“Il secolo scorso è stato spettatore dei due avvenimenti che più hanno mortificato e segnato la storia dell’umanità: le due Guerre Mondiali. Ma, come spesso accade, gli echi delle cruente battaglie sono ormai troppo lontani per essere uditi e il ricordo di quei drammatici anni è ormai sfocato, sopito o spesso ammantato da un ingannevole e mistico velo”, per cui emerge “la necessità della memoria come pegno indispensabile alla verità per la rinascita di una società giusta”.
Queste – tratte dal dépliant illustrativo – le motivazioni che hanno portato alla nascita di un affascinante complesso, che oggi abbiamo visitato per la seconda volta, dopo una prima scoperta quasi casuale: il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali di Rocchetta a Volturno (Isernia), dedicato alle testimonianze materiali dei due conflitti.
In un antico frantoio, perfettamente restaurato, ha sede il nucleo centrale della raccolta che è nata trent’anni fa dalla passione di due ricercatori volontari, Filippo e Johnny, ed è andata continuamente aumentando fino a raggiungere dimensioni di assoluta rilevanza internazionale.
Impossibile descrivere in poche righe la completezza e la varietà degli oggetti esposti, rigorosamente autentici, alcuni addirittura pezzi unici: uniformi, armi, veicoli, equipaggiamenti di ogni tipo, di tutti gli eserciti che hanno agito sulla scena europea. Il materiale è ordinato in modo chiaro e suggestivo, con l’aiuto di filmati d’epoca e altra documentazione originale. Non mancano una sala convegni ed una piccola biblioteca specializzata. La visita, sempre accompagnata da guide competenti che raccontano con passione e partecipazione, rappresenta dunque una sorpresa ed un’esperienza emozionante anche per chi non fosse appassionato dell’argomento.
E la consistenza del museo è in continuo aumento, a seguito di donazioni, acquisti, ritrovamenti sul campo. Può stupire il fatto che, mentre è in contatto con istituzioni, università e centri di studi specialistici, il museo di Rocchetta sia invece praticamente sconosciuto al grande pubblico.
Fra le tante mete di interesse turistico della zona questa è certamente una delle più meritevoli di segnalazione, e vale senz’altro una deviazione dagli itinerari consueti.
“Un luogo vivo, quindi” – sempre nell’intenzione degli autori – “dove il doveroso ricordo del passato possa servire a non commettere più gli stessi errori”. Una speranza ottimistica, forse anche un’utopia: ma come possiamo non essere d’accordo, almeno sull’idea?
Per informazioni: www.worldwarmuseum.com
Che felicità per gli appassionati, la scoperta di un tesoro svelato! Congratulazioni e complimenti.