Ho visitato il Villaggio Emanuele alla Bufalotta e precisamente in Via Ernesto Calindri. Questo villaggio è destinato ai malati di Alzheimer ed è stato realizzato dalla Fondazione Roma sotto la Presidenza del Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele che, a seguito di una visita presso un centro pionieristico per la stessa malattia, vicino ad Amsterdam, ha voluto replicarlo a Roma.
Andai al Villaggio per far visita al marito di una signora a me cara, ospite del Villaggio. La mia amica mi aveva raccontato di quanto il marito si fosse ben ambientato e di quanta fiducia aveva riacquistato in se stesso. Era rinato. Arrivando mi resi subito conto di trovarmi in una struttura impeccabile (un albergo a 5 stelle!) aiuole fiorite, nessuna barriera, personale non in divisa che assiste i pazienti come fossero dei cari amici di famiglia e si prendono cura di loro.
Il Villaggio è strutturato intorno ad una piazza con le case famiglia intorno studiate in ogni dettaglio per questo tipo di malato (perfino i colori hanno un loro perché) e studiate a seconda dello stile di vita di ciascuno e quindi con arredi di tipo diverso a secondo se i pazienti sono più estrosi o convenzionali. Ogni casa ha 6 camere da letto con bagno e cucina e soggiorno in comune e tutti i giorni gli assistenti insieme ai pazienti stabiliscono un menu della giornata che viene cucinato da loro. La cosa che colpisce è che i pazienti sono sorridenti, comunicativi e solidali tra loro. Si sono formati dei legami forti, come fosse una famiglia. I famigliari dei pazienti possono andarli a trovare sempre e in qualsiasi momento. Una delle specificità del progetto è quella che i pazienti vivono liberi e possono passeggiare nel villaggio, dove troveranno il bar, il mini market, un ristorante bello e buonissimo, il parrucchiere, la ludoteca, la stanza della musica che viene utilizzata tutti i giorni con una pianista che suona e canta per loro e con loro, la palestra.
I vialetti del villaggio sono bordati da alberi e le panchine non mancano. Nella bella stagione i figli dei pazienti o addirittura i nipoti vanno a trovare i loro congiunti portandosi dietro i loro figli magari in carrozzina e così i nonni restano in contatto con i nipotini Insomma una vita più possibile vicina alla normalità, condizione benedetta! La mia amica mi dice di quanto suo marito sia migliorato e si sia riappropriato della sua dignità. E questa è una delle cose più belle che potesse dire. Il Prof. Emmanuele segue pazientemente tutto quotidianamente; un progetto che ha fortemente voluto e che è stato realizzato grazie alla sua ferrea volontà. I pazienti lo vedono spesso e lo conoscono e tutti gli sono riconoscenti per questa nuova vita come fosse un “miracolo”.
E’ proprio quello che ho pensato quando ero lì.