Ci ricordiamo tutti, senz’altro, dell’intrigante film “A cena col diavolo” malamente tradotto in italiano dall’originale pellicola del 1992, “Le souper”, del regista francese Edouard Molinaro.
È la notte del 1815. Napoleone è in fuga. Le armate di Inghilterra, Prussia e Russia hanno invaso Parigi e la Francia.
Siamo nell’hotel particulier di Talleyrand, già ministro ora di Napoleone ora del Re, che si trova a cena con Fouché, capo della commissione provvisoria del governo, e i due uomini più potenti di Francia seduti a tavola decidano insieme quale destino attende il Paese. Il film trae la sua trama da un testo letterario: “Les Memoires d’outre-tombe” di René de Chateaubriand.
Nel 1814 Talleyrand, personaggio, a dir poco “versatile”, è stato “regista”, insieme a Metternich Ministro degli Affari Esteri dell’Impero d’Austria, del congresso di Vienna. L’Europa tira le somme dopo la sconfitta di Napoleone e Talleyrand guida i negoziati per la Francia. Accanto a Talleyrand, si trova una giovane donna di 21 anni, sua nipote, la contessa Dorothée de Talleyrand-Périgord, legata da sua madre e dalle sue sorelle a tutte le corti d’Europa. Chi è quest’intrigante donna, il qui nome varia a secondo dei diversi periodi della sua vita? Nata Dorothée di Courlande, diventa contessa Edmond de Talleyrand-Périgord, data in sposa al dissoluto nipote del Principe, poi duchessa di Dino, poi duchessa di Talleyrand e infine duchessa di Sagan, nome del suo castello in Slesia, diviso tra due paesi, la Prussia e la Francia.
Da dove proviene il titolo di Dorothée duchesse di Courlande? Da quale strano luogo di assonanza quasi mitica che sembra uscito da un racconto fantasmagorico di dubbia credibilità? La Curlandia, regione della Lettonia, esiste veramente, si trova a sud ovest di Riga e segue, come tutta la zona, il tragico destino dei territori baltici. Il padre di Dorothée, Piero von Biron, Duca di Curlandia, poi Duca di Sagan, sposa in terze nozze la bella von Medem, di cui avrà quattro figlie, donna di grande fascino e di grande bellezza, che non disdegna i fasti dei luoghi alla moda e intreccia numerose relazioni in giro per l’Europa. Amante prima del conte Batowski, aristocratico polacco a cui si attribuisce la paternità della figlia Dorothée, poi dello scandaloso ma brillante generale svedese, Gustave Maurice Armsfeld, imbastisce anche una relazione amorosa con Talleyrand.
Charles Maurice de Talleyrand, mandato da Luigi XVIII per rappresentare la Francia e per proteggere le sue sorti al Congresso di Vienna, vi si trasferisce. Nella capitale austriaca, durante quegli anni, ci si perde nei più stravaganti turbini mondani. Le donne rivalizzano di eleganza ai balli e alle feste. Ci si dimentica con ogni mezzo degli orrori della guerra. Gli accordi si prendono tra saloni ed alcove e spesso sono le questioni di cuore a determinare le decisioni del potere.
Dorothée si avvicina molto allo zio di suo marito, il grande Talleyrand, e occupa un ruolo importante nella gestione del suo quotidiano. Lo accompagna ovunque e gli fa da padrona di casa nel palazzo dove risiede a Vienna. I ricevimenti vi sono brillanti e la tavola eccellente. Intimamente legata a quest’uomo di 39 anni più vecchio di lei rimane al suo fianco e poi lo sposa malgrado fosse stato l‘amante di sua madre e poi di sua sorella Wilhelmina.
Le sorelle de Courlande, ora contesse di Sagan, rivalizzano in seduzione e bellezza. Wilhelmina, la sorella maggiore intrattiene, tra l’altro, una relazione con Klemens Metternich di cui risulta un abbondante scambio di lettere (più di 600) preziosa testimonianza e fonte d’informazioni storiche sulla vita diplomatica e mondana nella Vienna degli anni 1813 a 1815. Le negoziazioni che si concludono nel 1813 con una coalizione contro Napoleone tra Russia, Austria e la Prussia si svolgono in una delle residenze di Wilhelmina, il castello di Ratibonce.
Strano destino per queste donne nobili, belle, ambiziose e ricchissime che sfidarono la storia accostando il loro destino a due degli uomini tra i più potenti del mondo, i più importanti Ministri degli Esteri del momento. Ma malgrado abbiano accumulato grande quantità di figli legittimi e illegittimi, abbiano avuto vari mariti, numerosi amanti, non sono mai riuscite a trovare serena felicità.
Concludo con un dettaglio interessante: il loro titolo di Duchesse di Sagan si lega alla storia della letteratura francese. La giovane Françoise Sagan nata Quoirez, leggendo Proust alla ricerca di uno pseudonimo, in un passaggio evocante il Duca di Curlandia e di Sagan, viene sedotta dalla sonorità del nome, se ne attribuisce e ne fa il suo nome d’arte.