato un amore che incendia, di cristallo puro, ti rendi conto della nostra felicità, di ciò che ci è donato?”
(Maria Casarès a Albert Camus nel 1950)
Gallimard ha pubblicato i primi di novembre questo volume, la corrispondenza tra Albert Camus e Maria Casarès, a sessant’anni dal Premio Nobel per la letteratura, ricevuto dallo scrittore de “La peste”.
E’ stato un evento culturale. Albert Camus incontra Maria Casarès nel giugno 1944, precisamente il 6 giugno, giorno dello sbarco in Normandia.
Lei è un’attrice, è nata in Spagna a La Coruna, è figlia di un ministro repubblicano spagnolo, Santiago Casarès, rifugiatosi in Francia dopo l’insurrezione e l’avvento al potere di Franco. Lei ha 21 anni ed esce dall’Accademia di Arte Drammatica e lui ne ha 30, è sposato con Francine Faure, insegnante ad Orano, e provvisoriamente separato da lei a causa dell’occupazione tedesca a Parigi. Albert è impegnato nella resistenza. Lei è bellissima ed è una musa di Cocteau e Bresson. Albert e Maria, sono due esiliati, lui dall’Algeria e lei dalla Spagna e sembra trovino una “patria” uniti l’uno nell’altro. Sono tutti e due passionali, vivono di arte, sono fieri. La loro sarà una passione lucida e forte.“
In ottobre sempre 1944, la moglie di Albert rientra in Francia e Maria, con grande sofferenza abbandona Albert.
Si ritroveranno quattro anni dopo sempre il 6 giugno, e malgrado tutte le difficoltà decideranno di vivere il loro amore. La loro notorietà internazionale crescerà di pari passo e questo li obbligherà a separarsi per lunghi periodi, in cui la corrispondenza diventerà travolgente.
Nel 1956, Marie riceverà un’accoglienza trionfale in Argentina e nel 1957 Albert riceve il premio Nobel per la letteratura. Belli, innamorati, di successo. Una straordinaria storia d’amore che non ha nulla da invidiare a Casablanca, anzi la realizza.
Ecco come Albert Camus descrive il loro amore: “Ugualmente lucidi, ugualmente sapienti, capaci di capire tutto e tutto smontare, sufficientemente forti per vivere senza illusioni e legati l’uno all’altra come i legami della terra, dell’intelligenza, del cuore e della carne, niente può, già lo so né sorprenderci né separarci” Non c’è che dire: sapevano amare ed incendiare tutto e tutti!
Le foto che li ritraggono insieme sono uno spettacolo: lei bruna, occhi fiammeggianti e vincenti, un sorriso da sballo e lui bello inquieto inafferrabile sempre con una sigaretta tra le dita, sempre un po’ sognante, una alchimia perfetta tra due complici. Loro sono unici e in una Parigi occupata c’è spazio per la loro passione. Questa corrispondenza rivela quale fu l’intensità della loro vita intima. “Ho deciso una volta per tutte che siamo uniti per sempre; allora tutto ciò che sono ombre leggere passeranno e resta il nostro amore”, scrive Albert, “ti amo irrimediabilmente, come si ama il mare” risponde Maria.
Sono consapevoli di quanto questa passione sia loro necessaria, come una rivelazione. Nel 1960, a 47 anni, Albert Camus, muore in un incidente automobilistico. Sul sedile posteriore della sua macchina fu ritrovata la stesura del “Primo uomo”, romanzo autobiografico. Dopo il ciclo dell’assurdo, poi della rivolta questo era il ciclo dell’amore (Carnets 1956). A molti anni dalla sua morte, Maria scrive.” Quando si è amato qualcuno, si ama per sempre.”
In attesa che arrivi a breve la traduzione in italiano, vi auguro buona lettura e per incuriosirvi vi invio un passaggio.
Carlotta Staderini Chiatante
ALBERT CAMUS A MARIA CASARÈS:
Giovedì, ore 10 (di sera) giugno 1944
Sono così felice, Maria. Come è possibile? Quello che mi fa tremare è una specie di gioia folle. Ma allo stesso tempo sono trafitto dall’amarezza- partirai, la tristezza dei tuoi occhi mentre mi lasci. Davvero quello che ho di te è un gusto in cui si mescola la felicità all’inquietudine. Ma se tu mi ami, come scrivi, dobbiamo avere altre cose. Questo è il momento di amarci e dobbiamo volerlo con forza e a lungo per andare oltre ogni altra cosa (…) Attendo domani il tuo caro volto. Stasera troppo stanco per parlare di questo cuore traboccante a cui mi hai ridotto. C’è qualcosa che è solo per noi e dove ti raggiungo sempre, senza sforzo. Queste sono le ore in cui mi chiudo in te e tu dubiti di me. Ma non importa, il mio cuore è pieno di te. Addio, tesoro. Grazie per quelle parole che mi hanno dato così tanta gioia. Grazie per questa anima che ama e che ti ama. Ti bacio con tutte le mie forze.