Notti insonni di questo periodo per assistere alle appassionanti gare di Luna Rossa.
Forse distratto dagli avvenimenti del mondo, pandemia etc, non avevo ancora percepito tutte le novità di questo importante settore della nautica. Il profilo delle barche, l’ingegnosità delle alette su cui si poggiano leggere e la velocita di queste” Ferrari” del mare. Oggetti venuti da un altro pianeta, quasi 100 km orari sull’acqua, uomini con i caschi e occhiali che coprono interamente i volti, le loro tute, computer di bordo di cui sappiamo poco o niente, insomma un altra cosa rispetto alle nostre “barchette” con cui placidamente ci lasciavamo trascinare da un vento leggero mentre apprezzavamo i panorami, l’acqua, i pesci volanti o anche i delfini che attraversavano le nostre rotte.
Sì barche volanti, ma sapete che la prima barca che navigava su delle alette è stata progettata e provata sul Lago Maggiore nel 1910? Fu progettata da Enrico Forlanini, ufficiale, ingegnere, pioniere dell’aviazione. Fu il primo esemplare, già aliscafo? Era lungo circa dieci metri, largo tre metri, spinto da un motore Fiat di cento cavalli, aveva due coppie di ali a prua e poppa, e poteva portare fino a sei persone, e “volava” a circa 60 centimetri dalla superficie dell’acqua. Non ebbe un grande successo a quell’epoca.
La nostra Luna Rossa è nata in Val Seriana vicino Bergamo, zona Industriale di grandi capacità. Legno alluminio, acciaio, plastica, silicone. È da lì che a settembre è uscito uno scafo di 23 metri e 6,6 tonnellate di stazza con il nome Luna Rossa, pronto per essere imbarcato su un grande aereo con destinazione Auckland, Nuova Zelanda per la 36esima edizione della American Cup sponsorizzata da Prada. Il gran finale a marzo tra il team vincente degli sfidanti e quello della Nuova Zelanda detentrice della Coppa.
L’American Cup ebbe inizio nel 1852 quando la goletta “America” del New York Yacht Club sconfisse il britannico Royal Squadron.
Un mondo cambiato, oggi la velocità, il vento, rendono la regata di un grado di pericolosità molto più elevato, avete visto il pauroso volo di American Magic la barca americana?
Non puoi stare al timone e guardarti intorno, l’equipaggio deve muoversi come un sol uomo, e perfettamente sincronizzato con gli elementi. Importantissimo tenere la barca sollevata per tutta la durata della regata. Ogni impatto con l’acqua con quelle condizioni di vento, è una frenata pazzesca e può arrivare a sconquassare l’intero assetto della barca. Per American Magic ci sono voluti 11 giorni di lavoro per quasi 24 ore al giorno per rimetterla in senso dopo il terribile impatto con l’acqua. Le strutture più importanti dell’intero progetto sono i “foil”, le alette laterali, le appendici tecnologiche che sopportano tutto il peso, sono comandate da bracci mobili in carbonio che devono essere identici per tutti i team. I nostri sono stati costruiti e testati proprio nei magazzini bergamaschi. Altrettanto importante tutto quanto di elettronico, di cui si parla poco. L’intero progetto è di Data Analytics e Machine Learning sviluppato da Wärtsilä e Teorema che punta a essere l’arma segreta a disposizione sia per la progettazione dello scafo che la gestione di numerosi processi decisionali in corso di navigazione.
I budget per gli sfidanti sono straordinari: circa 90 milioni di euro di Prada- Pirelli, 140 milioni di euro a disposizione da Sir Jim Ratcliffe, del Regno Unito e 116 milioni di euro per Magic la barca americana.
La Prada Cup – la serie di regate di selezione dello sfidante – è stata vinta dalla barca Italiana che dopo aver eliminato la barca americana, ha visto la supremazia (ben 7 a 1) sulla Ineos, del Royal Yacht Squadron, il circolo dei re. Regata entusiasmante contornata anche da forti provocazioni verbali. D’altra parte le battaglie navali si sono sempre vinte anche sulle provocazioni e tensioni nervose dei partecipanti. E ora andiamo ad affrontare i neozelandesi, che avranno spulciato ogni elemento delle precedenti regate con i nostri avversari, siamo fiduciosi, Forza Luna Rossa!
L’America’s Cup è oggi come nel passato, non semplicemente una sfida sportiva, ma una vetrina delle opportunità di sviluppo tecnologico del nuovo e del sofisticato. Già sul mercato sono presenti barche con la stessa tecnologia,
Molto interessante. Ho seguito anch’io tutte le regate ma in replay! Per timonare le piccole barche già disponibili ci vuole molta esperienza se non si vuole fare la fine di Magic. Comunque, per me (vecchio velista) le barche a vela sono solo quelle che vanno sull’acqua!