Pare ieri. Pare ieri che, affannati, correvamo alla ricerca dei regali di Natale per una miriade di parenti che crescevano o diminuivano ogni momento.
Quanti saremo quest’anno? Senza sapere in che razza di confusione ci avrebbero messo, le risposte sono state quanto mai incerte:
“Se non viene mia nuora non posso, ma se lei viene veniamo tutti e sette…!!!”
“Ti faccio sapere, che bello, in caso posso portare mia nipote? È sola.”
La lista si allunga. Bisognerà organizzare un pranzo in piedi, o forse usare le sedie ed i tavoli del terrazzo. Ma alcune telefonate.
“Mi dispiace non posso più”… e la lista si accorcia. Forse possiamo stare tutti seduti senza traffici.
Indicativamente saremo fra trenta e dodici. Impossibile saperlo. Il menu è deciso, si cambia la quantità, ma rimane lo stesso da anni. Calma. L’importante è stare insieme con chi potrà. Per chi non potrà c’è la Befana.
Ora i regali.
Mi viene suggerito di trovare tutto su AMAZON. Mi iscrivo. A fatica, dato che le parole chiave che propongo non vengono accettate. “Già in uso”. Quante con il mio nome e la mia data di nascita? Scorro le offerte. Riempio il carrello. Pago. Sono certa che le poche cose ordinate non arriveranno mai. Quando, puntuale, arriva l’enorme pacco che contiene i tre oggetti ordinati protetti da una imbottitura spropositata, sono sbalordita. Peccato, per sfiducia nelle mie capacità, ho limitato il mio ordine.
IDEE REGALO? Non ce ne sono più. Per anni abbiamo regalato golf, calzette, guanti da sci, scarponi, creme, trucchi, portachiavi e terribili regali “spiritosi”. Il cervello non ha più risorse. Oltretutto alcuni, come me, sono negati nella scelta. I vasi a Samo? Un detto, fatto per me, che ho portato coralli a Positano e Meissen in Germania. Ho visto i miei regali agli adulti finire fin dal giorno dopo nel cesto delle bambole.
C’eravamo tutti accordati. Quest’anno niente regali. Al massimo ai bambini. Evitiamo le folli corse. Ma alla padrona di casa? E al marito? E a loro che si sono appena sposati? E a lei che mi ha invitato tante volte? E poi e poi… a tutti!
Impossibile ricordare le età dei bambini. Sembrano nati ieri. A noi che eravamo pronti a comprare un piccolo pelouche, ci viene detto che il bebé lavora ora frenetico con le manine grasse sull’IPAD, scegliendo giochi pazzeschi senza sapere leggere. Nascono con il fiuto tecnologico.
Si decide però quest’anno di fare non veri regali ma “pensieri”. I “pensieri” si rivelano altrettanto costosi (ed il costo non appare). Li ammucchiamo tutti preparando carta e cartellini. I doni ora ci sembrano poca cosa. Decidiamo di rimpolparli e ripartiamo per una ennesima corsa. Doppio “pensiero”: forse era meglio un vero regalo.
Da anni ci diciamo di partire, anzi meglio dire scappare, durante il Natale. Ma alla fine il nostro cuore non regge a non vedere quel giorno figli, nipoti, sorelle, famiglia e amici. E così, brontolando, tiriamo giù i festoni per il camino, le palle per l’albero, riempiamo i vasi di pungitopo e agrifoglio, montiamo il vecchio presepio che suscita da anni le affettuose critiche della famiglia. Vestiamo la tavola con la tovaglia più bella, i candelabri scintillano,il camino acceso sparge per casa un profumo di legna, tutto luccica gioioso.
Dopo tutto sarà anche quest’anno un Fantastico Natale
In questi dettagli di aria natalizia, ci somigliamo un po’ tutti. Che noia, che delizia, che tenerezza, viva la tradizione, un po’ come una colla che ci tiene tutti un po’ stretti, un po’ larghi, un po’ ironici, spiritosi o scocciati secondo i casi. Social Natale, Santo Natale, Sentimental Christmas, concediamoci momenti luccicosi, amorosi e ridiamoci un po’ senza timore di stare fuori da quella che viene chiamata realtà, quella più vera del mondo in cui abitiamo così fortemente complesso e torturato, stiamo al gioco attentamente e mettiamoci nel gioco. Viva la tradizione. Grazie Lalli sempre narrativa.