ABBIAMO OSPITI – ARTE: a Venezia una mostra alla Fondazione Prada “The small utopia ars multiplicata”: da Duchamp alla pop art

L’idea di trasformare un oggetto artistico in un veicolo di trasmissione di valore estetico, conoscitivo e comunicativo e capace d’affermarsi in molteplici forme e materiali è il tema della grande esposizione in corso a Venezia, nei prestigiosi spazi di Palazzo Ca’ Corner della Regina ora sede, della Fondazione Prada per l’arte.

Il titolo, “The Small Utopia Ars moltiplicata” fa riferimento al desiderio di ampliare la diffusione dell’arte nella società; dal Futurismo al Surrealismo, dal Costruttivismo russo al Dadaismo e via via sino ad arrivare al culmine con la Pop Art degli anni Sessanta e oltre.

La mostra si addentra nell’ambito di diversi linguaggi espressivi nei quali si dissolvono i confini dell’opera che spazia attraverso i dipinti o i libri d’artista più tradizionali agli aspetti dell’arte animata, sequenze che conducono al settore cinematografico o alla comunicazione via radio.

Un percorso espositivo che segna –in svariate sezioni – le evidenziazioni di circa 700 opere, tra oggetti di design, ceramiche, vetri, tessuti, mobili, abiti, edizioni particolari di arte moltiplicata.

Dalle coloratissime sculture “Fiore” di Giacomo Balla ai dissacranti “Fountain” di Marcel Duchamp del 1917, da “Lampshade” disegnata da Man Ray nel 1919 al giocattolo “Carriola” di Gerrit Rietveld del 1920 sino ad arrivare ai “Piatti in ceramica” del 1921 di Vassily Kandinsky o al “Panciotto Futurista” ideato da Fortunato Depero nel 1924…

La mostra mette in luce l’idea di nuove realtà tecnologiche, di ricerca a cui hanno partecipato i principali movimenti artistici: dal Nouveau Realisme all’Optical Art sino alla moltiplicazione degli oggetti nella Pop Art americana per continuare con il Gruppo di Fluxus sino agli anni Settanta.

Le arti entrano in un unico linguaggio e il lavoro artistico diventa sempre più funzionale e riguarda tutti gli aspetti della quotidianità; un ricco intreccio capace di suscitare interesse nel consumatore, un‘arte capace di essere libera e in maniera contraddittoria al servizio della società. Questa è la riflessione che suscita questa mostra, le ricerche attuate dai movimenti di De Stijl e Bauhaus, sia in campo architettonico con Rietveld o van Doesburg, in pittura con Dalì, Oppenheim costituiscono un universo al quale far riferimento in un’epoca sempre più industrializzata. Dissacrare l’oggetto ma utopicamente permettere a quest’ultimo di vivere tutta la sua bellezza possibile è quanto hanno sempre realizzato gli artisti.

L’Arte Programmata e Cinetica sono rappresentate da Getulio Alviani, Gianni  Colombo, Giulio Le Parc, Bruno Munari e tanti altri artisti che  con le loro ricerche hanno veicolato l’universo arte dialogando con il mondodell’architettura, della cibernetica, e la psicologia sino al campo del design.
Sino al 25 novembre a cura di Germano Celant.

Articolo di Laura  Novello – Autore ospite de La Lampadina

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2 Commenti
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Alberto Seganti
2 Novembre 2012 12:53

A proposito di DUCHAMP bisogna ricordare che uno dei suoi allievi, Gianfranco BARUCHELLO, é tuttora vivente e operante tra Roma e Parigi anche tramite una fondazione.
Avendo 87 anni é passato per tutte le correnti del suo tempo esprimendosi sia con la pittura che con installazioni, filmati e libri.
Allo stesso é stata dedicata recentemente una personale al museo di arte moderna di Roma.
E’ ora negli Stati Uniti invitato dal Philadelphia Museum of art: Trattandosi di un amico, mi ha anche cortesemente mandato l’invito, ma non sono andato. 
Mi dispiace che non se ne sia parlato.
Alberto

Reply to  Alberto Seganti
30 Novembre 2012 21:02

E’ un vero peccato che la Fondazione e il Museo di Roma non abbiano comunicato l’evento soprattutto agli addetti ai lavori! Siamo alle solite: succede spesso anche in altre strutture: mancano d’immagine!!!
Laura