Tutti conosciamo il Bordeaux come un vino e la sua regione come famosa per i suoi vini. Forse non tutti sanno che a Bordeaux c’è un intero edificio dedicato al vino: La Cité du Vin.
Un edificio modernissimo di forma particolare allo stesso tempo leggera, dolce e imponente con riflessi cangianti a seconda della luce dell’ambiente, ottenuti con dei vetri speciali che la Saint Gobain ha studiato appositamente. Chi lo guarda lo paragona a un’onda, a una caraffa, a del vino che ruota in un bicchiere. l’architetto che lo ha progettato ha detto che ha voluto dargli la forma dello “spirito del vino”.
L’anno scorso l’edificio è stato visitato da 350.000 persone che hanno pagato un biglietto da 20 euro per compiere il “percorso permanente”, un viaggio iniziatico al cuore delle culture del vino. Il “percorso permanente” è costituito da 19 moduli che propongono esperienze interattive che stimolano tutti i sensi: la vista, l’udito, il tatto e l’odorato.
Il percorso è “personalizzato”: ognuno circola come vuole a seconda dei suoi interessi particolari.
Il percorso si apre con “il giro del mondo dei vigneti”: su tre schermi giganti vengono proiettate in continuo immagini prese da un elicottero di ventidue vigneti di diciassette paesi (tra questi Valdobbiadene), il modulo “la E-Vigne” presenta una serie di ceppi stilizzati di vigneto dai quali pendono delle foglie interattive e delle tavolette tattili dalle quali si apprendono i segreti della cultura della vite, come si prepara il terreno, come si scelgono i ceppi migliori, come si tagliano ecc; nel modulo “le metamorfosi del vino” si seguono la vendemmia, la fermentazione, l’affinamento, l’invecchiamento con possibilità di vivere una esperienza olfattiva e sonora inserendo la testa in strutture create appositamente; la “galleria delle civiltà” permette di risalire nel tempo e scoprire tutte le civiltà del vino: dal vino del Caucaso, a quello della Mezzaluna fertile, dalle tombe egizie alle cene del XVIII secolo, dal banchetto greco alle ore più buie del XIX secolo…; nel modulo “il buffet dei cinque sensi” il visitatore è invitato a scoprire l’universo della degustazione, come riconoscere un odore, definire un colore, qualificare un sapore, trovare le parole giuste per giudicare un vino e fornire le proprie impressioni; nel “Banchetto degli uomini illustri” attraverso la magia del cinema si condivide il banchetto con Plinio il Vecchio, Rabelais, Napoleone, Churchill ecc.
Sarebbe troppo lungo descrivere in dettaglio tutti i padiglioni: il solo modo per apprezzarli veramente è visitarli di persona.
All’ingresso della struttura c’è una sala che a buon titolo si può chiamare la Biblioteca dei vini del mondo. Ci sono bottiglie di 70 paesi produttori di vino (di alcuni non si penserebbe proprio che lo facciano: ad esempio il Kazakistan o la Costa d’Avorio). Si possono anche acquistare: si va da prezzi accessibili ad altri stratosferici – 3.000 euro per un vino californiano.
In cima alla struttura, all’ottavo piano, un belvedere consente sia di godere una bellissima vista di Bordeaux sia di provare uno dei venti vini mondiali proposti.
Ci possono essere molti motivi per recarsi a Bordeaux ma certamente un amante del vino dovrebbe includere questa città nei suoi itinerari.
Riguardo all’ultima frase, penso che Beppe abbia ragione. Mi è venuta una gran curiosità di visitare “la cité du vin”, viaggio iniziatico al cuore delle culture del vino, vedere l’edificio con i vetri Saint Gobain e poi… con tutte queste esperienze olfattive. Deve essere proprio divertente. E poi come i francesi sanno promuovere il loro vino, non ha pari. Ci potremmo proprio organizzare una gita!