Evviva! Finalmente un’agenzia di rating che ci racconta che l’Italia nel corso del 2017 ha migliorato il suo rating. La società che ce lo dice è la Standard Ethics Rating, una società con sede a Londra, fondata da alcuni Italiani e ritenuta molto affidabile sul mercato Internazionale.
La Standard Ethics Rating, anziché soffermarsi sulle situazioni finanziarie di ciascun paese come le più famose Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s, ne analizza i criteri etici, quali la libertà politica e di espressione, i diritti umani, l’inquinamento, l’ecologia e tutto quanto contribuisce a rendere una nazione libera e democratica, in altre parole la sua sostenibilità ambientale e sociale. Le analisi sono fatte misurando lo scostamento dei valori tipici di principio delle Nazioni Unite e sull’Ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), dell’Unione europea ed anche con certe valutazioni di Amnesty e altri enti simili. La graduatorie partono da una tripla E e fino ad arrivare ad F che rappresenta un paese lontano da ogni altro modello occidentale.
Ecco cosa pensa la Standard Ethics del nostro paese: l’Italia ha guadagnato alcune posizioni passando da EE- del 2010 a EE + a fine 2017. Il miglioramento è dato dalle riforme di alcuni diritti fondamentali attesi da anni quali le unioni civili, il decreto sul “dopo di noi” (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare), la legge contro il caporalato, contro i reati ambientali, le norme a tutela del lavoro femminile, l’introduzione del reato stradale ed il notevole lavoro umanitario e politico riguardo l’immigrazione. I problemi rimangono comunque ancora molti e non ci meritiamo ancora le triple EE che al momento premiano paesi quale Norvegia e Nuova Zelanda.
I principali punti non risolti, e che, purtroppo, ben conosciamo, riguardano: la lentezza della giustizia, le condizioni delle carceri, l’istruzione universitaria poco meritocratica, l’opacità dei criteri di governance di alcuni partiti politici, la necessità di riforme istituzionali, le norme blande contro i conflitti di interesse e il malaffare in genere.
Gli Usa che hanno una tripla A per la finanza, hanno solo un doppia E per la parte che riguarda la sostenibilità ambientale. I problemi sono relativi all’immigrazione e quelli dovuti alla scarsa propensione ad un intervento più marcato nel settore inquinamento.
I paesi agli ultimi posti, sono la Turchia e l’Egitto. La Turchia ha ricevuto vari “avvertimenti” e potrebbe essere declassato ad F = a titolo spazzatura. Questo è dovuto all’involuzione costituzionale, la scarsa indipendenza della magistratura, il licenziamento di molti giudici, se non peggio, la stampa sotto forte pressione etc. L’Egitto ha un E- ma nonostante alcuni problemi è stabile…
Apprezziamo molto questa nostra fase positiva, ci auguriamo solo che possa continuare…
Condivido l’augurio finale!
Mi scuso la Nuova Zelanda è più accessibile dell’Australia, ed incoraggiano l’immigrazione legale. Comunque avvertono che mentre per gli USA e per l’Europa è più facile rimanere illegalmente, in Nuova Zelanda no, perchè essendo un paese piccolo il “clandestino”! sarà sicuramente individuato.
La Nuova Zelanda non lascia entrare neanche un immigrato, o migrante che sia. Ma non sono al centro dell’ interesse dei media, speriamo che la Standard Ethics sia libera da pregiudizi politici purtroppo ormai condizionano giudizi e li rendono meno credibili (vedi premi Nobel per la Pace)