È passato. È passato questo Natale 2020. Il Natale di quest’anno 2020 che sarà ricordato negli annali come “annus horribilis”, unico (speriamo!) nella storia recente per il modo in cui è stato vissuto tra confinamento domestico, distanziamento sociale, mascherine e soprattutto paura.
Natale: 25 Dicembre.
Se un secolo fa avessimo fatto nel nostro mondo occidentale un’inchiesta su cosa rappresentasse il 25 Dicembre la risposta, quasi unanime, anche tra gli “acculturati”, sarebbe stata: l’anniversario della nascita di Gesù di Nazaret, l’uomo- che per i credenti cristiani è il Messia che il popolo ebreo aspettava da secoli e Dio stesso disceso sulla terra.
Gli anni sono passati. Narrazioni diverse sono state proposte e si sono pian piano imposte al pensiero comune, almeno nell’ambito degli “acculturati”.
Oggi se si facesse la stessa inchiesta si avrebbe probabilmente una risposta di questo tipo: al tempo dell’impero romano in questo periodo si teneva la festa del “Natalis Solis Invicti” che cadendo in coincidenza con il solstizio di inverno celebrava la nascita del nuovo corso solare. Una festa pagana che la Chiesa ha successivamente “cristianizzato” sostituendo al sole fisico, Gesù di Nazaret, Colui che rappresentava nuovo sole spirituale della umanità: Nessuna relazione con la nascita fisica di Gesù ma piuttosto una operazione di tipo “pastorale” con l’appropriazione di una festa preesistente che già aveva presa sul popolo. Il progresso della razionalità ha dissolto la nebbia dei miti.
Questa risposta contiene almeno due affermazioni discutibili.
La prima riguarda la inesistenza di una correlazione tra la effettiva data di nascita di Gesù di Nazaret e il 25 di Dicembre.
Come già portato a conoscenza dei lettori della nostra newsletter (vedi articolo nella newsletter del Dicembre 2016) dalle più recenti scoperte si può ben ritenere che Gesù di Nazaret sia nato con grande probabilità, se non proprio il 25 Dicembre, intorno a quella data.
La seconda riguarda la festività “pagana” del “Sol invictus”.
Se si fa un’indagine si scopre, infatti, che questa festività romana non è affatto “antica”!
La festività del Sol Invictus è stata inserita nel calendario romano dall’imperatore Aureliano intorno al 270 d.C. Secondo alcuni Aureliano l’avrebbe importata dall’Oriente, pare a seguito di una vittoria ottenuta nella guerra contro l’impero di Palmira, secondo altri invece avrebbe innestato questa festa in una antica marginale tradizione romana per farne un supporto dell’impero declinante. Come sempre in cose così antiche è difficile arrivare a una conclusione certa, tuttavia una cosa è sicura : la festa del “sol Invictus” è celebrata a Roma solo a partire dal 275 dC.
Che cosa dire della tradizione cristiana ? Nei primi secoli poco si parla della data di nascita di Gesù. Per i cristiani il giorno della “nascita” fisica non è così importante. Nei primi secoli per “dies natalis” si intendeva il giorno del decesso! (dipartita da questo mondo e nascita nell’aldilà) e fin in tempi recenti si festeggiava piuttosto l’onomastico delle persone che non il loro compleanno.
Nei primi due secoli la celebrazione della nascita di Gesù avveniva in date diverse a seconda della località (non dobbiamo pensare alla Chiesa dei primi secoli immaginandola con una struttura unitaria come quella della Chiesa Cattolica che conosciamo noi). La prima data in cui si certifica chiaramente la festa cristiana del 25 dicembre è del 336 d.C. Tuttavia dobbiamo anche tenere presente che Ippolito Romano – martire cristiano vissuto a cavallo della fine del III secolo – nel suo commento al Libro di Daniele scrive nel 203 d.C. – quindi prima dell’imperatore Aureliano quando già la nuova religione stava dilagando- : “La prima venuta di nostro Signore nella carne, quando nacque a Betlemme, avvenne il 25 dicembre, mercoledì, quando Augusto era al suo quarantaduesimo anno di regno, cinquemilacinquecento anni dopo Adamo”.
Dunque diverse ipotesi sono possibili: i cristiani hanno “santificato” la festa pagana appropriandosene, Aureliano ha istituito una festa pagana per contrastare il cristianesimo che si stava sviluppando (Costantino viene solo quarant’anni dopo), le due feste sono indipendenti.
La tesi della “cristianizzazione” della festa del Sol Invictus, anche se se ne trova traccia nel XII secolo in uno scritto di un vescovo siriaco, è stata ripresa dai protestanti inglesi della fine del XVII secolo nell’intento di dimostrare la “paganizzazione” della Chiesa Cattolica nella polemica anticattolica e da lì si è diffusa. Si potrebbe allora concludere che il porsi a favore di una o dell’altra delle ipotesi in ballo rivela più che altro il personale orientamento nei confronti della Chiesa Cattolica?
Una mia personale osservazione finale. Negli ultimi due secoli, con una accelerazione negli ultimi cinquant’anni, in nome della “razionalità” si sono volute “buttare a mare” tradizioni che si erano trasmesse nei secoli e che sono state accolte da milioni di persone, frettolosamente e arrogantemente considerate, dei bambini ingenui e un po’ naif. Il “revisionismo” e un esame più “oggettivo” delle diverse posizioni si impone! Mai come oggi è necessario, su molte questioni, definirsi “socratici”: so di non sapere!
Per approfondimenti: Il 25 dicembre: data storica di Cristo, non ha origini pagane | UCCR (uccronline.it)