BEL PAESE – Misteri d’Italia (Altri)

Se incontro un articolo con questo titolo mi aspetto di trovarvi scritto qualcosa relativo ai molteplici casi politici e sociali accaduti negli ultimi cinquant’anni e che manifestano ancora vaste zone d’ombra, che so io qualcosa di relativo al sequestro Moro, alla strage di Piazza Fontana, al caso Itavia ecc. Tutti argomenti che non invitano certo alla lettura: su di loro si sono scritti centinaia di libri, eseguite decine di inchieste, incentrate migliaia di trasmissioni televisive, insomma argomenti sui quali è difficile leggere qualcosa di nuovo, di interessante e di… affidabile.

Dunque il mio articolo NON parla di questo tipo di misteri ma di altro.

Parlo di misteri del passato. Grandi costruzioni che testimoniano di un tempo vivace, ricco, nel quale hanno vissuto uomini come noi, che sono stati capaci di lasciare testimonianze durature della loro presenza e dei quali non sappiamo nulla o assai poco e che ci sforziamo di immaginare e di ricostruire.
Recentemente un amico mi ha parlato di un monumento sardo datato di oltre cinquemila anni e scoperto in tempi relativamente recenti (1954): l’altare di monte d’Accoddi. Si è subito riacceso il mio interesse per la preistoria, nato negli anni della gioventù quando, insieme al direttore responsabile di questa newsletter e ad altri amici andavamo a “cercare” utensili lavorati, in siti già precedentemente scavati da archeologi professionisti. Ho fatto, allora, una breve ricerca via internet della quale desidero mettervi a parte.
L’altare di monte d’Accoddi si trova vicino Sassari, non lontano dal mare, in un luogo che era frequentato per motivi religiosi sin dal 4000 a C. Si tratta di una specie di torre costruita a gradini, con un sacello alla sommità e una gradinata d’accesso esterna. Trattandosi di una costruzione imponente ed essendo situata in mezzo a una pianura richiama subito l’attenzione (È stato proprio il fatto che in mezzo alla pianura ci fosse una collinetta che indusse il prof Antonio Segni – si, proprio lui, il futuro Presidente della Repubblica – al quale appartenevano quei terreni a chiamare  gli archeologi a scavare per ricercare se nascondesse qualcosa). Questo monumento, unico nel suo genere in tutta l’Europa  ha una forte somiglianza con le “ziqqurat” mesopotamiche. Queste però si trovano a migliaia di chilometri di distanza!
Essendo poco probabile una relazione diretta si deve pensare piuttosto alla condivisione di una stessa credenza religiosa, che cioè la possibilità di stabilire un contatto più intimo con la divinità fosse riservata a “luoghi elevati” accessibili mediante “gradini successivi”. Diversa la divinità, per le ziqqurat mesopotamiche il sole, per quella di Monte d’Accoddi la luna.
Gli scavi archeologici hanno evidenziato la presenza di due successivi templi, uno sovrapposto all’altro. Il primo tempio era costituito da una piattaforma sopraelevata, a forma tronco conica, decorata ad ocra, sulla  quale era eretto un ampio vano rettangolare – il sancta sanctorum –  nel quale venivano compiuti i riti. Questo primo monumento, distrutto probabilmente da un incendio, fu abbandonato per essere poi, ricoperto – quasi incapsulato – circa due secoli dopo da un altro monumento, quello attuale, avente la stessa tipologia: piattaforma sopraelevata a forma tronco conica e tempio sulla sommità. Ovviamente dei “sacelli”, in legno, posti sulla sommità nulla è rimasto. Ai piedi della piramide si sono trovate tracce di molti pasti sacri e utensili dei riti propiziatori.  Si pensa che all’interno della piramide ci possa essere una “camera” (un po’ come nelle piramidi egizie) nella quale annualmente si doveva svolgere il rito della fertilità con l’accoppiamento del sacerdote a una vergine. Per ragioni di sicurezza non è stato possibile eseguire gli scavi necessari per confermare questa ipotesi.
Questo monumento non era certo a beneficio delle sole popolazioni locali ma doveva essere il centro “liturgico” della zona e meta di pellegrinaggi annuali.
Il monumento è stato iniziato in un qualche momento tra il 3500 e il 3000 a.C. – abbandonato per duecento anni, ricostruito nel 2800 a.C. e usato fino al 1800 a.C.  Complessivamente circa 1400 anni. Per farsi un’idea di cosa questo rappresenti si pensi che 1700 anni è l’intervallo di tempo che ci separa dalla caduta dell’Impero Romano di Occidente e che Lourdes, il più famoso santuario cattolico, è frequentato da poco più di cento anni! Cosa sappiamo di quella religione, di quei riti, di quelle credenze? Nulla o poco più. Solo congetture. Tutto sepolto nelle nebbie del tempo.
Gli  scavi  sono stati effettuati negli anni dal 1954 al 1958, e dal 1979 al 1990. (In questo secondo tempo è stato eseguito anche un “restauro” che ha destato qualche perplessità perché ritenuto “audace” in alcune sue scelte, ad esempio nel portare nella zona anche reperti megalitici ritrovati in luoghi poco distanti al fine di realizzare un “museo” da aprire al pubblico. (Come è noto, la “filosofia” dei restauri ha subito molti cambiamenti nel tempo).By <a href="//commons.wikimedia.org/wiki/User:Discanto" title="User:Discanto">Gianni Careddu</a> - <span class="int-own-work" lang="en">Own work</span>, <a href="https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0" title="Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0">CC BY-SA 3.0</a>, <a href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24854051">Link</a>
Il complesso monumentale si trova nei pressi del vecchio tracciato della strada “Carlo Felice” in una zona non lontana da spiagge famose frequentate da milioni di turisti. Quanti di questi sono attratti dalla idea di andare a visitare questo sito archeologico?  La visita certamente suscita qualche brivido intellettuale a chi è dotato di una cultura di base, di un interesse per la archeologia e di una sia pur limitata conoscenza della preistoria, ma per chi non ha tutto questo?  Difficile quindi che il “museo” possa raggiungere il pareggio “economico” tra entrate delle visite (4 € a biglietto) e costi di manutenzione e del personale.
È un po’ il nostro destino di italiani. Anche nell’angolo più sperduto del nostro Paese ci sono tesori incredibili, minuscoli musei, che manteniamo aperti a beneficio della “umanità” ma … a spese del nostro bilancio statale.
Per concludere, se andate in Sardegna, per terra o per mare, fate un salto a vedere l’altare del Monte di Accoddi: potrete dire di avere visitato un monumento unico nel mediterraneo nella forma e tra i più antichi al mondo visto che è datato circa due secoli prima delle piramidi egizie!

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