SCIENZA – Galileo: un po’ di storia e controstoria

Se facessimo un’inchiesta tra la gente comune e chiedessimo: ma chi era Galileo? La maggior parte delle risposte non si discosterebbe molto da questa: era un astronomo che nel Medio Evo è stato condannato a morte dall’Inquisizione per avere provato che la Terra è tonda e ruota attorno al sole contraddicendo i dogmi cattolici.
Una risposta di questo tipo contiene almeno quattro errori: Galileo non è vissuto nel Medio Evo ma nell’Era Moderna, convenzionalmente iniziata a metà del ‘400 (la caduta di Costantinopoli, la scoperta dell’America, la fine della Guerra dei cent’anni tra Francia e Inghilterra, l’inizio della Riforma protestante sono i fatti storici che sono per lo più assunti come inizio dell’Era Moderna); non è stato condannato a morte; non ha mai prodotto la prova della rotazione della Terra attorno al sole; i dogmi cattolici non hanno mai riguardato questioni astronomiche.
Galileo non ha scoperto che la Terra era rotonda – lo sapevano già i Greci ed è ben su questo presupposto che Cristoforo Colombo ha scoperto l’America cercando di raggiungere l’India navigando verso Occidente invece che verso Oriente. Galileo non è stato il primo a scoprire che la Terra non è il centro dell’Universo – la teoria eliocentrica è di Copernico.
Ma lungo è l’elenco delle scoperte che gli vengono erroneamente attribuite dal pensiero comune.
Galileo non ha inventato il telescopio (anche se pare che se ne vantasse): lui si è limitato a perfezionare l’invenzione dell’ottico tedesco naturalizzato olandese Hans Lippershey. Vero che, attraverso il suo uso ha scoperto i quattro satelliti di Giove, l’anello di Saturno, le fasi di Venere e la rotazione del Sole attorno al suo asse. È a seguito di queste scoperte che Galileo abbandona il sistema tolemaico (geocentrismo) per passare al sistema eliocentrico che Copernico aveva teorizzato qualche anno avanti. (Forse non tutti sanno però che la teoria eliocentrica era stata già avanzata nel terzo secolo A.C da Aristarco di Samo).
Galileo non ha scoperto la legge di inerzia. Ha scoperto la legge del movimento accelerato pur sbagliando perché attribuisce l’aumento della velocità alla distanza e non al tempo.
Galileo non ha scoperto le macchie solari come ancora oggi viene scritto in certi libri di storia. Queste furono osservate per la prima volta due anni prima di lui da un astronomo, l’inglese Harriot – che però non aveva pubblicato la sua scoperta – e un anno prima dal tedesco Johannes Fabricius che ne aveva fatto invece oggetto di un libello.
Galileo non ha dimostrato la verità del sistema copernicano. Credeva che il sistema copernicano fosse vero, ma non ne ha dato la dimostrazione. Questa (cioè la prova sperimentale) è arrivata solo dopo due secoli nel 1851 ed è stata opera del fisico Jean Bernard Léon Foucault, attraverso l’esperimento del Pendolo di Foucault! Le “prove” che Galileo adduceva a dimostrazione della teoria erano sbagliate (i fenomeni che portava a sostegno erano le maree e gli alisei!).
Galileo non è stato torturato né incarcerato a vita (alcuni pensano addirittura che sia stato bruciato al rogo, confondendolo con Giordano Bruno). Dopo la condanna ha risieduto per due settimane a Roma a villa Medici e per cinque mesi a Siena presso l’Arcivescovo. La sua pena viene poi commutata in arresti domiciliari, che vive nella villa “il Gioiello“ ad Arcetri vicino Firenze (il nome della villa dà subito l’idea di quanto fosse dura la pena). Ad Arcetri, fino al 1633, riceve amici e visitatori, poi intratterrà corrispondenze fitte con colleghi ed estimatori, e scrive il suo ultimo libro: i Discorsi, un trattato sulla dinamica e sulle leggi del movimento. Come pena accessoria Galileo è anche condannato a recitare per tre anni una volta alla settimana i sette salmi penitenziali – ma ottiene che a pregarli non sia lui ma la figlia suora di clausura.
Galileo non ha pronunciato la celebre frase “Eppur si muove”. Questa è stata inventata nel 1757 da un libellista italiano che viveva a Londra, tale Giuseppe Baretti, per assecondare i sentimenti antipapisti del pubblico inglese.
Che cosa ha reso grande Galileo nella Storia? L’avere svincolato la scienza del movimento dalla fisica aristotelica è stato il punto di svolta della fisica moderna. La scienza “galileiana” subordina l’accettazione di una teoria alla sua verifica sperimentale. Senza conferma sperimentale ogni teoria rimane tale e non può essere asserita come vera. Una vera svolta.
Che cosa ha reso famoso Galileo a livello della gente comune? La sua leggenda nera, veicolata, a partire dall’Illuminismo, da ambienti che intendevano annullare l’influenza della Fede sugli uomini contrapponendola come alternativa inconciliabile con la Ragione.
Galileo che era un buon cattolico, da parte sua aveva scritto nella lettera al Padre Benedetto Castelli il 21 dicembre 1613 che le due verità, di fede e di scienza, non possono mai contrariarsi “procedendo di pari dal Verbo divino la Scrittura sacra e la natura, quella come dettatura dello Spirito Santo, e questa come osservantissima esecutrice degli ordini di Dio” Questa d’altro canto era stata la posizione espressa sull’argomento da Sant’Agostino, che aveva aggiunto che in caso di divergenza tra scienza e Scritture è il senso delle Scritture che deve essere reinterpretato. Posizione fatta propria da San Tommaso d’Aquino.
Il processo e la condanna di Galileo, per essere comprese, devono essere inquadrate storicamente (*leggi sotto il testo della condanna).
La Chiesa cattolica all’epoca era fortemente scossa dalla Riforma protestante ed era particolarmente sensibile alla questione dell’interpretazione delle Sacre Scritture – richiamate esplicitamente da Galileo in alcuni suoi scritti – che avocava a sé in contrapposizione alla “libera interpretazione” sostenuta dai Riformatori, inoltre con i suoi atteggiamenti fortemente polemici Galileo aveva provocato forti reazioni di rigetto da parte di scienziati a lui avversi.
Paradossalmente la condanna che l’Inquisizione romana ha inflitto a Galileo trova una sua spiegazione nel fatto che questi sosteneva come verità scientifica (e non come semplice ipotesi) una teoria della quale era incapace di portare le prove!
Il Cardinale Bellarmino, nel cercare di trovare una soluzione alla controversia, aveva invitato Galileo a parlare dell’eliocentrismo come di una teoria e non di una verità e di evitare di chiamare in causa nei suoi scritti le Scritture, cose entrambe che Galileo non ha accolto.
Il danno che il fatto “Galileo” ha prodotto nella storia alla fede cattolica della gente comune è stato così rilevante che, se solo se lo fossero immaginati, i giudici dell’Inquisizione mai avrebbero espresso una condanna emessa per difendere la fede dei contemporanei!

Per approfondire la posizione della Chiesa cattolica sull’argomento cliccate su questo link  ove sono riportati i testi delle allocuzioni di Giovanni Paolo II sull’argomento e del responsabile della Commissione di studio card Poupard (riportiamo qui l’ultima parte della condanna):
“Diciamo, pronunziamo sentenziamo e dichiaramo che tu, Galileo sudetto, per le cose dedotte in processo e da te confessate come sopra, ti sei reso a questo S.o Off.o vehementemente sospetto d’heresia, cioè d’haver tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture, ch’il sole sia centro della terra e che non si muova da oriente ad occidente, e che la terra si muova e non sia centro del mondo, e che si possa tener e difendere per probabile un’opinione dopo esser stata dichiarata e diffinita per contraria alla Sacra Scrittura; e conseguentemente sei incorso in tutte le censure e pene dai sacri canoni et altre constitutioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate. Dalle quali siamo contenti sii assoluto, pur che prima, con cuor sincero e fede non finta, avanti di noi abiuri, maledichi e detesti li sudetti errori et heresie et qualunque altro errore et heresia contraria alla Cattolica ed Apostolica Chiesa, nel modo e forma che da noi ti sarà data.
Et acciocchè questo tuo grave e pernicioso errore e transgressione non resti del tutto impunito, et sii più cauto nell’avvenire et essempio all’altri che si astenghino da simili delitti, ordiniamo che per publico editto sia prohibito il libro de’ Dialoghi di Galileo Galilei.
Ti condaniamo al carcere formale in questo S.o Off.o ad arbitrio nostro; e per penitenze salutari t’imponiamo che per tre anni a venire dichi una volta la settimana li sette Salmi penitentiali: riservando a noi facoltà di moderare, mutare, o levar in tutto o parte, le sodette pene e penitenze.”

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2 Commenti
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12 Novembre 2020 15:33

Caro Beppe,
Prima di tutto complimenti per la tua cultura che ti consente di rispondere in un modo estremamente documentato.
Mi riferisco al tuo articolo sulla condanna della Chiesa a Galileo e in particolare al fatto che Galileo abbia usato il telescopio per esaminare la luna, condanna che personalmente condivido.
Non so se Galileo sia stato il primo, ma certamente lui ha iniziato, o per lo meno lui ha avallato, con l’uso del telescopio, lo studio dei fenomeni naturali attraverso un processo sperimentale e di analisi tendente a individuare le loro componenti e la loro struttura. 
Questo processo analitico si è andato affermando sempre di più e gli strumenti di cui disponiamo oggi possono individuare e modificare gli elementi più infinitesimi della Natura, ma è un processo che fa perdere di vista il suo quadro sistemico e l’importanza della loro funzione originaria. 
Per difenderli vengono anche ritenuti sacri. Volerli analizzare nel dettaglio delle loro componenti è un oltraggio alla loro sacralità che è appunto il titolo per non essere modificati. 
Da quando invece si è accettata l’analisi tecnologica si è cominciato a perdere il senso del sacro della Natura in cambio di risultati pratici, incamminando il mondo verso la Tecnologia, la virtualità e la sostituzione delle funzioni umane con meccanismi automatici fino ad arrivare alla delega della nostra intelligenza all’Intelligenza Artificiale e al Transumanesimo.
Difficile opporsi a questo regresso, ma bene ha fatto la Chiesa a evidenziarlo, forse senza essersi resa lei stessa conto di aver centrato il problema in tutta la sua gravità.
Un caro saluto,
Paolo Roberto Imperiali

Beppe Zezza
Reply to  Paolo Roberto Imperiali
13 Novembre 2020 10:06

Caro Paolo Roberto
grazie per i tuoi apprezzamenti.
concordo con te quando osservi che la frammentazione della realtà nei suoi particolari via via più piccoli ha fatto perdere la visione d’insieme e quindi la percezione che ogni particolare ha senso solo in quanto parte necessaria dell’insieme stesso.
Il danno che la “humanitas”, e quindi ciò che ci fa essere diversi dal mondo animale e meccanico, ne subisce, è difficilmente valutabile ma certo.
Un caro saluto