Simona Massenzi del circolo letterario “Un Mercoledì Da Lettori” ci propone il Suo commento al libro di Salter.
Buona lettura!
“Tutto quello che è la vita”
di James Salter
Casa editrice Guanda
Pagine 364
Leggere Salter di “Tutto quel che è la vita” presuppone, a mio avviso, pazienza e curiosità; pazienza perchè, superate le duecento pagine, sembra di ritrovarsi al punto di partenza,visto che Philip Bowman, il protagonista, torna a vivere grosso modo gli stessi incontri galanti ed uguali emozioni già abbondantemente narrate agli esordi del romanzo. Di conseguenza al lettore viene richiesta anche una accesa curiosità, perchè le storie amorose che compongono la biografia di Bowman sono sostanzialmente intercambiabili, e quindi – impertinente- si fa strada la domanda “vado avanti?”
Ecco perchè io sono andata avanti nella lettura.
Sicuramente per la ricchezza e la raffinatezza della scrittura, ma non per gli osannati dialoghi, per le avvincenti pagine di guerra iniziali, e per un altro grande protagonista del romanzo, lo stile di vita americano della upper class, sia quella degli Stati del sud che quella newyorkese, con il suo decalogo di consuetudini, attraverso il racconto di uno scrittore attento ad ogni dettaglio.
E’ quello il contesto in cui si muove Bowman, che ci rende spettatori di una patinata ed elegante serie di casuali e fortunati incontri con affascinanti rampolle d’alto bordo, stillanti freschezza e bon ton, o donne di iconica bellezza, divorziate o separate o sul punto di divernirlo, talvolta alcolizzate, qualche altra solo annoiate, ma sempre comunque eleganti.
Afroditi che vengono accolte, o accolgono con acrobatica sensualità il protagonista, seduttore quasi suo malgrado, e per questo tanto più affascinante, almeno nelle intenzioni dell’Autore.
Salter, ha scritto questo romanzo ad 89 anni, ed ha dimostrato un talento superlativo nel tessere la singola pagina, mentre con più fatica riesce a condurre l’intreccio attraverso il caleidoscopio di personaggi che popolano la vita professionale e l’universo privato di Bowman e che a loro volta spacchettano storie all’interno di altre storie.
Il limite di questa straripante fantasia organizzativa sta nell’affanno che essa stessa reca all’intreccio.
“Tutto quel che è la vita” è un treno regionale che si ferma ad accogliere passeggeri ad ogni stazione, e ad ognuno l’Autore rivolge attenzione e cura; poi si sterza di nuovo per tornare verso il sentiero principale, il fluire della vita di Philip Bowman, editor che riesce ad affermarsi con elegante leggerezza ed invidiabile facilità, collezionando amicizie giuste e facendo scelte professionali tecnicamente vincenti, attraversando, con duttilità e classe innata, il periodo storico più fertile dell’american dream.
Salter riporta a casa, dalla battaglia di Okinawa, il tenenente Philip Bowman per farne la vera incarnazione dell’American Dream, il ragazzo portatore dei sani principi patriottici, attaccato fortemente alla famiglia ma pronto a lasciare la provincia per la sfida nella Grande Mela, dove – tra un long drink, un pranzo al ristorante per i soliti noti, in una corroborante atmosfera di arguzie tra bien élevés, consuma il suo tempo, dedicandosi come afferma verso la fine del romanzo (ma si era capito anche prima!), alla sua vera specialità, le Donne, avendo messo le basi al miglior viatico per la senescenza: l’ assoluta certezza di non avere altri sogni nel cassetto da realizzare e rimpianti nella propria vita.