Maria Maddalena è un personaggio assai “gettonato” di questi tempi. Sull’onda del successo dei libri di Dan Brown sono stati in molti a scrivere su Maria Maddalena romanzi “storici” più o meno fantasiosi ma tutti con un denominatore comune: Maria Maddalena era “innamorata” di Gesù, da lui talvolta ricambiata – secondo alcuni addirittura sposata con lui o anche solo “amante” più o meno segreta.
Come fare a distinguere il grano dal loglio e discernere ciò che ha un fondamento storico, ciò che è solo “tradizione” da quello che è pura “invenzione” letteraria di natura prevalentemente “commerciale”?
Una prima sorpresa è, forse, apprendere che questo “denominatore comune” è qualcosa che ha ben poco a che vedere con i cosiddetti “vangeli apocrifi” (vedi La Lampadina gennaio 2015) i quali, quando parlano della Maddalena (assai poco) non lo fanno in questi termini. [I vangeli apocrifi sono scritti “spirituali” del tutto alieni da questioni “carnali” quali quelle dei rapporti sessuali; Dan Brown costruisce tutto il suo castello su una frase estrapolata dal contesto, nella quale si accenna alla Maddalena come “compagna” di Gesù].
Cosa c’è di “storico” nella figura di Maria Maddalena?
I soli scritti “storici” che parlano di Maria Maddalena sono i quattro Vangeli.
Nei Vangeli si trovano narrati episodi “simili” ma che differiscono tra loro per dei particolari. La critica ritiene che si tratti degli stessi fatti raccontati in modo diverso sia per una maggiore o minore conoscenza degli avvenimenti quali realmente accaduti sia a motivo della finalità della narrazione: non è facile distinguere quando si parli di Maria Maddalena e quando invece si parli di altre donne che facevano parte del seguito di Gesù, cosa abbastanza anomala in un tempo nel quale le donne non avevano visibilità pubblica.
C’è una Maria di Betania, che è sorella di Marta e di quel Lazzaro che Gesù risuscita, che, narra Giovanni, cosparge i piedi di Gesù con un profumo di grande valore: i profumi “buoni” sono sempre costati molto e ciò suscita commenti negativi da parte di qualcuno dei presenti per lo spreco.
Anche Matteo e Marco narrano un episodio simile, sempre a Betania, ma in un’altra casa. L’olio profumato è versato sul capo e non sui piedi. Le reazioni circa lo spreco sono le stesse. La protagonista è “una donna” non meglio identificata.
Luca narra di una altra donna, – qualificata come una “peccatrice di quella città” da tutti definita come una “prostituta” – che lava i piedi di Gesù con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli e li cosparge di profumo. Anche essa suscita commenti negativi perché, nella mentalità religiosa del tempo, un “giusto” – quale Gesù veniva ritenuto – non doveva consentire neanche di essere semplicemente toccato da un peccatore per non essere reso “impuro”. (Se andate a Gerusalemme anche ai giorni nostri e vi avvicinate al muro del pianto vi accorgerete che gli ebrei con i riccioletti e il cappellone nero vi scanseranno per non entrare neanche accidentalmente in contatto o con voi).
Di questa donna Gesù dice: “Mi ha molto amato” ma non fa certo riferimento ad eventuali rapporti carnali intercorsi.
C’è infine una ultima donna esplicitamente detta “proveniente dalla città di Magdala” – caratterizzata dal fatto di essere stata liberata da “sette (parafrasi per “moltissimi”) demoni”, cioè che “aveva avuto un passato molto turbolento” e dopo l’incontro con Gesù aveva cambiato vita. Costei insieme ad altre donne faceva parte del seguito femminile che si occupava delle necessità concrete di Gesù e dei suoi discepoli. Questa donna, secondo i Vangeli, si troverà poi sotto alla croce ed è colei alla quale per prima appare il Risorto.
Per la Chiesa latina queste tre donne di cui parlano i Vangeli sono un solo personaggio e lo celebrano liturgicamente nello stesso giorno. La liturgia greca le commemora invece separatamente e distingue Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta, la peccatrice «cui molto è stato perdonato perché molto ha amato», e Maria Maddalena o di Magdala, l’ossessa liberata da Gesù, che ella seguì e assistette con le altre donne fino alla crocifissione ed ebbe il privilegio di vedere risorto.
Dunque notizie “storiche” (o quasi storiche) veramente pochissime.
Una tradizione vuole che Maria Maddalena, insieme al fratello Lazzaro, dopo la resurrezione di Cristo si sia dedicata alla evangelizzazione e sia approdata in Provenza dove è ancora venerata e dove sono conservate alcune sue reliquie.
E allora, da dove provengono tutte queste storie sulla Maddalena?
Il cliché su Maria Maddalena dipende fondamentalmente dal fatto che nell’immaginario collettivo odierno da una parte la sola forma di amore possibile ha sempre una radice o uno sviluppo “sessuale” – (ricaduta del pensiero psicoanalitico del xx secolo?) e dall’altra non sia possibile vivere senza avere “un partner sessuale” (travisamento del fatto reale che “non si può vivere senza amore”).
Maria Maddalena (che si tratti di una sola persona o di tre persone diverse) “amava” Gesù? Certamente! Ma esistono altre forme di “amore” che non abbiano radice “sessuale”? Certamente sì, basti pensare ad esempio all’amore che i discepoli hanno nei riguardi del proprio maestro o dei figli nei confronti dei propri genitori.
Quando vi trovate davanti a una notizia come questa: “Gesù era sposato, rivelata la verità su Maria Maddalena: la figura di Maria Maddalena come presunta sposa di Gesù sarebbe stata confermata dal ritrovamento di un papiro in cui il Messia parla di una moglie. Sul caso della donna è stato aperto un dossier per chiarire al meglio la vicenda.” reagite all’inglese: “Bullshit”!
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