COMUNICAZIONE – I VLEO

Come cambiano i sistemi di trasmissione dati! Alcuni di Voi ricorderanno certamente qualche decina di anni fa l’emozione,  notevole per noi appassionati, nel vedere le prime partite, i campionati mondiali di calcio, che avvenivano  dall’altra parte del globo.  Le immagini ogni tanto sparivano per interferenze o il satellite “girava dall’altra parte”. Poi tutto è cambiato con i tanti satelliti lassù ad oltre migliaia di km sulle nostre teste e costi miliardari per posizionarli.
Oggi di nuovo tutto cambia con i I Vleo (Very Low Earth Orbit). Questi sono la nuova generazione di satelliti a bassissima orbita terrestre, un nuovo sistema di larghezza di banda per i consumatori. Avranno un ruolo importante nel connettere i dispositivi Internet di noi tutti. Si pensa che potranno connettere i circa 3,5 miliardi di persone che al momento non hanno accesso al web e a prezzi accessibili.
La particolarità di questi satelliti è che sono posizionati a circa 340 km di altitudine ed il loro costo rispetto ai satelliti tradizionali è relativo, intorno ai 200 mila dollari ciascuno in confronto ai milioni dei precedenti.
I satelliti VLEO sono più leggeri (150 kg) e possono anche essere lanciati in “grappoli” invece di uno o due alla volta. I satelliti in uso oggi si trovano in un’orbita a 36.000 miglia sopra la Terra, i satelliti VLEO essendo molto più vicini, hanno dei tempi di trasmissione del segnale di pochi millisecondi invece di mezzo secondo dei tradizionali. Le trasmissioni saranno più nitide e più simili a quelle via cavo. Per noi consumatori servirà una semplice antenna dal costo di circa 200 euro.
Gli investimenti, miliardari.
Pensate che già nel novembre 2018, la FCC (Federal Comunication Commission) ha autorizzato un piano SpaceX (Starlink) per il lancio di 7.518 satelliti ad un’altitudine di 340 km. All’inizio di quest’anno, la FCC aveva approvato il lancio di 4.425 satelliti VLEO, portando la flotta di SpaceX a quasi 12.000 satelliti per il suo servizio a banda larga.
Poi ci sono tanti altri, la OneWeb, i proprietari di AirBus e Softbank prevedono di gestire 900 satelliti VLEO. La Cina prevede 300 satelliti VLEO. Telesat (canadese), 512 satelliti, LeoSat (sostenitori giapponesi e latinoamericani) 108 satelliti e Iridium avrà 66 satelliti VLEO. Morgan Stanley prevede che l’industria spaziale crescerà da 350 miliardi di dollari nel 2016 a oltre 1,1 trilioni di dollari entro il 2040.
Il problema maggiore è il traffico spaziale che cresce e crescerà in modo esponenziale: come gestire tra i vari paesi costruttori e altri, un traffico di tale portata senza evitare interferenze  e possibili collisioni?  Oggi ci sono circa 500.000 oggetti tra uno e 10 cm “in orbita” e almeno il 10% sono stati creati dall’uomo. 
È di qualche giorno fa la notizia apparsa su tutti giornali che diceva: “Starlink colpita da tempesta geomagnetica: 40 satelliti persi e disintegrati in atmosfera; dei 49 satelliti Starlink lanciati lo scorso 3 febbraio ne rimarranno solo 9 in orbita. Gli altri 40 torneranno sulla Terra o, meglio, torneranno nell’atmosfera terrestre per disintegrarsi completamente prima che possano trasformarsi in un pericolo per la popolazione”.
Contiamo su una soluzione, perché oltre tutto, non ci caschi qualcosa sulla testa e non si paventi una qualche forma blanda di “Don’t look up!” film di grande successo di questo Inverno.

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Costanza
2 Aprile 2022 2:01

Interessantissimo!