Le macchine fotografiche analogiche di qualche anno fa, le Olympus e Nikon e le tante altre che ci hanno fatto sognare, le ricordate? Oggi le ritroviamo finite miseramente in un cassetto, ogni tanto se ne prende una, poi per la difficoltà di gestirla, mancanza di pellicola ed altro, viene rimessa al suo posto per un prossimo tentativo. Un passo avanti con le digitali ma anche queste finite non meglio delle analogiche, sostituite per la maggior parte dal telefonino; quell’oggetto misterioso che abbiamo sempre in tasca, un click e via, il solo problema è che ti dimentichi delle foto che continuano ad accumularsi fino a quando, soffocato dai tanti scatti, ti dice basta e smette di funzionare.
Per fortuna non è per tutti così, chi ama veramente la fotografia ne fa, della macchina fotografica, un oggetto di culto. Per i patiti, i colori, la profondità del nero le tonalità del grigio sono unici se ottenuti con le classiche pellicole e naturalmente con un buon apparecchio.
Quando e come è nata la macchina fotografica? Una vaghissima idea la ebbero i pittori del ‘600. Si chiamava camera oscura. L’apparecchio consisteva in una piccola cabina dove con un sistema a specchio permetteva di disegnare su un foglio posto di fronte all’obiettivo.
La prima fotocamera commerciale è stata la Daguerreotype costruita in Francia nel 1839, si era riusciti a mettere a punto un processo denominato eliografia. Mediante questa tecnica riuscì ad imprimere, un’immagine, su lamina di peltro, cosparsa di un tipo particolare di bitume, era la prima fotografia della storia.
Naturalmente con il tempo il processo si è andato semplificando sia per le macchine e con la nascita di una vera pellicola fotografica.
La prima pellicola, per le “moderne” macchine fotografiche, è nata alla fine dell’Ottocento, era di celluloide, un composto a base di nitrocellulosa. Fu prodotta casualmente in Italia dalla Sipe (Società Italiana Prodotti Esplodenti). Era il 1882 quando due imprenditori milanesi fondarono la società, di grande successo in quel periodo, per la produzione di esplosivi.
Uno dei maggiori clienti dei loro prodotti esplodenti, fu all’epoca Nicola II zar di tutte le Russie, ne ordinava quantitativi notevoli. La rivoluzione di Ottobre fece, però, crollare improvvisamente il mercato così che la Sipe si ritrovò in casa quantitativi ingenti di nitrocellulosa. Cosa farne? Si cominciano a studiare miscele applicazioni varie fino ad arrivare a produrre una striscia di celluloide che ben poteva essere utilizzata per i processi fotografici. Il problema maggiore era che quel tipo di supporto era fortemente infiammabile (Vi ricordate il film “Nuovo cinema Paradiso”?). La Sipe è poi diventata Ferrania ed anche le formulazioni delle pellicole furono studiate e riformulate e si è passati così ai tetra ftalati che invecchiano molto meno, più resistenti e rendono il colore più luminoso. Con l’avvento delle macchine digitali, in un mercato così fortemente cambiato, la Ferrania è stata costretta a fermarsi e la parte fotografia definitivamente lasciata andare.
Di questi tempi qualcosa è nuovamente cambiato in principal modo per il mondo dei veri appassionati di fotografia che apprezzano i vecchi sistemi e il ritorno alle macchine e pellicole tradizionali. Un paio di imprenditori hanno recuperato i vecchi impianti della Ferrania e hanno iniziato a produrre la mitica P30, pellicola con la quale sono stati girati film come 8 ½, La ciociara e tanti altri…Il mercato ha preso con grande entusiasmo l’iniziativa, tanto da renderlo fiorente in special modo negli Usa, Giappone Corea del sud e anche Francia.
La stampa delle foto così come si faceva ai vecchi tempi, non è semplice ed è necessaria una buona attrezzatura, per un risultato accettabile, è un rito per i vari appassionati. Si trovano ancora dei buoni laboratori per lo sviluppo anche se non molti, un amico vero fotografo, mi raccontava che, per Lui, ne esiste solo uno, di altissimo livello, a Parigi. Oggi con i cellulari si fanno migliaia di foto, le più rimangono nelle macchine o negli archivi Google, qualcuna viene stampata. Una volta le foto di grandi ricordi, formavano quegli splendidi album che ancora sfogliamo con piacere.
Un bell’hobby in un mondo che cambia velocemente, ma le vecchie macchine vanno tenute con accortezza anche per chi non è un fotografo provetto, tenendo a mente che aprendo quel famoso cassetto la sorpresa potrebbe essere di notevole valore…
Molto interessante!