La Lampadina Libri – L’assassinio del Commendatore

Carlotta Staderini Chiatante ci propone un commento a

L’ASSASSINIO DEL COMMENDATORE

Libro primo      –       le idee che affiorano

Libro secondo –       metafore che si trasformano

di MURAKAMI HARUKI

Traduzione di Antonietta Pastore – Ed. Einaudi

E’ incredibile come i grandi scrittori riescano ad imprigionarti nel loro mondo ! Proprio questo succede con i due volumi di questa storia straordinaria, sempre tra reale e surreale, due mondi paralleli sempre attraversati dalla musica.

Il romanzo è scritto in prima persona da un pittore ritrattista, senza nome e ci racconta di :

  • Un ritrattista che sa intuire l’anima ed i segreti dei volti che ritrae
  • Un divorzio e un uomo ferito
  • Un quadro inquietante, (dipinto da un grande maestro giapponese, Amado Tomohiko,) viene ritrovato in un sottotetto. Rappresenta una scena misteriosa molto violenta in cui scorrono fiumi di sangue. Il titolo :l’assassinio del Commendatore. Ricorda la prima scena del Don Giovanni di Mozart in cui Don Giovanni uccide il padre di Donna Anna, il Commendatore. Ma il mistero della rappresentazione è molto più complesso. Il noto pittore, Amado Tomohiko ha spostato i personaggi dell’Opera del Don Giovanni in un’altra epoca servendosi della tecnica “nihonga”, riuscendo a rendere compatibili culture e stili nell’opera d’arte. Il quadro ha forse a che fare con il passato di Amado Tomohiko che aveva vissuto a Vienna all’epoca dell’Anchluss e ne era stato espluso a seguito di un omicidio? E’ un quadro intenso, violento con una forza di attrazione straordinaria, pericolosa. Vi è un mistero in questo quadro, sembrerebbe una “confessione” in forma metaforica….
  • Una casa isolata nel bosco circondata da strani vicini
  • Tre uomini abbandonati in condizioni violente dalle loro donne
  • Una campanella che inizia a suonare nella notte.
  • Una caverna
  • Una strana presenza si libera dalla caverna. Solo l’autore sarà in grado di vederla e ascoltarla
  • La strana presenza è una creatura che dice di essere una “idea” che si esprime in modo davvero originale ed ha un aspetto “provvisorio”, ma potrebbe prendere un altro aspetto adatto alla circostanza…

Reale e surreale. La verità è una rappresentazione e la rappresentazione è verità. La cosa migliore è accettare cosi com’è la rappresentazione.

I titoli dei capitoli sono enigmatici ed affascinanti : “Se la superficie è appannata” (cap. 1) “Ei non respira più – fredde ha la membra” (cap.5) “La curiosità non uccide soltanto i gatti” (cap. 18) “Franz Kafka amava i pendii” (cap.28) e così via.

“Scrivere un romanzo è qualcosa che si fa in solitudine. A volte ho l’impressione di stare seduto in fondo ad un pozzo”.
Queste le parole di Murakami nel “Mestiere dello scrittore “ del 2015 . La solitudine e la profondità del comporre. Anche i suoi personaggi sono solitari e sembrano vivere in una dimensione incerta, in una bolla, tra fantasia e realtà. La solitudine è un tema ricorrente che dà corpo ai suoi fantasmi. Il tempo è uno dei grandi temi di questo romanzo; sempre nel libro sul lavoro del romanziere Murakami scrive un capitolo dal titolo: “Considerare il tempo un amico” ed è proprio una aspirazione del ritrattista del romanzo, farsi amico il tempo. Il pozzo di cui parla Murakami è una metafora e in questo romanzo è rappresentato dalla caverna sotterranea da cui il protagonista del romanzo sente arrivare il flebile suono di una campanella. Da quel luogo parte il romanzo ed in quel luogo si chiuderà il cerchio.

Romanzo introspettivo, il mistero è il motore della narrazione, l’arte una forza riparatrice.

Si plana sulla storia e si legge tutto d’un fiato.

Buona lettura,

Carlotta Staderini Chiatante

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